martedì 24 febbraio 2015

Per Antonio D'Alessio




venerdì 27 c.m. sarebbe stato il 39° compleanno di Antonio D'Alessio. Lo ricordano la grande soprano Carmen GIANNATTASIO con la dedica sul CD Casta Diva di V. Bellini e il fondatore del Gruppo Musicale Notturno Concertante, maestro Lucio Lazzaruolo 






Ho conosciuto Antonio D’Alessio nel 2004 in una sala prova musicale di Monteforte. Un amico comune mi aveva parlato molto di questo ragazzo che suonava il basso. All’epoca stavamo cercando nuovi componenti per il nostro progetto musicale, Notturno Concertante. Avevamo da poco pubblicato un nuovo cd e volevamo coinvolgere forze fresche che potessero dare un valore aggiunto alla nostra proposta e che favorissero nostra crescita musicale. Io e Raffaele Villanova, l’altro componente storico del gruppo, fummo subito piacevolmente colpiti non solo dalle indubbie capacità musicali di Antonio (un musicista molto versatile), ma anche dalla sua mitezza, dalla sua tranquilla cordialità. 
Non capita spesso di trovare un musicista così bravo e così incline alla modestia. Non ho mai sentito, infatti, da parte di Antonio una critica, una frecciatina verso qualche collega, in un ambiente in cui la maldicenza spesso impera sovrana. Antonio si è subito prodigato per trovare altri compagni di avventura musicale per il Notturno. Fu lui che ci presentò quello che sarebbe stato per un certo periodo il nostro batterista, Umberto. 
Fu sempre Antonio a metterci in contatto con altri bravissimi musicisti che poi avrebbero costituto l’ossatura del nostro nuovo gruppo. Ricordo il suo entusiasmo per il progetto, le grandi motivazioni che ci forniva, i continui stimoli musicali, i nostri concerti a Roma, il viaggio a Milano per un’intervista a RockTv, le esibizioni con Patrizio Rispo che faceva da voce recitante, il suo entusiasmo durante le registrazioni del nuovo cd. Non ha fatto in tempo a completare le registrazioni di questo disco (terminate poi dal fratello Giuseppe), ma abbiamo conservato le parti che ha suonato e siamo stati felicissimi di poterle utilizzare. Ovviamente è stato doveroso dedicargli il nostro disc più recente. Abbiamo suonato assieme dal 2005 al 2008. Antonio ebbe l’incredibile forza d’animo di tenere con noi il suo ultimo concerto poche settimane prima della morte, nell’agosto del 2008, nel festival in cui ci esibimmo assieme a Ray Wilson (l’ex cantante dei Genesis). Antonio ha attraversato la sua vita e la stagione nella quale abbiamo collaborato con serenità e disponibilità verso gli altri. Ricordo i suoi sorrisi, la sua riservatezza con affetto e gratitudine. C’era in lui qualcosa di profondamente spirituale che ne rende ancora più caro il ricordo. 

Lucio Lazzaruolo (febbraio 2015)

lunedì 23 febbraio 2015

Gladys Basagoitia Dazza renace cada aurora


pubblicato ne

La Memoria del Aire

por Winston Orrillo


(…) salgo del dolor si bien sabiendo/ que implacable improviso inesperado / regresará / no obstante nunca podrá quitarme / el amor a la vida.
Amo vivir / el pecho dilatado / por la belleza.

GBD


La intensa, conmovedora belleza del último libro de la poeta peruana Gladys Basagoitia Dazza, Aurora del renacer (FaraEditore, 2014: texto bilingüe: italiano-español) nos conduce no sólo al inefable goce estético, elemento sine qua non en toda gran poesía, sino que, a la vez, nos lleva a una suerte de camino existencial, en el que la lirida – sin esforzarse demasiado – nos da, casi a cada momento, lecciones vitales y una suerte de exorcismos contra la muerte y los dolores que, por otra parte (lo sabemos por su periplo existencial) son sus más cercanas y fraternas compañías.
La muerte la ronda irrefragablemente, y ella la exorciza con textos de tan sutil belleza como este que transcribimos: Vuelo: luz de tristeza alada / parto de la conciencia / dejar atrás todo dolor/ la muerte es tan solo vuelo / sacra morada / de infinitos astros.

(…)

martedì 17 febbraio 2015

Tre recensioni in Libromondo per Maria Di Lorenzo, Adelaide Ricci e Colomba Di Pasquale

pubblicate in Libromondo Newsletter n. 4/2015 (febbraio)







Premio “AGOSTINO VENANZIO REALI” (scade il 31 maggio 2015)


L’Associazione Culturale Agostino Venanzio Reali, con il patrocinio della Regione Emilia Romagna, della Provincia di Forlì–Cesena, del Comune di Sogliano al Rubicone, bandisce la 14ª edizione del Premio Nazionale di Poesia “AGOSTINO VENANZIO REALI”, a tema libero, per opere edite o inedite in lingua italiana, aperto ad autori italiani e stranieri.
Scadenza: 31 maggio 2015. Le poesie dovranno pervenire entro il termine indicato, mediante raccomandata o posta ordinaria (farà fede il timbro postale), alla Segreteria del Premio “Agostino Venanzio Reali”, c/o Comune di Sogliano al Rubicone, Piazza della Repubblica 35, 47030 Sogliano al Rubicone (FC), con l’indicazione sulla busta in stampatello “PREMIO AGOSTINO VENANZIO REALI”.

Sezioni: Il concorso è articolato in una sezione A adulti, in una sezione B giovani che non abbiano compiuto i 21 anni di età alla data di scadenza del bando e in una sezione C giovanissimi riservata agli alunni frequentanti le scuole primarie e medie.

Presentazione dei lavori: Gli autori adulti e giovani possono partecipare presentando tre (3) poesie edite o inedite (né di più, né di meno, pena l’esclusione) ciascuna non superiore a 50 versi, mai premiate o segnalate in precedenti concorsi alla data di scadenza del bando, in 8 copie. I singoli fogli dovranno essere fascicolati in modo che ognuno degli 8 fascicoli così ottenuti contenga le tre poesie e soltanto su uno di questi dovranno essere indicate le generalità del poeta (i giovani e i giovanissimi dovranno indicare anche la propria data di nascita). Non possono partecipare al concorso i vincitori dei primi premi dell’anno precedente. I giovanissimi possono partecipare anche con una sola lirica, o individualmente, o per classe, in questo ultimo caso è sufficiente compilare una sola domanda per ogni classe partecipante.
Quota di partecipazione: € 20 per gli adulti e € 5 per i giovani e i giovanissimi, da versare tramite C/C Postale n. 72276595 o bonifico Poste Sogliano IBAN: IT  20 J  07601  13200   000072276595 intestato a ASSOCIAZIONE CULTURALE AGOSTINO VENANZIO REALI – SOGLIANO, indicando nella causale “Quota Premio di Poesia 2015”. I giovani e i giovanissimi, se parteciperanno al premio tramite la scuola di appartenenza, potranno versare una quota complessiva di € 5,00, indipendentemente dal n. dei partecipanti. Copia della ricevuta del versamento dovrà essere allegata alle poesie presentate, insieme alla domanda di partecipazione nella quale saranno indicati le proprie generalità, il n. di telefono ed eventuale e-mail e la dichiarazione che “le poesie presentate sono di propria produzione e non sono state oggetto di premiazione o segnalazione in altri concorsi alla data di scadenza del bando”.

La Giuria, il cui giudizio è insindacabile, è così costituita: Bruno Bartoletti (Presidente), Roberta Bertozzi, Narda Fattori, Sonia Gardini, Gianfranco Lauretano, Maria Lenti.
Solo i vincitori e i segnalati saranno avvisati personalmente dalla segreteria del premio.

Premi: per la sezione A adulti 1º premio € 1000,00, 2º premio € 500,00, 3º premio € 250,00; per la sezione B giovani 1º premio € 300,00, 2º premio € 200,00, 3º premio € 100,00. 
Per la sezione C giovanissimi: (scuole primarie e medie): pergamena e buono libri alla classe partecipante da consegnare a un rappresentante della scuola. Saranno inoltre riservate sei segnalazioni speciali per ogni sezione. Ai primi tre classificati delle sezioni A adulti e B giovani, oltre ai premi in denaro, saranno assegnate pergamene con profilo critico; mentre a tutti i vincitori e ai segnalati di tutte le sezioni saranno consegnate pergamene con il risultato conseguito. I lavori presentati non saranno restituiti e le poesie premiate verranno raccolte in un fascicolo che sarà distribuito gratuitamente.

Premiazione: domenica 20 settembre 2015, alle ore 11.00, nel teatro “Elisabetta Turroni” di Sogliano al Rubicone. I poeti sono tenuti a presenziare alla cerimonia di premiazione. Sono ammesse le deleghe per il ritiro dei premi ad eccezione di quelli in denaro, che verranno, qualora non riscossi personalmente, incamerati per l’edizione successiva. È consentita, su richiesta, la spedizione del premio conseguito.
La premiazione sarà preceduta alle ore 9.30 dalla relazioni tenuta da un docente universitario.
Ai sensi dell’art. 10 della L. 675/96, i dati personali relativi ai partecipanti saranno utilizzati unicamente ai fini del premio. La partecipazione al concorso implica l’accettazione del presente regolamento.
Informazioni: Tel. 3343794512; e-mail: sparireinsilenzio@gmail.com
Il bando integrale e i vincitori sono leggibili su: www.comune.sogliano.fc.it
  


Alla segreteria del Premio Nazionale
“Agostino Venanzio Reali”
P.zza della Repubblica, 35
47030 – SOGLIANO AL RUBICONE (FC)

Premio Nazionale di Poesia Agostino Venanzio Reali
(da inviare insieme alle liriche e alla copia della ricevuta del versamento)

PARTECIPAZIONE ALLA SEZIONE (fare un crocetta accanto alla sezione di partecipazione):
□ Sez. A – Poesia Adulti
□ Sez. B – Poesia giovani (fino a 21 anni)
□ Sez. C – Poesia giovanissimi (scuole primarie e medie)

Il/La sottoscritto/a ……………………………………………………………………………………,

nato/a a ………………………………………… il …………………….  (obbligatorio solo

per i giovani e i  giovanissimi) e residente a …………………………...…………..…………………

Via ……………………………………………………… CAP ………………

Tel ……………………………  cellulare …………………….……

eventuale e-mail ………………………………………………………

CHIEDE

di partecipare al Premio Nazionale di Poesia Agostino Venanzio Reali e autorizza, in caso di premiazione, la loro pubblicazione sul libretto e sul sito del Comune di Sogliano al Rubicone.

Il/La sottoscritto/a

DICHIARA
che le poesie presentate sono di propria produzione e non sono state oggetto di premiazione o segnalazione in altri concorsi alla data di scadenza del bando.
Titolo delle poesie presentate (da indicare solo per la Sez A Adulti e per la sez B Giovani):
1)     __________________________________________

2)     __________________________________________

3)     __________________________________________

Data ……………………….                    Il/La sottoscritto/a


…………………………………………

lunedì 16 febbraio 2015

Tra due parentesi e Paradosso

di Angela Caccia


TRA DUE PARENTESI

Tra il secco e il fiorito
la scia di un dinamismo: il transito della vita
– e ciò che lento muore
muore contento
se dall’ultima finestra
il rumore dell’erba che cresce –

tra le due parentesi
il senso
vena pulsante
arteriosa

servirà un crinale per trovarlo
e scoprire la parte più ventosa di sé
confinata
recalcitrante di incoscienza

sarà un gioco, poi, appiccare la miccia
e scardinarne la porta
dietro il Suo Mare
- aspettava
silenzioso e calmo-

da allora
sarà come navigare senza stelle
fiduciosi nella sola brezza

riposti i remi in barca
non avrà più importanza
l’arrivo
la rotta.



Notte stellata sul Rodano (Vincent van Gogh)


PARADOSSO

Non amo gli aggettivi in poesia, tracce di rossetto sbilenco su labbra già spesse di sostantivo – quasi due righi e ne ho già inseriti due, ed era a rischio il terzo!…

Il nome non può reggere una specifica realtà senza connotazioni: sarebbe come trovarsi di fronte un vicolo chiuso dopo una curva inattesa e stretta o, al contrario, in un enorme spazio un senso di agorafobia.

Eppure non amo gli aggettivi, spiantano ferocemente i cirri che il nome irraggia e preserva da venti di certezze, assiomi tiranni, vedute confezionate e ristrette.

Così prensili al nome, sono foglie che insecchiscono presto, si impiccano da sole allo stelo e deformano quanto prima era parte di un corredo che identificava, restringendo il campo ad un particolare che, anche se non lo ripudia, sacrifica l’universale.

Per quanto strano, credo che l’aggettivo stia alla ragione quanto il nome all’istintiva creatività. È lei, la ragione, la deputata a fare le pulci e sottocatalogare, nessuna come lei, ad esempio, sa immiserire nella parola cielo il suo connaturato alone – l’infinto –, imbellettandolo di attributi.

Si dovrebbe avere la forza di metterla in ginocchio quando s’affaccia un pigolio di poesia, tacitare quella pentola colma d’acqua in ebollizione: pensieri che confabulano tra loro per decidere chi innalzare a monumento del giorno attraverso gli aggettivi.

Io amo le stelle

pistilli senza più petali, prive di sottocategorie, così essenziali in una bellezza che sta tutta in un rimando, una sorta di alone (peraltro – paradosso – si tratta del sostantivo più aggettivato): fiore.

Lo spettacolo poetico musicale Miriàm / Maria alla Casa circondariale di Forlì 21 marzo


martedì 10 febbraio 2015

Il tempo del padre a Fonte Avellana 26-28 giugno 2015

Gentilissima/o


Se puoi prenderti qualche giorno di stacco in un luogo immerso nel silenzio mistico e nella bellezza della natura, sarei lieto di inserirti nel programma della prossima kermesse (puoi estendere l’invito a chi ritieni sia potenzialmente interessato, le camere sono singole, doppie e a più letti, c’è uno sconto notevole per gli under 35).  A presto e grazie di cuore per l’attenzione e la diffusione. 


Il tempo del padre

Fonte Avellana 26-28 giugno 2015

Il tema (in questo periodo di apparente o reale eclissi del ruolo del padre) può essere declinato con libertà: una riflessione, un reading poetico, un racconto, una piccola performance teatrale e/o musicale, un’opera d’arte, un mini laboratorio…




v. programma precedente kermesse bit.ly/1E772pv 
La kermesse vede la partecipazione di scrittori, poeti, amanti delle lettere, della filosofia, dell'arte, della comunicazione… ed è calorosamente ospitata dai monaci camaldolesi (in primis dal priore Gianni Giacomelli) nello splendido monastero camaldolese di 
Fonte Avellana: è aperta a tutti gli interessati credenti e non (anche come semplici uditori, che possono comunque intervenire nei vari dibattiti). Poiché le finestre per i relatori sono limitate, chi è interessato a fare un breve intervento è pregato di inviare la sua adesione a info@faraeditore.it entro il 7 aprile 2015, allegando una foto jpg e una brevissima (4-5righe) e simpatica biografia aggiornata ed il titolo dell’intervento (fino a 15 minuti, da non superare per non togliere spazio agli altri).
Partiremo alle 15.00 di venerdì 26 giugno per finire alle 17.00 di domenica 28 giugno. Il costo del soggiorno dalla cena di venerdì al pranzo di domenica è di € 110,00 (€ 90,00 a testa per chi sta camera doppia o a più letti e solo € 80,00 per chi ha meno di 35 anni). È possibile pranzare già da venerdì (ogni pasto extra € 15.00) e prolungare il soggiorno accordandosi direttamente con i monaci. Verranno fornite coperte e lenzuola ma è necessario portare gli asciugamani. È richiesta la presenza per tutta la durata della kermesse: questo per creare un'atmosfera conviviale di attenzione ed ascolto, rispettare il silenzio e la vita liturgica e i momenti di preghiera dei monaci (ai quali chi vuole potrà partecipare) e staccare veramente, sia pur per pochi giorni. Si possono portare libri, cd, proprie opere d’arte e altro materiale per vendite/scambi informali e autogestiti o per donarli al monastero. Chi suona uno strumento è pregato di portarlo.

Le prenotazioni del soggiorno vanno fatte direttamente al numero 0721-730261 (si prega di telefonare intorno alle 13,00 o dalle 20,00 alle 21.00), o via mail foresteria@fonteavellana.it (inviare per conoscenza anche a info@faraeditore.it informando con cortese sollecitudine di eventuali impedimenti).



(nella foto lo Scriptorium calcato da Dante)

Buonissime cose da Fara Editore
www.faraeditore.it

martedì 3 febbraio 2015

Il mio Delta e dintorni a Biella 13 feb

La visione dell'anima 
tra esperienza poetica 
e vita psichica


Apericena a lume di candela 

Venerdì 13 febbraio ore 18.30


Carissimi,

Il mio Delta e dintorni si allontana dalla Romagna per farsi scoprire in altri territori molto accoglienti. Spero di regalare flebo di sogni (così scrisse sul Corriere della Sera anni fa Vivian Lamarque parlando dei poeti) al lume di candela, considerato che il 13 febbraio ci illumineremo tutti di meno lasciando spazio alla notte stellata e ai sogni.
Ringrazio per la “squisita” (vedi apericena) e gentile ospitalità la Cafeteria Luogo Comune della coop l'Altro mercato di Biella e la Fondazione Pistoletto di Biella.
Un grazie sentito va altresì al dott. Mauro Coppa che dialogherà con me in questa ennesima migrazione.
So che Biella non è dietro l'angolo ma ho la netta sensazione che sarà una bella serata all'insegna della poesia e della psicologia. Passate parola, quindi

Grazie sempre e a presto, Columbit


lunedì 2 febbraio 2015

Su Il centro del mondo di Domenico Cipriano



Transeuropa, 2014
postfazione di Maurizio Cucchi


recensione di A. Ramberti


Mi ha molto colpito, di questa nuova raccolta, la capacità di trasmettere in maniera sobria ma con movimenti tellurici profondi al punto da far tremare il cielo (naturale e metafisico), da avvicinarcelo direi cristianamente; la capacità, dicevo, di plasmare una lingua poetica riconoscibile con immagini che paiono congiungere razionalità e affetti, pietas e tragicità (non a caso l'esergo de “Le stanze nascoste”, la prima sezione del libro, è una citazione di Cesare Pavese), pathos e bellezza, armonia (ogni sezione si apre con un suggerimento musicale) e “sospensione” religioso-filosofica: «Nemmeno i corpi uniti nell'amore / e racchiusi in un respiro solo sanno dire / dell'immenso in cui mi perdo ora / per questo tramonto vulnerabile / nel bagliore di una luce sterminata / tra le voci intrecciate in lontananza. / (…) / È quel bagliore, che si insinua vorticoso / oltre la forza decisa delle ossa, / ad aprire un nuovo varco sotto pelle, / a rinominare infinito il suono delle cose, / di quell'oceano che si nasconde eternamente / dentro al volto immobile dei monti» (p. 13).
Una splendida dichiarazione di poetica nella poesia iniziale: una ouverture ricca di echi, suggestioni, messaggi… l'autore, nella poesia successiva, ci dice che la nascita è una ferita ma anche «… la felicità di essere al centro / del mondo ancora sconosciuto» (p. 14). La dimensione della ricerca, del recupero delle proprie radici famigliari e “territoriali”, del senso da dare al proprio cammino con i suoi errori e le sue gioie, con il suo nucleo di sfida e mistero, è presente in maniera costante: «C'è più sacralità in questa casa / che nella chiesa del paese» (p. 18); «… nemmeno quello spigolo d'universo / ci appartiene. Cambiano con te / le cose abbandonate» (p. 24); «Ma io ricordo che i lampioni / erano accesi sopra il paese / e respirando nel freddo riuscivo / a dare vista alla mia voce» (p. 32); «… Siamo null'altro che un viso / che multiforme deposita il suo sguardo / sulle cose a cui apparteniamo…» (a Luigi, mio fratello, p. 37); «Chiedo alle immagini un'affezione / documentata, il risvolto / del luogo in cui sono nato» (p. 48). Le ultime tre citazioni sono tratte dalla seconda sezione, “Irpinia mefatisica”, che si apre con queste parole di Tolstoj: Il tuo villaggio è il centro del mondo, racconta il tuo villaggio e racconterai il mondo.
La terza sezione si intitola “Città degli occhi” ed ha in esergo una citazione di Elio Pagliarani. Le cose sono qui particolarmente animate (più che un correlativo oggettivo le definirei proprio empatiche): «Sotto le crepe della porta si appoggia / solo l'ombra, le molecole cedute /dalla segatura creano passaggi nascosti / dove s'incuneano i pensieri. …» (p. 53); «Cedo il peso del corpo alla sedia / ogni mattina, ma il pensiero non cede / peso né osso spurio alla terra. …» (p. 54); «e fuori dal crudo osso dei denti, / sui muscoli indolenti, si appoggia la città» (p. 62); «e da lontano i lampioni sono stoppie / bruciate nel rancore della notte» (p. 67).
Segue la sezione “Intermezzo” introdotta da un esergo del grande poeta cinese Po Chü-i (Bai Juyi): Se il mondo transitorio non è che un lungo sognare / Non ha importanza alcuna essere giovani o vecchi.
Cipriano ci dice che «… La pelle è il nostro accesso al mondo» (p. 71), che «Nel volto degli oggetti / si riflette il mondo / la fede estrema del nostro / dargli contro, l'efficace /pungiglione della memoria / a cui ricorriamo per paura» (p. 72), che non ama «… i talismani / che immolano le cose con l'affetto» (p. 74), ribadendo una verità che non ha bisogno di orpelli: «Non dirò “ti voglio bene” a quelle persone / che lo aspettano e lo sanno. Non lo dirò / perché non so ripeterlo alla terra nera / che si affanna, al cielo che precipita / sopra le teste ferme. Non so dire “ti voglio bene” / a più della metà del mondo che lo merita» (p. 80).
Segue la sezione “Natura domestica” con esergo di Maurizio Cucchi. Qui, la poesia Giacca con foglie si conclude così: «nulla somiglia alle radici / solo le ossa fuoriuscite / dagli stivali ricordano / l'autunno inoltrato» (p. 92). Anche in queste pagine il processo di antropomorfizzazione dell'ambiente, degli elementi naturali, è sempre un accoglierlo nella nostra anima, piuttosto che un riplasmarlo a nostra misura.
La sezione “Lampioni” si apre con le parole di Bruce Chatwin: Le cose, riflettei, sono meno fragili delle persone. Le cose sono lo specchio immutabile in cui osserviamo la nostra disgregazione. (da Utz)
La prima poesia è come un occhio di bue che taglia il buio per dargli un senso: «Sono come tutto il mondo / un simbolo, un segno che gratifica / il pensiero, un caldo gemito / creato dal nero» (p. 97). Nel paesaggio: «Le linee nette delle tangenziali / accavallano le ore del mattino» (p. 110). Mentre i lampioni-persone affermano: «Siamo fatti di luce / anche se a volte non brilliamo / e nella penombra scrostiamo / la vita…» (p. 111).
L'ultima sezione (che sembra contenere riposte, per quanto aperte) si intitola “A margine. Tre movimenti per N.” ed ha un esergo tratto da Le città invisibili di Calvino. Ecco alcuni lacerti: «perché lo spazio non è solo quello intorno al corpo / e la mente ha bisogno di lime per fuggire» (p. 117); «perché ognuno è la prova della vita inimitabile, / ognuno rinnega il passato prima di colarci dentro» (p. 122); «c'è un profumo di uva e muschio / una finestra per il sole, senza un confine netto / tra vivere e sperare» (p. 123). Una raccolta davvero matura, come scrive nella perspicua Postfazione Maurizio Cucchi, per la sua pacatezza “increspata di inquietudine” (p. 125).

Mariangela De Togni in Letteratura con i pierdi…



recensione di Vincenzo D'Alessio

Nell’antologia Letteratura… con i piedi scaturita dalla kermesse poetica svoltasi a Perugia dal 21 al 23 marzo 2014, il contributo di suor Mariangela De Togni coglie in pieno il messaggio biblico del profeta Isaia e il tema della kermesse: Quanto sono graziosi, sui monti, i piedi del messaggero che annunzia la pace, del messaggero di bene, che annunzia la salvezza (52,7).

La raccolta di poesie antologizzate reca il titolo: “Chi sei tu che nel buio della notte osi inciampare nei più profondi pensieri?” (pag. 153) e quell’inciampare si legga come visitare inaspettatamente/entrare d’improvviso nella quiete della mente della poeta a turbare il momentaneo equilibrio interno spingendo lo Spirito oltre la cortina buia della notte, non solo terrena.

“(…) Che mistero è la vita. / Adesso all’orizzonte teso / di questa solitudine sono io / a domandare che tu venga / ad incontrare il mio cuore / (Storia d’amore, pag. 153). I versi parlano all’Umanità del profondo susseguirsi nel Tempo del “mistero” dell’esistenza nella vita che conosciamo. La vita oltre la morte nei termini della Speranza cristiana e il desiderio di unirsi all’energia che ci ha generati, passando attraverso il doloroso cammino della passione: “(…) Può il dolore seccare / le radici della vita?”(Mi guardi e mi chiami, pag. 154). La risposta la Nostra la offre in un esemplare cammino di Fede: “(…) Questo flauto di carne / ha le stimmate sue / e la sua voce / nel cuore.” (Questo flauto di terra, pag. 154).

La conoscenza passa attraverso le ferite del dolore terreno. L’anima di innalza attraverso la rivelazione che Dio infonde in chi lo cerca: “(…) Ora so. / In un mare di perdono.” (pag. 154). La solitudine presente tra le mura del convento, nella Natura che circonda la poeta, nell’anima aperta al consenso che viene dalla scelta di seguire la chiamata dell’Amore: “(…) E non capivi, / non era possibile capirlo, / quant’era grande la felicità / dentro nel seguire il Signore.” (Storia d’amore, pag. 153), mostrano al lettore la strada per uscire “dal buio della notte” della non conoscenza del Bene supremo.

L’esistenza è il Bene supremo datoci dai nostri genitori, dal generoso impeto del loro amore verso la continuità dell’essere. Il divenire ci prova costantemente lungo il tragitto. Le scelte fatte sono tante ma tutte dovrebbero recare l’emblema della luce, l’identità della rivelazione nella comunione con gli altri, i meno abbienti, il prossimo. Lo hanno cantato altri poeti divenuti fondamenta della poesia religiosa. Cito padre Davide Maria Turoldo: “Fino a quando ti aggirerai / per questa selva di pensieri? / (…) Fammi dono di essere / uomo libero / consumato nel canto.” (Tu e io, da: Il sesto angelo. E anche padre Agostino Venanzio Reali: “(…) Se nel mattino elusi / il tuo passo leggero, / ora che la sera mi sfiora / non saprei come fuggire / né dove lontano da te.” (Dove lontano da te, da Primaneve).

Lo canta suor Mariangela De Togni: “(…) Ero come chi vuol cantare / l’amore dell’Amato / e cantando / s’innamora dell’amore.” (Uscendo, pag. 165). Le nove composizioni poetiche di questa raccolta hanno versi brevi e taglienti, similitudini, anfore, ossimori e l’uso dell’enjambement che rende il verso maggiormente ritmico. Si raccolgono profumi di piante dal profumo esotico come il cedro e le palme di Cipro, l’eucalipto in fiore.