mercoledì 30 luglio 2014

Paesi e Affetti 2014 a Fiera di Primiero - 12ª edizione



Mercoledì prossimo 6 agosto comincia “Paesi e affetti” 2014 approdando  alla 12ª edizione. Anche quest’anno Giovanna Fozzer, cultrice di poesia, musica e arti figurative, narratrice saggista traduttrice e poeta, ci propone tre interessanti incontri estivi con la poesia nel segno di “Paesi e Affetti”.
Se il titolo richiama il proposito originale del simposio dedicato alla poesia dialettale italiana, via via mutuatosi in vetrina di “affermati” e “giovani” o “discosti” ma straordinari poeti italiani, è diventato col tempo anche un appuntamento seguito con simpatia e affetto da un assiduo gruppo di estimatori che speriamo quest’anno si infoltisca ulteriormente

Questa dodicesima edizione 2014 dal sapore “antologico” propone, con il prezioso e già apprezzato contributo di Andrea Giuntini, nel primo appuntamento una carrellata della poesia e di alcuni poeti che abbiamo ospitato in questi undici anni di “impegno nella diffusione dell’arte poetica” con uno “slancio” verso il futuro con la proposta di una giovane voce nuova;
nel secondo ci sarà invece una “doverosa” rassegna sui “Maestri” della poesia del Novecento.
Con il terzo e ultimo appuntamento rientreremo nei canoni classici dei nostri incontri : Sandra Di Vito coadiuvata da Giovanna Fozzer ci presenterà la poesia di Roberto Maggiani (in all. breve bio-bibliografia) uno dei più interessanti poeti dei nostri giorni che saremo lieti di avere nostro ospite.

(in calce programma e calendario)


Con fervida preghiera di diffusione e pubblicazione
Con gratitudine per quanto potrete fare.

Cordialmente
Il bibliotecario
Mariano Longo






************************************
Ulteriori informazioni:
Mariano Longo – tel. 0439 762344 – E- mail: primiero@biblio.infotn.it


a cura di Giovanna Fozzer
dodicesima edizione

Sala Biblioteca, Fiera di Primiero via Fiume 6


mercoledì 6 agosto 2014, ore 21
Paesi e Affetti
Antologia dei nostri undici anni
con Giovanna Fozzer e Andrea Giuntini

Riscoperte dell’anima poetica di
Rosita Copioli
Francesco Giuntini
Walter Rossi
Enzo Agostino
Claudio Damiani
Roberta Dapunt
Nicola Baronti
Davide Rondoni

La “giovane poesia” di
Marta Moz


venerdì 8 agosto 2014, ore 21
Seconda antologia del Novecento
Da Carducci, Pascoli e D’Annunzio,
fino a Merini e Luzi
a cura di Andrea Giuntini

Letture da
Giosue Carducci
Giovanni Pascoli
Gabriele D’Annunzio
Dino Campana
Giuseppe Ungaretti
Salvatore Quasimodo
Umberto Saba
Eugenio Montale
Antonia Pozzi
Cesare Pavese
Pierpaolo Pasolini
Margherita Guidacci
Giorgio Caproni
Mario Luzi
Alda Merini


mercoledì 20 agosto 2014 , ore 21
Roberto Maggiani - Tra poesia e scienza
con Sandra Di Vito coadiuvata da Giovanna Fozzer

Roberto Maggiani è nato a Carrara nel 1968, vive a Roma, dove insegna. Laureato in Fisica all’Università di Pisa, è divulgatore scientifico e poeta. In particolare si occupa del rapporto tra poesia e scienza.
Insieme a Giuliano Brenna ha fondato la rivista letteraria libera on line di poesia e narrativa www.larecherche.it, di cui è coordinatore di Redazione. È inoltre Presidente dell’Associazione culturale LaRecherche.it e curatore della collana di eBook “Libri liberi”.

È autore delle seguenti raccolte di poesia: “Sì dopo sì”, Edizioni Gazebo (1998); “Forme e informe”, Edizioni Gazebo (2000); “L’indicibile”, Fermenti Editrice (2006); “Cielo indiviso”, Manni Editori (2008); “Angeli in volo”, Edizioni L'Arca Felice (2010); “Scienza aleatoria”, LietoColle (2010); “L'ombra di Creso”, LaRecherche.it (e-book, 2010); “Navigazioni incerte”, LaRecherche.it (e-book, 2011); “Nella frequenza del giallo”, LaRecherche.it (e-book, 2012); “Spazio espanso”, LaRecherche.it (e-book, 2013); “La bellezza non si somma”, italic (2014). Ha pubblicato il saggio “Poesia e scienza, una relazione necessaria?”, Edizioni CFR (2011). Per le Edizioni L'Arca Felice, ha curato l'antologia poetica “Quanti di poesia. Nelle forme la cifra nascosta di una scrittura straordinaria” (2011). Ha curato, insieme a Giuliano Brenna, per LaRecherche.it, le antologie: “Le vie di Marcel Proust” (2010); “Conversazioni con Proust” (2011); “Poetica Unità d’Italia” (2011); “Da Illiers a Cabourg. L’impronta di Marcel Proust nel cuore della Francia” (2012); “Salon Proust” (2013); “L’orto botanico di Monsieur Proust” (2014).

Suoi testi e traduzioni dal portoghese sono pubblicati su varie riviste letterarie, tra le quali: “L’immaginazione”, “L’area di Broca”, “Paideia”, “Nuova umanità”, “Poeti e Poesia”, “Caffè Michelangiolo”, “La Mosca di Milano”, “Semicerchio”, “Testo a Fronte”, “Aquariophylia”, “Quaderni Proustiani”, “LucaniArt Magazine”, “Formafluens”, “Le reti di Dedalus”, “Città nuova”, eccetera.

Suoi testi sono pubblicati nelle antologie: “Nodo sottile”, Comune di Firenze - Assessorato alla Cultura - Archivio Giovani Artisti; “Percorsi differenti”, Edizioni Ripostes; “Le Fragole”, Edizioni LietoColle; “Per Lapo”, Edizioni Gazebo; “La giusta collera”, Edizioni CFR; “Nuovi Salmi per Dio”, I Quaderni di CNTN; “Lo specchio del Novecento” a cura di Annamaria Vanalesti, Società Editrice Dante Alighieri.

Ha scritto i testi per le mostre fotografiche: “Vite di marmo”, “Cielo indiviso”, “Angeli in volo”, “Marmi in guerra”. La musicista Gabriella Perugini ha inserito nel suo spettacolo “Angeli in volo” le poesie tratte dall’omonimo libro. Sue poesie sono state musicate da Maurizio Morelli e cantate da Fedele Mazzetti. Suoi testi sono stati letti su Radio Uno. È intervenuto in varie trasmissioni radiofoniche.

Inoltre è fotografo per passione, le sue fotografie corredano il sito web www.larecherche.it e sono presenti sui siti www.archivio-foto.it e www.ilfotoclub.it, varie raccolte a tema sono pubblicate nella sua pagina facebook www.facebook.com/roberto.maggiani/
Ha tenuto corsi di astronomia divulgativa e varie serate astronomiche.
Balla e insegna il Tango Argentino: www.fervordetango.it

È presente su:
Facebook, Twitter, Youtube, LinkedIn, Google+, Netlog; Tumblr e MySpace.
Il sito web ufficiale è www.robertomaggiani.it
 

martedì 29 luglio 2014

La donna del pane

di Vincenzo D'Alessio

poesia tratta dalla raccolta Il passo verde, inserita in Opere Scelte

a C. Cammarano 

La donna vestita di bianco
siede sull’uscio ha mani
rugose di anni passati
al mulino di casa
La donna non parla
ha occhi vetrosi di pioggia
la schiena curvata
un figlio le manca
è morto lontano
Ha sorriso d’un tratto
nel tempo comune
a qualcuno che compra
il suo pane.
 


venerdì 18 luglio 2014

Vincitori del concorso Insanamente 2014

I giurati  Andrea Parma, Angelo Chiaretti, 
Caterina Camporesi, Claudio Roncarati, 
Guido Passini, Teresa Armenti
e Fara Editore
sono lieti di proclamare vincitori con inserimento nell'antologia Siamo tutti un po' matti per la

Sez. A Poesia
del concorso Insanamente 2014 i seguenti Autori
(per la Sez. B Racconto v. qui )

Cerimonia di premiazione il 3 settembre 2014 ore 21.00 a Viserba di Rimini nell'ambito della manifestazione Esportiamoci

1. Varco e altre poesie di Pietro Roversi (Oxford, UK) con medaglia del Presidente della Repubblica
 

Varco

Il via-vai dei finanzieri in grigioverde
tra Briga e Domodossola
assale di sorpresa,
maschera d'ansia il confine.
Si sbuca già stanchi del viaggio in un paesaggio franoso.


Non è per questo tratto è chiaro
che uno prende si sposta fa la fila.
La riga della vita si fa incerta.
Ci sorprende senza passo alla frontiera.





Pietro Roversi è nato nel 1968 a Novara da famiglia emiliana. Cresciuto tra Carpi e Verona, ha studiato prima per una laurea e poi un per un dottorato in Scienze Chimiche (1987-1997) all’Università Statale di Milano. Nel 1993-1994 ha prestato un anno di servizio civile presso la Cooperativa Lotta contro l’Emarginazione di Sesto San Giovanni (MI). Durante il dottorato si è trasferito in Inghilterra, a Cambridge (1995-2003) e a Oxford, dove vive e lavora come biologo strutturale presso il Dipartimento di Biochimica dell’Università. È coautore di più di 70 articoli in riviste scientifiche internazionali. Nel 2010 ha pubblicato il suo primo libro di poesia, Una crisi creativa (Puntoacapo, Novi Ligure). Nel 2014 è apparso il suo secondo libro di poesia, Vamosaver (Gattomerlino Superstripes, Roma).


Giudizi

«La silloge Varco e altre poesie mi riporta alla mente Spoon River, forse per via dei titoli che portano quasi tutti nomi comuni, forse per come sono strutturate alcune poesie. I temi sono nettamente diversi, meno macabri, e con una buona dose di quotidianità se vogliamo. Immagini ben dosate e che riescono a toccare tanti temi differenti, ma pure sempre allineati tra loro.» (Guido Passini)

«Le poesie intitolate con nomi di persone sono interessanti ritratti poetici. Tra questi preferisco Isabella dove il poeta riesce a fornire immagini  precise e dettagliate: “Il mercato è deserto”, “l’asta di ferro al centro della lastra”, per passare con abilità da uno stile descrittivo ad uno riflessivo e sognante : “la fiaba della fanciulla scalza”, “L’infanzia è il solo regno che non muta”. L’ultima poesia della silloge è un piccolo gioiello: “Supervisione // Il desiderio / preso sul serio / induce la discesa / della difesa”. Per i vari psico-addetti ai lavori,che hanno fatto l’esperienza professionale della supervisione, il significato risulta esatto. Apprezzo molto il gioco di parole che consente un magistrale tocco di lieve ironia.» (Claudio Roncarati)

«Immersi in un paesaggio sospeso tra un brontolio di nuvoloni neri e strade senza uscita, giardini abbandonati e muri screpolati, si muovono vari personaggi. Sono quelli emarginati dalla società, segnati dal destino. Il poeta posa il suo sguardo su di loro, li fa uscire dall’anonimato e li fa emergere con tutte le loro caratteristiche, mettendo in evidenza le “attitudini dei matti”. Sembra quasi di leggere il versetto di Isaia “Non temere, perché ti ho riscattato, ti ho chiamato per nome, tu mi appartieni”.» (Teresa Armenti)

«Il verso scorre veloce e nervoso sul filo dei ricordi, ma la gentilezza d’animo conserva quella “corrispondenza d’amorosi sensi” (Foscolo) che ci salva nella notte tempestosa. Ho finalmente capito come il ricordo (nell’eco straziante dei nomi) rende l’animo grande ed unico!» (Angelo Chiaretti)


2. Respiri di Marco Mastromauro (Novara)

A RITROSO

Migrato fino all’incrocio
indenne tra allarmi e clacson
sul marciapiede in qualche parte di questa città
ora sta contando a ritroso
meno sette partendo da cento
perché più in là s’apre un vicolo secondario
il bacio al buio e il tepore
dove fluiva il silenzio (il suo piede aggraziato)
e nessun accadimento.
Perché così l’esperto in guarigione
l’ha interrogato l’altro ieri (o forse non ancora)
scrutando sconnessioni
escogitando profezie per il coro trepidante
lungo le gradinate i giorni in processione
fino al prossimo incepparsi del movimento
quando finalmente il canto delatore
possente s’alzerà.





Marco Mastromauro è nato a Verbania il 12.7.1957. Vive a Novara , lavora a Vercelli. Ha pubblicato poesie sulla rivista «Alla Bottega» e, dal 1995 al 1999, ha collaborato al trimestrale di cultura e arte «Contro Corrente». È autore delle raccolte di poesie: Anime confinate (Milano Libri 1992), Cuba (Ibiskos 1995), Memorie da un pianeta (Contro Corrente 1997), Eros, Trinidad e altre poesie (Oppure 2000), Fraintendimenti (ebook, Prospero editore 2013). Sue liriche sono presenti in alcune antologie.
Giudizi
 

«È una poetica dello svanire: “un vasto svanire senza fine”, esprime un tormento sommesso: “il tormento anche s’è adagiato accanto… colmo di tristezza e allegria”. L’ossimoro tristezza/allegria raggiunge un vertice assoluto nella splendida poesia Deriva: “Morendo non sentivo la tua voce / come pesciolino alla deriva / che nuotando si svigora / senza affanno / sventatamente giulivo”. In Ricordi, respiri la poesia diventa descrizione di un vagabondaggio nel mondo esterno e nel mondo interno del poeta ed esprime una condizione esistenziale di esilio “esiliato rimiri il tuo vagare”». (Claudio Roncarati)

«Il ritmo è sapiente, con una dolce velatura del senso che esalta le sonorità della parola; si intende una conoscenza letteraria mai banale, con rimandi, citazioni e memorie poetiche sotto soglia. Le emozioni sono nitide, calde, accoglienti. Acquerelli diluiti di inconscio.» (Andrea Parma)
 


Terzi classificati ex aequo

3. Ovunque un seme d’affetto di Salvatore Della Capa (Bologna)

Vivo e piango.
Cammino sui morti
con piedi di fango.
Sono anche io questo male
che ti scorre dentro




Salvatore Della Capa è nato a Napoli nel 1983. Vive e lavora in ambito sociale a Bologna, dove si è laureato in Lettere Moderne e specializzato in Linguistica. È attivo in Emilia Romagnia nell’organizzazione di reading e eventi letterari, tra cui il festival “Luoghi diVersi”. Ha pubblicato le sillogi Al cospetto dell’alba (Libroitaliano 2002) e Interno, Esterno (L’arcolaio 2008), ha curato Poesie in corso. Laboratorio di Università Aperta (Bacchilega 2008), è presente nell’antologia Pro/Testo (Fara 2009) e in altre raccolte. Suoi interventi letterari e poesie sono apparsi su riviste come «Ali», «La Mosca», «Argo» e «Atelier». È tradotto in polacco nell’antologia Z Buta (Katedra Italianistyki 2011).

Giudizio

«Forza, impotenza, colpa, pentimento, espiazione, verità e semi di affetto sparsi ovunque si snodano e si annodano lungo la traiettoria di versi limpidi, essenziali, incisivi e icastici. Il lettore non ha scampo: non può sottrarsi all’evento della sorpresa e neppure ad un profondo coinvolgimento.» (Caterina Camporesi)


3. Raggiungerti di Mariangela De Togni (Piacenza)



Potessi raggiungerti
nel tuo sole
mentre corteggio la nebbia
che nasconde le stelle.

Potessi raggiungere
la moltitudine di colori
e fragranze in questa festa
d’incontenibile luce.

È così il nostro cuore
un alveare in cui lo spirito
soffia la sua polvere
su tessuti di attesa.

Si può suonare un notturno
su un flauto di grondaie. 



 

Mariangela De Togni, nata a Savona, è suora Orsolina di Maria Immacolata di Piacenza. Insegnante, musicista, studiosa di musica antica, è membro dell’Accademia universale “G. Marconi” di Roma. Dal 1989 ad oggi ha pubblicato dodici raccolte di versi ottenendo premi e segnalazioni di merito in vari concorsi letterari. Le è stata dedicata la «Lettera in versi» n. 21, rivista on-line a cura di Rosa Elisa Giangoia scaricabile in bombacarta.com/le-attivita/lettera-in-versi. È presente nei siti di Maria Di Lorenzo flannery.it e inpurissimoazzurro.com ; nei blog farapoesia di Alessandro Ramberti e lastanzadinightingale di Federica Galetto che le ha dedicato anche il blog La mia contemplazione (mariangela-de.blogspot.it). Ha partecipato a varie kermesse fariane e nel 2013 ha pubblicato con Fara Frammenti di sale e alcune poesie in varie antologie fra cui le ultime: Chi scrive ha fede?, Scrittura felice e Letteratura… con i piedi.

Giudizio
«Quanta delicatezza si respira nell’intimità del dialogo amoroso che pretende risposte! Leggendo queste rime ho provato la dolcezza di essere levigato come un sasso (Ungaretti) dalle parole amorevoli che solo una ferita apparentemente guarita (ma ancora sanguinante) è capace di esprimere per salvare il mondo dalla bruttura del male!»

(Angelo Chiaretti)
 


3. L’ora tarda sorride come oggetti di Vincenzo D’Alessio (Montoro Inferiore, AV)

XXI SECOLO

Dolore nuovo
si muove dentro
simile al digiuno
della Quaresima
Sapesse almeno di che
nutrire il vuoto che l’aspetta
Nero e vero
Tempo smemorato
dove una tempesta
di vento fredda e
sterile, come donna
senza figli, è passata.




Vincenzo D’Alessio è nato a Solofra (AV) nel 1950. Vive a Montoro Inferiore (AV). Laureato in materie letterarie all’Università di Salerno, ha ideato il Premio Nazionale Biennale di Poesia “Città di Solofra”. Ha fondato il Gruppo Culturale “Francesco Guarini” e la casa editrice omonima. È cofondatore del Premio Nazionale Biennale di Poesia “Cluvium” dal 1996. Ha ricoperto la carica di Ispettore Onorario del Ministero dei Beni Culturali dal novembre 1977 al novembre 1988. La valigia del meridionale e altri viaggi (poesie 1975-2011) è uscita per Fara Editore nel 2012 ed è appena stata pubblicata come eBook da Prospero Editore.

Giudizio «Il disorientamento e l’angoscia causati dalla nostra società liquida, che sta generando una mutazione dell’animo umano, sono ben espressi in questi versi. Il poeta manifesta il suo dolore e il vuoto che avverte dentro di sé; vaga senza meta, con le scarpe di carta che perdono parole, va in cerca di un Dio per sognare un mondo nuovo e affida al vento, amico dei nuovi cieli, la follia dell’avvenire.» (Teresa Armenti)


Quarti classificati ex aequo

4. Dove siamo? di Carmine De Falco (Pomigliano d’Arco, NA)

II

affrontabile di frazione, di feudo comune
come d'individuo, feudo Onna comunque, assedio
ancora resa, planetario fuggire.
Onna non è sia fronte sia bolla o seguito
di Bolla, è esito o confluenza che tratta vantaggiosa
nei pressi d'onda. Quando Onna è luogo trauma d'umano
assume fine perigliosa, Storia
onde tratta e rispecchia alcuna balla
di nuovo come guerra, l'impotenza
dell'aiuto nostra insidia, fonte dell'ancora
pericolo possibile_ si restò, non fronteggiabile
di condiviso forfait lungo aprile
tragico:
           dar causa, 

                           spiegazione 



Carmine De Falco, nato a Napoli nel 1980, ha pubblicato 4 raccolte di poesia, Linkami l’immagine e Loop Vernissage in Specchio Poetico (Fara 2007); Italian Day (Kolibris 2009); e nel 2012 I Resistenti, scritto a quattro mani con Luca Ariano, opera vincitrice del premio Miosotìs pubblicata per le Edizioni d’If. Poesie sparse sono state pubblicate in riviste e antologie, tra cui Vicino alle nubi sulla montagna crollata a cura di Enrico Cerquiglini e Luca Ariano (ed. Campanotto). Un’ampia selezione di testi tratti da Linkami l’immagine e Loop Vernissage, e dall’inedita Napre, si può leggere Nella borsa del viandante a cura di Chiara De Luca (Fara 2009). Il trittico Variazioni è presente nell’antologia Pro/Testo (Fara 2009). È socio fondatore dell’associazione culturale Componibile62.

Giudizio
«Il primo testo, complice un dialogo surreale, inscena la terribile esperienza della perdita di ogni punto di riferimento in chi ha subito un trauma. I successivi testi, invece, segnalano il percorso, risultato di contributi scientifici e giornalistici, atto ad abbozzare un contenitore che consideri il disorientamento dei sopravvissuti, privati del loro background.»
(Caterina Camporesi)


 

4. Oggi è un buco la casa di Rossella Renzi (Conselice, RA)

3.

Ascolta l’avanzare del mattino
viene luce tra le piccole crepe
che si aprono nel muro vicino
tra il tepore e le voci dei bambini.

Vado, verso la casa abbandonata
la porta semichiusa e dentro i colori
che nella polvere sono volati.
Vedo, l’ombra celeste dei miei cari.

Non salvarmi, se tornerò domani,
non tenermi come uccello ferito.

Rossella Renzi (foto Daniele Ferroni) vive a Conselice (Ra) dove lavora come insegnante. Sue poesie sono apparse su riviste, blog, antologie poetiche. I giorni dell’acqua è il suo primo libro, uscito nel 2009 con L’arcolaio (Forlì). Dal 2003 è redattrice di «Argo – Rivista d’esplorazione», per la quale coordina la Rubrica di poesia. Per la Edizioni Kolibris cura il blog Donne in poesia. Numerose sono le collaborazioni con riviste di critica e letteratura. In dialogo col musicista Mirco Mungari ha ideato un progetto di contaminazione tra parola e suono, che ha per titolo MOUSIKÈ TECHNE. È tra gli organizzatori del Festival di poesia itinerante Luoghi diVersi, e organizza laboratori didattici di scrittura e di arte, nelle scuole e nelle biblioteche del suo terrritorio. Si è laureata in Lettere Moderne all’Università di Bologna, con una tesi sull’ultima produzione di Eugenio Montale.

Giudizio
«Le immagini mentali trovano giusta corrispondenza sonora e di  tratto. Il verso essenziale, quasi scarno, tratteggia spirali di pensiero in forma lieve, quasi onirica. Apprezzabile l’uso leggero della catacresi senza affanni poetici.»
(Andrea Parma) 


4. Fuggi fuggi nel nulla di Michele Luongo (Pergine Valsugana, TN)

L’Ingordigia

Silenziosa l’ingordigia ci trafigge
il vuoto ci circonda.
Smarriti nell’egoismo
è fuggi fuggi nel nulla.
Cerchiamo, raccogliamo, senza cuore.

Non conosciamo nemmeno
il nostro corpo
vestito di falsità
non pulsa, non scalda.
Inganniamo anche l’istante.

Vorrei guardare il cielo
sussurrare parole
e donare carezze d’amore
ma il tempo
scorre più veloce delle certezze.

Silenziosa l’ingordigia ci trafigge.



Michele Luongo è nato a Prata Principato Ultra (AV) nel 1959, ha trascorso la sua infanzia a Montefredane prima di trasferirsi, adolescente, in Toscana. È stato maresciallo dei Carabinieri in Trentino. La sua poesia deriva, forse, dalla sofferenza della sua fanciullezza. L’incontro, nel maggio del 1989, a Solfora, con Vincenzo D’Alessio, poeta e scrittore, “accende la fiammella”, che aveva nel suo cuore, con il quale riesce poi a pubblicare i suoi testi. La sua poesia è spesso denuncia sociale con particolare riferimento alla sua Irpinia. Ha ideato le riviste Via Cialdini www.viacialdini.it e Bluarte www.bluarte.it

Giudizio
Sono versi che partono dal cuore e raggiungono il cuore del lettore, facendo vibrare le sue corde con un’intensità tale da annullare le distanze e battere all’unisono. Prendiamo coscienza del nostro chiuderci a riccio, facendo prevalere il nostro orgoglio, prigionieri dell’egoismo, della cura della nostra immagine, della nostra corsa verso il nulla, privi dei valori di una volta. Eppure, basterebbe uno sguardo al cielo per risollevarci e donare carezze d’amore.
(Teresa Armenti)


 

4. I nomi coinvolti di Davide Valecchi (Dicomano, FI)

Si apre una raccolta di elementi,
la sedimentazione non è certa:
attraversando una soglia di fibre
resta sul fondo un tono innaturale.

Una stagione di polvere e luce
in piedi per un soffio, per un sibilo:
il bianco aumenta la ripetizione,
un punto dentro al mare di riverbero.

Tutto è stato diviso con un taglio:
un lavoro di impronte sulla pietra
riflesso da una scheggia di calcite.

Il giorno cade, il nome si spegne,
l'aria contiene un luogo di radici
senza generazione, come un vuoto.

Il primo segno della tua vecchiaia:
un pomeriggio immobile, arancione,
un sigillo tentato, quasi innocuo,
salendo verso una definizione
d’identità minore.


Nato nel 1974 a Firenze, Davide Valecchi dal 2003 è chitarrista del gruppo gothic/wave Video Diva. Con lo pseudonimo di aal (almost automatic landscapes), a partire dal 2001, ha intrapreso un percorso di ricerca sonora in campo elettro-acustico, concreto, elettronico e ambient, toccando anche territori drone e industrial. Su bandcamp sono disponibili alcuni titoli della sua discografia in download gratuito. Dal 2013 collabora con il vocalist e musicista Luigi Maria Mennella. L’esordio ufficiale del duo è avvenuto nel gennaio 2014. Il nome del progetto è poi definitivamente diventato H2R. Ha pubblicato la prima raccolta di poesie Magari in un’ora del pomeriggio solo nel 2011, vincendo il concorso Faraexcelsior. Altre poesie sono presenti in Scrivere per il futuro ai tempi delle nuvole informatiche (Fara 2012), Di là dal bosco (Le Voci Della Luna 2012), Chi scrive ha fede? (Fara 2013), Labyrinthi 3 (Liminamentis 2013), Generazioni ai margini (deComporre 2014). Ha frequentato anche la fantascienza, scrivendo nel 2010 il romanzo L’archivista con Paolo Frusca, finalista al Premio Urania Mondadori. Realizza eventi legati alla poesia, alla musica, alla letteratura…

Giudizio
«I nomi coinvolti è un testo che considero un poemetto. La bravura dell’autore sta nel mantenere l’attenzione alta grazie a una scrittura piacevole e veloce da scandire. È scritto tutto lì… leggermente celato da immagini intrise di sagacia, di velata malinconia. L’autore riesce a mostrare un mondo in cui pochi possono e sanno entrare con la dovuta delicatezza. A mio avviso un’ottima prova.»
(Guido Passini)

4. La soluzione è scritta a rovescio di Marco Statzu (Gonnosfanadiga, VS)



IL MISTERO DELLA LINFA

Avete mai visto il rosso
delle viti in autunno
inoltrato
quando il sole
basso e breve
le scalda
fino a spogliarle?
Così,
nude,
ricominciano
la loro lenta ascesa
verso la vita nuova
della primavera e dell’estate,
per dare nuovo colore 

e nuovo profumo
alla campagna.
È il mistero della linfa
che si concentra nel cuore,
di una vita che pare morire
ogni volta ai primi freddi,
per rinascere dall’intimo.



Marco Statzu è parroco del Sacro Cuore in Gonnosfanadiga, docente di Antropologia Teologica nella Facoltà Teologica della Sardegna, Direttore dell’Ufficio Catechistico Diocesano di Ales-Terralba. Ha pubblicato con Fara nel 2010 la raccolta di poesie Tra disastri e desideri. Blog: maioba.blogspot.it

Giudizio
Questa brevissima silloge ha un solo limite: quattro poesie sono davvero poche e purtroppo lasciano il desiderio insoddisfatto di leggerne altre, di conoscere meglio questo folgorante autore che riesce, fatto raro nella poesia italiana contemporanea, a trasmettere una laica speranza vitalizzante. I componimenti sono potenti intuizioni poetiche, trasmettono al lettore una sensazione di improvvisa illuminazione. La parola poetica è carica di senso  vi scorre una potente linfa vitale e risulta terapeutica.
(Claudio Roncarati)

 

Quinti classificati ex aequo

5. Delirio di una pazza  di Claudia Piccinno (Castel Maggiore, BO)


Il delirio di una pazza

Nel delirio di una pazza
stupide coincidenze
si vestirono di diffidenza
rimbalzando sul muro
degli ascolti negati,
per non scalfire le altrui
contraddizioni.
Mille volte pazza fui chiamata.
Mille volte pazza fui trattata.
Scomoda la pazzia di chi palesa
un dubbio,
o di chi esplicita di non fidarsi.
Sia lampada ai miei passi
la tua parola
perché il miraggio dell’oasi
ben altra arsura mi lasciò.



Claudia Piccinno e nata nel 1970. Laureata in Lingue e letterature straniere, è insegnante di ruolo nella scuola primaria. Ha pubblicato La sfinge e il pierrot (Aletti 2011), “Potando l’euforbia” in Transiti Diversi (Rupe Mutevole 2012), Il soffitto, cortometraggi d’altrove (La Lettera Scarlatta 2013). Suoi versi in varie antologie.

Giudizio
«Poesia scomoda, irriverente, provocatoria, con note melodiche aspre e ruvide. La prassi letteraria sembra beneficiare di memorie di poeti maledetti, recuperati nella versione ridotta di un sussulto. Ottimo esempio di anelito poetico senza troppi tecnicismi letterari.»
(Andrea Parma)

 

5. Lost in Google di Alberto Mori (Crema, CR)


Lost in Google –  Ep.2 

 
L’aggregatore dei blog decompone lentamente

Deframmenta ed incrina accessi

Vedi restano pixel sparsi

sul fondo del linguaggio basic

Afasia multitasked senza stimoli

davanti al netscape abbiancato

e nessun taxi server in vista

per uscire dalla connessione

Proxy… No exit…

È vero

Il tablet apparecchia le icone app definitive sul desktop

Ci siamo però ancora io e te Net…

con la prossima mutazione dei bytes troveremo una soluzione

per ora guarda lo streaming del mio volto

Video chatta quello che mi vuoi dire…




Alberto Mori, poeta performer e artista, sperimenta una personale attività di ricerca nella poesia, utilizzando di volta in volta altre forme d’arte e di comunicazione: dalla poesia sonora e visiva, alla performance, dall’installazione al video ed alla fotografia. La produzione video e performativa è consultabile on-line sulla pagina YouTube e Vimeo dell’autore e nell’archivio multimediale dell’Associazione Careof / Organization for Contemporary Art di Milano. Collabora inoltre, con molti fra i più noti poeti contemporanei, italiani e stranieri, per la realizzazione di letture pubbliche, manifestazioni ed eventi dedicati alla poesia. Negli ultimi anni più volte finalista del premio di poesia “Lorenzo Montano” della rivista «Anterem» di Verona. Dal 1986 ha all’attivo numerose pubblicazioni. Nel 2001 Iperpoesie (Save AS Editorial) e nel 2006 Utópos (Peccata Minuta) sono stati tradotti in Spagna. Con Fara ha pubblicato: Raccolta (2008), Fashion (2009), Objects (2010), Financial (2011), Piano (2012), Esecuzioni (2013) e Meteo Tempi (2014).

Giudizio
«Il testo è stato scelto per l’efficace rappresentazione della presenza e dell’utilizzo di una comunicazione che coinvolge l’universo online, conquista del nostro tempo. Dislocato lungo tre momenti, valendosi per lo più  di vocaboli inglesi, catapulta il lettore in una dimensione di dinamismo disperante e convulso, dove perdersi è ipotizzabile.»
(Caterina Camporesi)

giovedì 17 luglio 2014

Meteo Tempi di Alberto Mori segnalato al Premio Montano 2014 Opera edita

Premio Lorenzo Montano - edizione 2014 - per “Opera edita”
La giuria del Premio Lorenzo Montano, composta da Giorgio Bonacini - Laura Caccia - Davide Campi - Mara Cini - Flavio Ermini - Marco Furia - Rosa Pierno - Ranieri Teti, dopo aver comunicato i risultati finali per le sezioni “Una poesia inedita”, “Una prosa inedita” e “Raccolta inedita”, presenta nella home page del sito www.anteremedizioni.it gli esiti del 28° Premio Lorenzo Montano - edizione 2014 - per “Opera edita”. 



ANTEREM
RIVISTA DI RICERCA LETTERARIA
Premio di poesia e prosa
Lorenzo Montano

 V E N T O T T E S I M A  E D I Z I O N E  ( 2 0 1 4 )

“Raccolta inedita”, “Opera edita”,
“Una poesia inedita”, “Una prosa inedita”,
“Opere scelte”

Patrocinio: Provincia di Verona
Poeti premiati con Menzione
Anna Albertano, Stagioni promesse, Campanotto Editore, 2013
Marco Bellini, Sotto l’ultima pietra, La Vita Felice, 2013
Marco Buzzi Maresca, Poema dello schermo, Onyx Editrice, 2014
Francesca Canobbio, Asfaltorosa, L’arcolaio, 2013
Alessandro Canzian, Luceafarul, Samuele Editore, 2012
Franca Maria Catri, Uccelli di passo, Gazebo, 2013
Salvatore Contessini, Dialoghi con l’altro mondo, La Vita Felice, 2013
Cinzia Demi, Ero Maddalena, Puntoacapo, 2013
Renzia D’Incà, Bambina con draghi, Biblioteca dei Leoni, 2013
Marcello Gombos, Eine Schweine-Nachtmusik, Youcanprint, 2013
Oronzo Liuzzi, Condivido, Puntoacapo, 2014
Danilo Mandolini, A ritroso, Edizioni L’Obliquo, 2013
Brina Maurer, Architectures, Gradiva Publications, 2013
Monica Palma, Lady Enne Enne, La Vita Felice, 2013
Alfredo Poli, Poesie Sparse;
Vittorio Ricci, Tra squarci di silenzi assenza, Aletti Editore, 2011
Francesca Simonetti, Per sillabe e lame, Edizioni del Leone, 2013
Alter Spirito, Suite poetica, Kairos Edizioni, 2013
Tiziana Tius, L’eresia del pianto, Thauma Edizioni, 2011
Maria Alessandra Tognato, Sbaragli di luce, Ibiskos Editrice, 2013
Ferdinando Tricarico, La famigliastra, Manni, 2013
Luca Vaglio, Milano dalle finestre dei bar, Marco Saya Edizioni, 2013
Gianni Zampi, Qui è sempre inverno, Italic, 2013


Poeti premiati con Segnalazione

Gian Maria Annovi, Italics, Nino Aragno Editore, 2013
Alessandro Assiri, Appunti di un falegname senza amici, Lietocolle, 2013
Francesco Balsamo, Tre bei modi di sfruttare l’aria, Edizioni Forme Libere, 2013
Luigi Cannillo, Galleria del vento, La Vita Felice, 2014
Anna Maria Carpi, Quando avrò tempo, Transeuropa, 2013
Stefania Crozzoletti, Poco prima della guerra, Kolibris Edizioni, 2013
Miguel Angel Cuevas, Scrivere l’incàvo, Il Girasole Edizioni, 2011
Enrico De Lea, Dall’intramata tessitura, Edizioni Smasher, 2011
Adele Desideri, Stelle a Merzò, Moretti & Vitali, 2013
Marco Ercolani, Si minore, Edizioni Smasher, 2012
Ivan Fedeli, Campo lungo, Puntoacapo, 2014
Zara Finzi, Per gentile concessione, Manni, 2012
Gabriella Galzio, La discesa alle Madri, Arcipelago Edizioni, 2011
Maurizio Landini, Dorsale, Marco Saya Edizioni, 2013
Dante Maffia, Io. Poema totale della dissolvenza, EdiLet, 2013
Roberto Maggiani, La bellezza non si somma, Italic, 2014
Francesca Matteoni, Nel sonno, Editrice Zona, 2014
Giusi Montali, Fotometria, Edizioni Prufrock spa, 2013
Alberto Mori, Meteo Tempi, Fara Editore, 2014
Gabriella Musetti, Le sorelle, La Vita Felice, 2013
Marisa Papa Ruggiero, Di volo e di lava, Puntoacapo, 2013
Gilda Policastro, Non come vita, Nino Aragno Editore, 2013
Nicola Ponzio, Il mio nome nel tuo nome, Oèdipus, 2014
Maria Pia Quintavalla, I compianti, Effigie, 2013
Jacopo Ramonda, Una lunghissima rincorsa, Bel-Ami Edizioni, 2014
Filippo Ravizza, Nel secolo fragile, La Vita Felice, 2014
Marco Saya, Filosofia spicciola, Marco Saya Edizioni, 2014
Cesare Vergati, Falstaff o l’inconsueto, ExCogita Editore, 2013


Poeti finalisti

Alessandro Broggi, Avventure minime, Transeuropa, 2014
Mauro Caselli, E’ veramente cosa buona e giusta, Battello stampatore, 2014
Alessandro Catà, Continenti persi, Moretti & Vitali, 2013
Silvia Comoglio, Via Crucis, Puntoacapo, 2014
Michele Porsia, Bianchi girari, Giulio Perrone, 2011
Luigi Severi, Specchio di imperfezione / Corona, La Camera Verde, 2013
Italo Testa, I camminatori, Valigie Rosse, 2013


Opera edita vicitrice

È veramente cosa buona e giusta di Mauro Caselli, Battello stampatore, 2014

Mario Fresa. Ritratti di poesia (33)

Una poesia feroce e impura
di Mario Fresa

Franz Krauspenhaar




Scrivere veramente significa, ricorda Wittgenstein, abbandonare trampoli e scale, e restare in piedi, e soli, con l’unico sostegno dei nostri piedi nudi. Ciò impone l’abbandono di un centro rassicurante e, in generale, il rifiuto di una utopistica risposta illuminatrice; e allora, solo allora, quando avremo rinunciato a questi appoggi pietosi, ai trampoli e alle scale (insomma, all’ipocrisia e alla viltà dei nostri quotidiani infingimenti), si smetterà di scrivere per capire, e si deciderà di scrivere per rammentare l’assurdità di voler capire qualcosa (e anche, certo, per mostrare la stessa assurdità di scrivere). La poesia ci dovrebbe trovare proprio così: svestiti e disingannati, coi piedi scoperti e con indosso soltanto le nostre infinite, bizzarre domande, e le nostre incomunicabili ossessioni; e col fardello della nostra vita così inenarrabile e così stupida, così grottesca e così meravigliosa. Un poeta riesce, oggi, a fare ciò? Negli ultimi anni, chi ha frequentato la poesia italiana contemporanea ha dovuto sopportare, nella maggioranza dei casi, la falsissima retorica umanistica o la lamentazione sentimentale; o, peggio, la propensione alla fola carezzevole e sognante. Difficile incontrare un poeta che abbia la penna dura come una lama e il pensiero determinato e crudele, perché onesto e disilluso. Lo abbiamo trovato in Franz Krauspenhaar. La sua ultima raccolta, pubblicata da Marco Saya, uno dei nostri più intelligenti editori di poesia, si presenta con un titolo ch’è un sopraffino e malvagio ossimoro: Biscotti selvaggi. Troverai, in questo libro di fuoco, una specie di immersione nella fanga dell’anti-idilliaco, uno scivolamento incontrastabile nella gioia dell’eresia e dell’erosione. La poesia è questa: grandine, subisso, sproposito, eccedenza. Se ambisce, infatti, a dire la vita, come potrebbe mai conoscere l’equilibrio e la concordanza, la ragionevolezza o il rigore? Non si può rendere forzatamente logica o trasparente la ragna ambigua dell’esistenza: né puoi smagliare, nemmeno un poco, il densissimo tessuto delle sue trame incomprensibili; né presumere di sciogliere l’intrico dei suoi molti, misteriosi nodelli.
Krauspenhaar ha rinunciato alla ricerca delle risoluzioni e delle terapie, e naviga contro, sempre e comunque. La sua poesia, così nuda e disperata, ha il dono raro di una saggezza feroce e dissidente, mai ricompositiva, mai pacificante. Ecco un poeta vero: estremista e tagliente come pochi, e deciso a non risparmiare nulla (soprattutto, pronto a non risparmiare se stesso). Leggete Krauspenhaar e la sua poesia fulminante: col suo prodigioso ritmo, fluviale e forsennato, con la sua allegra braverie dissonante, costruisce una scrittura felicemente impura e inquieta, capace di sprofondare il lettore nel fondo di una tragicomica, instabile e vulcanica galleria di invettive, di gioie improvvise, di denunce deliranti che inceneriscono e disperdono tutte le possibili armonie consolatrici dell’umanismo e delle ideologie, delle fedi e delle speranze, degli accomodamenti e delle conciliazioni. 

martedì 15 luglio 2014

Antipoesie inedite

di Gladys Basagoitia Dazza


ANTIPOESIA 1 

11//07/2014 Perugia

so che dire le cose così non è poesia
senza metafore metrica né rima
senza fronzoli solo con parole dirette
non è nemmeno prosa
senza sintassi e senza punteggiatura
senza pretese di fare letteratura
le chiamo come il poeta Parra antipoesia
escono vibranti dalla mente e dal cuore
devo togliermi l’angoscia dalla pancia
come quando secoli fa avevo venti anni
e gridavo nelle piazze le mie denunce



ANTIPOESIA 2

allora le mie gambe erano forti
senza protesi erano del tutto mie
obbedivano alla mente
resistenti atletiche flessibili
ho percorso chilometri con le folle
ingenua?
così dicono di quelle come me che più volte
hanno fatto la marcia per la pace
contro ogni violenza e discriminazione
adesso
mi lacerano le notizie delle donne sequestrate
violentate selvaggiamente umiliate
e che ancora sulla Striscia di Gaza
i mostri dell’odio del potere e la vendetta
abbiano la meglio sul bisogno di pace



ANTIPOESIA 3

per ottenere quello in cui credo
più volte ho partecipato a manifestazioni pacifiche
ho manifestato determinata e non invano
adesso abbiamo leggi davvero essenziali
una contro l’aborto clandestino
e per il diritto delle donne di decidere
un’altra perché due che più non si amano
con dignità e rispetto possano divorziare
ed io da precaria para statale per lunghi anni
con tutti i doveri e senza nessun diritto
grazie a un’altra legge sono diventata di ruolo
e da dirigente sanitario
con la metà del mio stipendio
sono adesso pensionata



ANTIPOESIA 4

quanto di me uccidono nei corpi delle donne assassinate
e continuano a uccidermi in ogni essere vivente violentato
e muoio e mi fa male la morte in ogni migrante annegato
donne uomini e bambini io vivo le agonie di tutti quanti
soffrono la fame di pane pace e giustizia
sono queste le mie agonie le mie morti quotidiane
sento che con me potrebbe agonizzare la mia poesia
con i venti di guerra è difficile mantenere in vita la speranza

martedì 8 luglio 2014

News da Adele Desideri

Gentili lettori, segnalo quanto segue

*Recensione di Plinio Perilli a Adele Desideri, Stelle a Merzò (Moretti&Vitali 2013), pubblicata in Gradiva, International Journal of Italian Poetry, Rivista internazionale di poesia italiana, n. 45, Spring 2014, Leo S. Olschki Editore. 



Adele Desideri, Stelle a Merzò, Moretti & Vitali, 2013, pp. 76, euro 12,00.
Romanzo in sequenze, ha ragione Paolo Lagazzi, nell’attrito intimo di “qualcosa d’irriducibile, di assoluto e gratuito, di fresco e sottile”… Sorta di strano e fervoroso diario o racconto in versi dove – per fortuna – il quotidiano s’innerva, s’intesse di poesia ed il sublime, viceversa, annida anche nel guizzo o nella plaga più prosaica, più umilmente andante o casuale: “La casa che esplodeva d’amore / ora muore – chiusi i battenti – / con una festa imbevuta d’angoscia / – undici slip nella lavatrice.”… Ma si fa – attenzione – cronaca vera (passione estiva databile 28 luglio – 31 ottobre 2009 in quel di Merzò, comune di Sesta Godano, provincia di La Spezia), storia di un’anima non meno dei paludati, trasparenti orfismi finti e recitati offertori lirici: “Ti devo chiedere il permesso / – oppure posso baciarti, infilzarti l’anima?”… “Getta gli avanzi, nascondi gli indizi, / ferisci il ventre che a te si cela”… Tra poesia e critica, ricerca storica e dedizione saggistica, Adele Desideri riassume, concentra già nei suoi stessi titoli la tenera forza e insieme la guizzante trasgressione del suo dettato: Salomè (2003); Non tocco gli ippogrifi (2006); Il pudore dei gelsomini (2010). Ci conforta l’autoironia profonda che qui urge e miscela i versi, conclama resoconti spiccioli e impennate auratiche: “C’è troppo buio, aspettate! / Non può essere doppio il futuro!”. Ci conforta l’amico Tomaso Kemeny, in questo plauso che è insieme disvelante e riconsacrato: “La malattia d’amore pare irrimediabile, anche se i versi dell’autrice tendono a portare alla catarsi il lettore sensibile, i mal-aimé alla Apollinaire”. (pp
Plinio Perilli
Pubblicata in Gradiva, International Journal of Italian Poetry, Rivista internazionale di poesia italiana, n. 45, Spring 2014, Leo S. Olschki Editore



*Breve saggio di Adele Desideri a Paolo Lagazzi, Le lucciole nella bottiglia. Il mondo di Umberto Piersanti (Archinto 2012), pubblicata in Gradiva, International Journal of Italian Poetry, Rivista internazionale di poesia italiana, n. 45, Spring 2014, Leo S. Olschki Editore. 




Paolo Lagazzi, Le lucciole nella bottiglia. Il mondo di Umberto Piersanti, Archinto, 2012, pag. 138, euro 12.50

Paolo Lagazzi - nato a Parma, risiede a Milano - è scrittore e saggista intenso e originale, nonché curatore per i “Meridiani” Mondadori delle opere di Attilio Bertolucci, Pietro Citati e Maria Luisa Spaziani.
Umberto Piersanti è docente di Sociologia della Letteratura a Urbino - dove vive - poeta, romanziere, regista cinematografico: insomma, uomo di cultura e sensibilità estetica. 
Li unisce una profonda, antica amicizia, li accomuna un’acuta percezione della bellezza e del mistero della natura, li avvicina la stima per Attilio Bertolucci. E queste lucciole nella bottiglia. Ovvero un “libriccino” pubblicato per i tipi di Archinto, che raccoglie alcuni saggi di Lagazzi - redatti dal 1994 al 2012 - dedicati a Piersanti, alle sue produzioni artistiche e alla sua prorompente personalità.
Il titolo prende spunto da un fantasioso trastullo dell’infanzia di Piersanti, così dipinto da Lagazzi: “il gioco di imprigionare delle lucciole in un fiasco, di portare il fiasco in cima a un albero e poi di togliergli il tappo, guardando le lucciole mentre sciamano via”; un gioco-metafora della poetica di Piersanti: “una cattura di attimi, di atomi di luce”, affioranti dalla memoria quali “filamenti di piccole stelle, pulviscoli di ciò che non ha nome ma che (…) rinnova senza fine in noi il miracolo e lo strazio di essere vivi”.
Lucciole nella bottiglia, Piersanti e Lagazzi: l’essenza dei loro testi, certo, ma anche anime speciali - confinate in un quotidiano a volte duro, a volte più generoso - e, però, capaci di avvertire una dimensione altra nelle cose; attente e pronte a riconoscere - in ogni minimo dettaglio dell’esperienza - l’enigma dell’esistenza, e a renderlo emblematico con la forza delle parole.
Già ne La casa del poeta Lagazzi ha affrontato lo spessore di Attilio Bertolucci, come poeta e come persona. Ne Le lucciole nella bottiglia narra della vita e delle opere di Piersanti, delle comuni “flâneriestra Le Cesane, Urbino e il Montefeltro, tra Parma e Casarola (ove Bertolucci trascorreva le estati, nella casa di famiglia).
Conversazioni rarefatte e dense, filosofiche e amene; prati, alberi e creature del bosco; arcane sensualità del corpo femminile, battiti del cuore, dolori; improvvisi, genuini stupori davanti a quanto è, semplicemente, bello: tutto ciò, e molto ancora, s’infiamma e affascina nelle pagine di questo libro.
Lagazzi procede con uno stile leggero, intriso di rimandi magici; con una larghezza di vedute armonizzata da una prosa chiara e fluente; con una vis realistica e incantata al tempo stesso: Piersanti appare, così, con la sua sincera, «primaria» passione per la festa dei colori e delle forme, per il tripudio di una fantasia capace di evocare il mondo principesco del Quattrocento e insieme la rusticità di coppe e tazze «come quelle che usavano in campagna» quando era piccolo”. Lo descrive, Lagazzi, mentre percorre i sentieri delle Cesane, ed elenca con fresca meticolosità, eppure con un malinconico côté pascoliano”, i numerosi, invisibili animali, “le diverse specie vegetali (…), come se parlasse delle proprie mani o (…) degli occhi di alcune fra le donne da lui conosciute, corteggiate e amate”.
D’altronde, i versi di Piersanti illuminano il mondo, riformandolo in un concerto di superbe immagini e metafisiche sonorità: lo scòtano, che cresce sulle Cesane e sul Carso, diviene “l’albero delle nebbie”; tra i cespugli boschivi si celano, racconta Lagazzi, “fate bellissime e infìde (…) pronte a sedurre e a perdere i viandanti”; e incombe “lo sprovinglo (il diavolo) sempre in attesa d’invischiare col suo potere sinistro le anime fragili”. Risplende, poi, l’endecasillabo dell’urbinate - esemplare, nel Novecento - “semplice e armonioso (...) quasi onnipervasivo (…) capace di esprimere l’immersione nel tempo dell’esistenza”, “dolce e forte, (…) friabile e plastico” - afferma Lagazzi.
Gli articoli del critico parmigiano scorrono, indicano, e - a poco a poco - mostrano il poeta di Urbino, nella sua rustica e raffinata presenza, quale ”un antico, ruvido narratore di paese e un retore sapiente e sornione, un corpo intriso di segni e un’anima ammantata di aure e sortilegi”; risuona, allora, la sua voce - “amabile e un po’ ruvida, con timbri fondi e arrotati”, “grezzi e ipnotici” - quando recita: “l’anima è piccola, fatta d’aria,/ passa tra gli spini e non si graffia”.
Non si può, inoltre, non apprezzare i delicati commenti composti da Lagazzi riguardo alle liriche scritte da Piersanti per il figlio Jacopo, affetto da una malattia in parte, per la scienza, sconosciuta: “Jacopo transita per il mondo con la leggerezza degli uccelli o degli angeli, capace di abbandonarsi all’abbraccio dell’acqua con una sicurezza miracolosa, capace di lasciarsi cullare sullo specchio di un lago fino al tramonto, sordo a ogni richiamo, la testa indietro, il volto perso nel fondo senza fondo del cielo”. Jacopo è, per Lagazzi, fragile e immenso, come certi indimenticabili personaggi dostoevskijani; percepito dal padre - nonostante le sue cure amorose, apprensive - come imprigionato in un “altrove/ sordo e smisurato”.
Piersanti, la cui “passione proustiana è sempre contraddetta da un’amara coscienza leopardiana”, da un sentimento del tempo urgente, sconfinato, disperato - panta rei, insegna Eraclito.
Piersanti, cosciente - annota Lagazzi - che gli anni giovanili - quelli “di piombo” - sono stati trafitti dalle devastazioni delle ideologie, dagli orrori dei pestaggi, degli attentati, delle stragi; consapevole che - nella società contemporanea - si è scordato il senso del limite, si è annullato il pensiero mitico della civiltà rurale, si è scalfito il rispetto per il sacro - pagano o cristiano.
Piersanti e Lagazzi, che insieme vorrebbero, forse, fermare “l’avanzata moderna del nulla”, il declinare odierno in una tecnologica, barbarica, crisi epocale.
E la poesia di Piersanti, i versi inediti - nati come canto orale registrati mentre l’urbinate passeggiava “tra le gole e le rupi del Furlo” - e posti in chiusura alle Lucciole: “quando la nebbia sale/ nera e fitta,/ s’adunano le anime/ tra i rovi,/ ma se un raggio di sole/ la trapassa/ tornano alle dimore/ sotto la terra//”.

Adele Desideri

Pubblicata in Gradiva, International Journal of Italian Poetry, Rivista internazionale di poesia italiana, n. 45, Spring 2014, Leo S. Olschki Editore


 *Recensione di Adele Desideri a Carlo Cipparrone, Il poeta è un clandestino, Di Felice Edizioni 2013, pubblicata ne Il Quotidiano della Calabria, rubrica Weekend, 4 aprile 2014.










*Un saggio di Adele Desideri sulla poesia di Beppe Mariano. Natura e mito, realismo e trascendenza, Storia e riflessione sapienziale nella poesia di Beppe Mariano. Pubblicato in www.pelagosletteratura.it
, 21 maggio 2014.


*Recensione di Carmine Tedeschi a Adele Desideri, Stelle a Merzò (Moretti&Vitali, 2013) pubblicata in Incroci. Semestrale di letteratura e altre scritture, anno XV, n. 29, gennaio-giugno 2014.







*Recensione di Ciro Vitiello a Adele Desideri, Stelle a Merzò (Moretti&Vitali, 2013), pubblicata in www.versanteripido.it/desideri-nota-di-ciro-vitiello

luglio 2014.
 


*Breve nota critica di Nicola Bultrini a Adele Desideri, Stelle a Merzò (Moretti&Vitali, 2013), pubblicata ne Il Tempo, 7 luglio 2014. 






*Presentazione di Stelle a Merzò di Adele Desideri (Moretti&Vitali 2013), Biblioteca Centrale Villa Visconti D'Aragona, Via Dante, Sesto San Giovanni (Mi), a cura di Gianfranco De Palos. Intervento critico di Alessandro Magherini. 27 settembre 2014, ore 16

*Presentazione di Stelle a Merzò di Adele Desideri (Moretti&Vitali 2013), Camerata dei poeti di Firenze, Auditorium Ente Cassa di Risparmio , Via Folco Portinari 12, Firenze. Introducono Lia Bronzi e Carmelo Consoli. 16 ottobre 2014, ore 16.30 – 18.30
 

“(...) silenzio, distinzione e rinuncia si alleano contro gli stereotipi, e le costruzioni, i quadri e i racconti che sono l’esito di questa alleanza sono il luogo di una possibile sopravvivenza della civiltà”
Benjamin, Esperienza e povertà, in François Bruzzo, Fa(tali)smi delle lingue senza alberi, in Anterem, giugno 2008, anno XXXIII, n. 76, Anterem Edizioni, Verona

Adele Desideri