sabato 27 febbraio 2016

Colomba Di Pasquale seconda al Premio Hostaria 2016!

Con il pluripremiato Il mio delta e dintorni
Colomba Di Pasquale vince il II premio del

Concorso di poesia e fotografia Circolo Hostaria delle Immagini  

Cortemaggiore (PC)

 


I più vivi complimenti!



Gent. scrittrice,

sono lieta di comunicare che il suo libro è risultato secondo classificato. La premiazione avverrà presso il Circolo Hostaria, Piazza patrioti n.4 Cortemaggiore (PC) domenica 13marzo alle ore 10.30.
Complimenti e cordiali saluti. 
Carla Maffini











articolo pubblicato su Libertà del 20-3-16

venerdì 26 febbraio 2016

Colomba Di Pasquale finalista al Di Liegro!

Gentili poeti,


http://www.faraeditore.it/html/filoversi/mioDelta.html
sono state scelte le opere finaliste della VIII Edizione del Premio Internazionale di poesia Don Luigi Di Liegro. L’elenco è consultabile ai seguenti link:

http://www.labellapoesia.info/p/finalisti.html

http://www.premiopoesiadiliegro.com



SEZIONE B - POESIA EDITA

Autori
Città
Opera
Editore
Bice Previtera
Ancona
In Filigrana
Curcio Editore
Carla Mussi
Piombino (LI)
Il cattivo dono
puntoacapo
Cinzia Demi
Bologna
Maria e Gabriele
Puntoacapo
Colomba Di Pasquale
Recanati (MC)
Fara Editore
Dato Magradze
Borgomanero (NO)
Eco
Giuliano Landolfi
Elena Buia Rutt
Roma
Il mio cuore è un asino
nottetempo
Flaminia Cruciani
Roma
Lapidarium
Puntoacapo
Francesca Perlini
San Costanza (PU)
Dire Casa
Arcipelago Itaca
Francesco Lorusso
Bari
L'Ufficio del personale
La vita felice
Francesco Randazzo
Ronciglione (VT)
Shekhinah
Ozazand
Gheorghe Vidican
Oradga (Romania)
3D
CFR
Giancarlo Cavallo
Salerno (SA)
Spiralotheque/Spiraloteca
L'Harmattan
Giannicola Ceccarossi
Roma
Fu il vento a portarti
Ibiscos Ulivieri
Giovanni Granatelli
Milano
Musica questuante
Edizioni Aragno
Giulio Marchetti
Roma (RM)
Ghiaccio Nero
Giuliano Landolfi
Imperia Tognacci
Roma (RM)
Là, dove pioveva la manna
 Laterza
Matteo Casale
Lucca
Studi Opera 4
Campaotto Editore
Paola Novaria
Torino (TO)
Documento d'identità
Genesi Editrice
Roberto Piperno
Roma
Andare per giorni
Tracce
Rodolfo Vettorello
Milano
La geometria perfetta
Ibiskos
Rossella Renzi
Conselice (RA)
Il seme del giorno
L'arcolaio
Stelvio Di Spigno
Napoli
Fermata del Tempo
Marcos y marcos
Tania Santurbano
Montesilvano (PE)
Juliet nel ruere e i sette peccati
Edizioni Tracce
Veniero Scarselli
Pratovecchio (AR)
Ascesa all'ombelico d Dio
Genesi Editrice
Vincenzo Mastropirro
Bitonto (BA)
Tretippe e Martidde
Secop Edizioni




I più vivi complimenti ai poeti prescelti e un ringraziamento alla giuria che ha svolto un lavoro impegnativo e difficile. Siamo consapevoli che molte belle poesie non sono state ammesse alla fase finale. Questo è dovuto sia all’alto numero e qualità dei partecipanti, sia alla necessità di mettere comunque un limite alle opere finaliste, per rendere gestibile la fase finale. Con questi amici ci scusiamo e li invitiamo a partecipare comunque al dibattito ed essere presenti sulle nostre pagine FB leggendo e postando poesie. Il Premio passerà ora alla seconda fase per individuare le opere vincitrici e quelle da menzionare, fase che dovrebbe concludersi entro la fine del mese di marzo. Ringraziamo tutti i poeti partecipanti a cui diamo appuntamento alla bellissima Cerimonia di Premiazione che avrà luogo il giorno 30 marzo alle ore 16 a San Salvatore in Lauro (Via dei Coronari), Roma.

Un caro saluto

Renato Fiorito

giovedì 25 febbraio 2016

Per Antonio D'Alessio


Il 27 marzo 2016, Antonio avrebbe compiuto 40 anni. Propongo una breve nota al suo secondo libro, stampato grazie all’impegno del padre Vincenzo per far continuare a vivere il pensiero di Antonio.


Antonio D’Alessio con il padre Vincenzo
durante una serata del 2006 ad Avellino



*

Antonio D’Alessio, Poesie ritrovate, edizioni G.C. “F. Guarini”, Montoro Inferiore, 2011

Queste “poesie ritrovate” sono un dono di Anna Daniela alla memoria di Antonio, in primo luogo, nonché a noi lettori, perché queste parole potessero ritrovare il luogo adatto per risuonare ancora. C’è un percorso che parte da lontano con riflessioni che qui si consolidano, e che Antonio D’Alessio ripropone confrontandosi con il mondo e con i propri paesaggi interiori.
Una poesia che cerca una visione di luoghi interiori invisibili e inaccessibili agli occhi. Poesie che rappresentano una forte spinta a migliorare se stessi e ciò che ci circonda, in una sfida giornaliera che apre un confronto con l’esistenza e la realtà.
Un musicista, un cercatore d’oro, un artista che mirava alla crescita individuale e al miglioramento della collettività, utilizzando il dettato poetico per una conoscenza del tutto intima. Fiducia, dunque, nelle proprie potenzialità e nelle proprie scelte, sempre guidata da una forte passione sostenuta anche di fronte alle estreme difficoltà incontrate nella sua breve esistenza.
Di sicuro, Antonio, avrebbe continuato questo suo percorso con quella stessa sincerità di fondo e quella stessa schiettezza che animano queste parole e questi versi “fortunatamente” ritrovati.


DUE TESTI TRATTI DA “POESIE RITROVATE” DI ANTONIO D’ALESSIO


*

nulla mi ostacola se
non una figura
convessa che mi somiglia


*

Raggiro parole, per non farmi capire;
parlerei con tutte le persone
del mondo
scrivo per capirmi

lunedì 22 febbraio 2016

La Poesia con la P maiuscola



La Puglia ed in particolare la città di Taranto, grazie alla caparbia e alla tenacia dell’associazione locale Pablo Neruda, il 19 e il 20 febbraio scorso ha indossato un ampio respiro cosmopolita e ha accolto poeti e artisti provenienti da vari stati esteri in occasione della 39 edizione del Kibatek festival. Si sono appena concluse due giornate intense di incontri ed attività culturali.
Il primo evento più accademico è stato realizzato d’intesa con l’Università degli Studi di Bari, il secondo con il patrocinio delle Istituzioni: Università degli Studi Aldo Moro di Bari e Comune di Taranto, della Marina Militare e di Puglia Promozione ed è stato un evento pubblico, gratuito, aperto alla cittadinanza. A Taranto, in un Salone dell’Università degli studi di Bari sito in via Duomo, alla presenza di autorità locali ed estere, si è svolto sabato sera uno spettacolo con il reading dei 20 poeti; per salutare gli ospiti si sono esibiti prestigiosi artisti pugliesi: la ballerina Roberta Di Laura, il “Trio musicale Armonie Esemble”, il giovanissimo cantante Lorenzo Sermon, il Gruppo Tradizionale Selva Cupina che ha fornito un assaggio della pizzica, infine Miriam Rizzo  e le sue danze orientali. La giornalista Rosalba De Giorgi che ha presentato, coadiuvata dal direttore artistico Massimiliano Raso sembravano perfettamente a loro agio tra tanti ospiti di diversa provenienza e così i ragazzi del Liceo Artistico Lisippo di Taranto che hanno omaggiato i poeti di una caricatura preparata per ciascuno di loro.


Ma, nella mia ottica di poetessa in sala, è stata la Poesia la vera protagonista e di questo devo dare atto a Leyla Isik cordinatrice di altri eventi Kibatek, nonché a Saverio Sinopoli e alla poetessa Maria Miraglia che hanno fortemente voluto a Taranto questa Poesia con la P maiuscola. Col titolo non intendo soltanto alludere alla grandezza indiscutibile dei poeti presenti, ma alla valenza pedagogica della poesia quando in un mondo sopraffatto dal virtuale e dalla globalizzazione, essa si fa ponte tra l’io e il noi, tra il particolare e l’universale, tra l’interiorità e l’esteriorità.
La poesia alimenta le riflessioni, diffonde quesiti e promuove il pensiero critico, c’insegna a godere delle gioie più semplici, nonché ad abbattere stereotipi e a generare conoscenza, sviluppando empatia e condivisione.
Pur nelle difficoltà linguistiche ed emotive a interagire coi presenti, sono riuscita in quanto membro della famiglia internazionale Pentasi B world Friendship a salutare e abbracciare ciascuno dei poeti intervenuti e ho colto la grandezza della loro umanità, lo spirito di fratellanza tipico della nostra famiglia poetica. Ognuno di loro ha letto la propria poesia nella lingua originale e le versioni in italiano, tradotte dalla poetessa Maria Miraglia, sono poi state recitate dagli attori coinvolti. Soltanto il Dr PenPen Bugton Takipsilim, fondatore di Pentasi, ha declamato i suoi versi direttamente in italiano seminando emozione allo stato puro con un’interpretazione animata di Amore, il protagonista universale della sua poetica e del suo pensiero. Ma a prescindere dall’affetto e dalla stima che mi lega a quest’uomo per il quale ho tradotto Yes I am, sento altrettanta ammirazione per tutti gli intervenuti, in primis per Saverio Sinopoli e la moglie Maria Miraglia che mi concessero il privilegio, già lo scorso giugno 2015, di conoscere il loro sogno poetico.
Cosa ho portato a casa? Indelebili ricordi, gadget e sorrisi.
Ecco i volti che emanavano e  illuminavano i sorrisi:
Leyla Isik dalla Turchia membro della Associazione degli Uomini di Letteratura e Cultura, coordinatrice della associazione Aegean Culture Platform, e supervisore dell’ Associazione Belgium Baris Manco, segretario generale e cordinatrice di Kibatek ha letto per noi Camelia.
DR. Jernail Singh Anand dal villaggio di Longowal, Punjab, India. È stato Rettore presso il DAV College, Bathinda, ora presso Guru Gobin Singh Khalsa College, Bhagta Bhai Ka, Bathinda, Pj. Ha letto Innocent Blood.
Agron Shele nato a Leskaj-Përmet (Albania), membro della Lega degli Scrittori Albanesi, dell’Associazione Internazionale degli Scrittori e Artisti (IWA) con sede in Ohaio (USA) e della Società Mondiale dei Poeti (WPS). È coordinatore direttivo della Galassia Poetica “ATUNIS”. Ha letto per noi My dreams are there.
Amy Barry dall’Irlanda, scrittrice presso Plum Three Books ci ha deliziato e scosso con i
suoi versi The life of a boy in Ghaza.
I coniugi Barghaiva da Vancouver, Canada. Lui: Ashok, nato in India, è stato ambasciatore mondiale per la poesia in Giappone, Nepal e in India. Egli ritiene che il volontariato arricchisca spiritualmente e trova stimolante una vita vissuta tra culture diverse. È fondatore di WIN (Rete Internazionale di Scrittori) Canada.  Ha letto per noi: Reverie
Lei Aida Bharghava ballerina di danza moderna, poetessa e oratrice. internazionalmente riconosciuta come poetessa e ballerina nel Festival Internazionale di letteratura e Arte tenutosi a Tusla, Istambul nel novembre del 2014.
Ha letto per noi Dance and live.
Kaplan Mevlut dalla Turchia ha letto per noi In this beautiful spring.
Cornelia Marks, traduttrice freelance, autrice ed editrice proveniente dalla Germania ha letto per noi Moth (Lepidottero).
Maria Miraglia, l’unica poetessa italiana già premiata in precedenti festival Kibatek, ha letto per noi Words
Tarana Turan Rahimli dall’Azerbaijan, membro del sindacato Azerbaigiano Ashugs per la poesia e dal 1994 del sindacato Arzerbaigiano dei giornalisti.
Dal 1998 Tarana Turan Rahimli fa parte del Consiglio dei Giovani Scrittori Turchi del Mondo.
Ha letto per noi The poem that I didn’t write you
Saglam Feyyaz, Fondatore di Kibatek, fondazione culturale per le lingue e le letterature turche dei Balcani, L’Eurasia e Cipro. Egli è attualmente presente nella fondazione come Presidente Onorario.
Ha letto per noi In memory of Saharia.
Sevil Emirzade da Cipro laureata presso la Near East University, Dipartimento di Drammaturgia. Alcune sue opere come Bedel, Batmayan and Isyan sono state pubblicate e fanno ora parte del repertorio dei teatri statali turchi.
Ha interpretato per noi I think of you del grande poeta turco Nazim Hikmet.
Assente per motivi personali Muhammad  Shanazar dal Pakistan.
I poeti hanno avuto anche premi e riconoscimenti  dall’illustre  Kermal Baysak, console di Bosnia Erzegovina che ha onorato il festival con la sua presenza.
Un sogno è diventato realtà portando Taranto alle luci della ribalta, questa volta non per il dissesto ambientale e l’inquinamento, ma per la Poesia con la P maiuscola che speriamo diventi una biennale culturale nella città dei due mari.

“preferisco il peso di tutto ciò che accade": su La via cava

Massimo Parolini, La via cava, LietoColle 2015

recensione di AR


http://www.lietocolle.com/shop/collane-collana-blu/parolini-massimo-la-via-cava/
«Cava la terra che accoglie il seme (…) Cavo (creux) il corpo dell'uomo nel quale (…) è da ricercarsi l'origine della musica» (Nota dell'autore). In fondo la poesia è parola risonante, parte dalla cavità di un io per offirirsi alla cavità di un tu, di un altrove. 

La prima sezione di questa raccolta – “Il pavone dell'alba” – ha un timbro amoroso, conosce attraverso i sensi con immagini di grande presa: «sento il tuo volto venire adagio / lungo le piume del tempo / portare il colore del pavone nell'alba» (p, 17); «c'è un uomo che abbraccia / la pelle degli alberi» (p. 18); «regalami quel fiato / che diviene frammento» (p. 19); «e il piumone, delle cose, divenne corto, // si fece marmo» (p. 20). 
La seconda sezione si intitola “In un tempo più lento” e i versi quasi restano sospesi, attendono la generazione di nuova vita: «ho tagliato i capelli alla terra / ho vangato il suo cuore di madre» (p. 27); «regalami un'eco / della nuova esitenza / che in grembo ti danza» (p. 28); «anche lui, come noi, / vuole stare e non stare / in quell'unico luogo / che ci ha fatto da madre» (p. 29). Possiamo già da queste poche citazione notare come il metro, pur essendo libero, è molto musicale (non mancano settenari, ottonari, decasillabi, ecc.) ma viene accuratamente mantenuto lontano da cadenze uniformi e prevedibili, ogni poesia è in questo senso sorprendente contenendo forme chiuse, anche abbastanza estese, inframmezzate magari da rime ad altre assolutamente aperte
La sezione successiva – “Pieghe del quotidiano” – narra-e-cuce le increspature emozionanti e coinvolgenti della vita famigliare, lavorativa, relazionale con le infinite risorse del linguaggio poetico: «in questo / cinguettìo morbido dei ricordi / rivedo i vostri volti / (…) / e si cons_umano le ali / ferrose della musca / (…)» (Figli, p. 42); «vi vedo far breccia / dalla caverna materna / uscire dal grembo / nuotando nella frattaglia placentare» (p. 43); «ora, dalla tua stanza, guardi fuori, / sostenuto da un cuscino / di memorie e dolori – di fronte, la via cava / e tesa, la soglia in_certa di una / solitudine sospesa» (a Pigi, p. 46).
La quarta sezione è “Teoria delle ombre” di tono direi filosofico-esistenziale: «Appariamo: ed è svanire. / La bidella, col suo sacco, / se ne va, nell'aldiqua» (In the corner, ad un collega, p. 51); «lo gnomone con la luce / ci ridona un'ora d'ombra / (…) / troppo tardi troppo presto» (Teoria delle ombre, p. 54); «scende sul parabrezza una lacrima di vita / non aziono il tergicristallo / la lascio vivere, libera, di scegliere la sua meta» (Una goccia, p. 56).
La quinta sezione è teologica già dal titolo: “Il Dio che viene”. Qui vengono poste questioni che ci proiettano in una dimensione mistico-artistica: «l'io vuole liberarsi in Dio… // Ma per un triste incidente / per un'insana m_io_pia, / l'uomo moderno dell'occidente / ha letto la frase in modo diverso: / l'io vuole liberarsi da Dio…» (Venezia, monastero benedettino di S. Giorgio, ad Antonio Mistorigo monaco, p. 62); «è il dio / che svelandosinega / in pertugi imprecisi // spesso in strappo di tela» (Il dio cavo, a L. Fontana, p. 65); «Paracleto ha ricamato il tuo grembo / soffiato e fiammato con orme di verbo / ardendo ha plasmato un embrione () / bucaneve lirico spuntato a mondare / l'afrore di un'umanità incinta del male» (Madonna Litta, a Leonardo da Vinci, p. 67); «dove andate così senza pelle / con i volti dipinti sul vuoto?» (Processione, a Guido Polo pittore, p. 69)
C'è sempre una doverosa attenzione di Parolini al corpo dell'essere umano, una tensione fra materiale e spirituale che è quella che nutre l'anima e ci rende cavità accoglienti sia per il prossimo che per il Prossimo (che del resto si è fatto carne, in-cavandosi).
L'ultima sezione è Ansiaverde e pare immergersi nel paesaggio (naturale o artistico) come finestra aperta sull'ineffabile: «insolitudine estrema: / la stasi si annuncia nel volo / che non riesco a dire a parole // la crosta si disfa / nel fuoco del grano» (Campo di grano con volo di corvi, a Vincent van Gogh, p. 82); “la natura ha i tempi docili /delle forme semplici, / lo sguardo cavo della necessità» (Tasainari, Val dei Mocheni, p. 83); «la pietra scavata è nidodellacqua…» (Arte Sella, Valsugana, p. 88); «sulla lingua di ghiaccio ritirata / ora è il giorno dell'uomo / ma l'orma dei sauri rimane» (a Coccobill, cane della vita, p. 89); «fòlaghe e morette / accarezzano l'acqua / – maschere adagio   su vetro piombato – » (Toblino, p. 90, la poesia che chiude il libro).
Quest'opera ha uno stile inconfondibile: nonostante la varietà dei versi utilizzati, dal libero al novenario da filastrocca, da quello brevissimo all'ottonario doppio, c'è una grande sapienza retorica, filosofica, spirituale che caratterizza la mano dell'Autore e il suo dettato – in cui si inseriscono come gemme anche brani in dialetto e parole rare – risulta sobrio e sofisticato al tempo stesso, sempre vibrante, perturbante e risuonante come solo la vera poesia (forse non troppo lontana dalla preghiera) sa essere.