martedì 26 novembre 2013

Tutti siamo l'isola - Emergenza Sardegna: una antologia a favore della Sardegna alluvionata

Siamo rimasti tutti, come tutti, molto male per quanto è successo in Sardegna: un ennesimo "evento eccezionale" ha provocato nei giorni scorsi un'inondazione che è stata causa di lutti e danni materiali gravi. 
I primi sono irrimediabili e partecipiamo al dolore delle famiglie con tutto il rammarico comprensibile, ma per i secondi vorremmo poter portare il nostro piccolo contributo di aiuto e di sostegno a chi vive in una regione bellissima che accoglie generosamente molti di noi per le vacanze offrendo ospitalità in luoghi unici e suggestivi.
Per questo motivo, l’Associazione Culturale TraccePerLaMeta in collaborazione con la rivista di letteratura “Euterpe” ha deciso di mettere a disposizione le sue capacità e la sua arte, per dare vita a una raccolta di testi a sfondo sociale e civile il cui  ricavato di vendita sarà devoluto alla Croce Rossa Italiana con causale "Emergenza Sardegna".

La partecipazione a questa iniziativa è definita nelle modalità che seguono.
Ogni poeta potrà inviare una sua poesia di carattere sociale o civile, edita o inedita sulla quale detiene la proprietà intellettuale a ogni titolo.
La poesia non dovrà superare i 30 versi e non dovrà presentare elementi di offesa alla morale, alla religione o riferimenti che denigrino il bene comune e siano forme di discriminazione (razziale, sessuale, religiosa, politica, etc).
E’ richiesto all’autore che parteciperà di inviare la poesia indicando la propria città, a testimonianza della coralità di partecipazione.
Per partecipare è necessario inviare a info@tracceperlameta.org entro e non oltre il 7 dicembre 2013:
- la poesia
- l’attestazione del pagamento di 20€ .

Per le indicazioni precise circa la partecipazione alla iniziativa si rimanda a questo link: http://www.tracceperlameta.org/scadenza-7-12-2013-tutti-siamo-lisola-emergenza-sardegna/

La Associazione invierà regolare newsletter contenente  ogni aspetto economico dell'iniziativa provvedendo a documentare la cifra che, grazie alla vendita del libro, sarà devoluta alla CRI.


Anna Maria Folchini Stabile – Presidente Associazione TraccePerLaMeta
Lorenzo Spurio – Responsabile PR Ass. e Direttore rivista “Euterpe”




Info:



I° Concorso di Poesia "Katia Zattoni - Come farfalle diventeremo immensità" (scade 20 gennaio)

Parte il I° Concorso di Poesia 
“Katia Zattoni – Come farfalle diventeremo immensità”
Un concorso dedicato ad una cara amica prematuramente scomparsa l’8 Ottobre 2013.

a cura di Guido Passini
Abbiamo deciso di istituire questo concorso perché Katia amava la poesia, scriveva poesia, ma soprattutto ha fatto si che la poesia entrasse in ogni progetto che portava avanti. I progetti infatti che come Assessore portava avanti erano sempre circondati da quell’essenza di creazione nel trasmettere concetti, stati d’animo, realtà che spesso non vogliamo vedere. Proprio come la Poesia dovrebbe fare. A noi piacerebbe che ognuno dei partecipanti al bando potesse in qualche modo ricevere la grande energia positiva che Katia riusciva a trasmettere, nonché il suo coraggio nell’affrontare un destino che conosceva ma a cui non ha ceduto il proprio spazio. La sua è stata una vita all’insegna della politica e del rispetto civile dell’uomo. Ha unito passione, gentilezza, disponibilità verso il prossimo senza mai negare un sorriso a chi ne aveva necessità. La nostra intenzione è quella di riproporre il Concorso annualmente facendo si che il suo ricordo resti acceso, ma soprattutto che possa essere sempre un arrivederci e mai un addio.
Per scaricare il bando clicca Bando

Per scaricare la liberatoria clicca:

lunedì 25 novembre 2013

PAN OPTICAL TREE a Cremona 30 nov


SABATO, 30 NOVEMBRE 2013 - ore 17,30

nell'ambito della Rassegna Autori Sparsi 
presso il Centro di Riuso creativo TICONZERO al Cascinetto di via Maffi (Cremona)

ALBERTO MORI
presenta

PAN OPTICAL TREE                                                                           Videoperformance

Il riflesso della natura degli alberi catturato dagli specchi architettonici dei centri direzionali, sulla loro esteriorità che li rende invisibili e dove posizionano le vettorialità delle linee in traiettorie di astrazione mentre la luce , il verde, il cielo, liberamente compongono quadri urbani e contemporaneamente la poesia visiva e sonora decostruisce la parola, si inserisce nel loro spazio panottico, per porre e disseminare un accento urbano. Sussulto dinamico nel testo fotografico che scorre via con immagini reali e virtuali in una similitudine continua della città.


Alberto Mori, poeta performer e artista, sperimenta una personale attività di ricerca nella poesia, utilizzando di volta in volta altre forme d’arte e di comunicazione: dalla poesia sonora e visiva, alla performance, dall’installazione al video ed alla fotografia. Dal 1986 ha all’attivo numerose pubblicazioni editoriali. La produzione video e performativa è consultabile nell’archivio multimediale dell’Associazione Careof / Organization for Contemporary Art di Milano. Negli ultimi anni più volte finalista del premio di poesia “L. Montano” della rivista Anterem di Verona. 

Website: www.albertomoripoeta.com

Vi aspettiamo
Cristina Tomedi
(ingresso libero)

Esecuzioni di Alberto Mori a Grumello Cremonese 1 dic

Ass.alla cultura Biblioteca Grumello Cremonese

Patrocinio della provincia di Cremona Ass. alla cultura

Centro della poesia cremonese


 
Domenica  1   Dicembre   ore  16:00

Sala Conferenze di Cascina Castello
Via Roma 2  Grumello Cremonese


Alberto Mori
 
Esecuzioni
                                         
40  improvvisazioni sonore
con intermezzo di 9 videominuti


Performance dell’autore

Presentazione del libro Esecuzioni (Fara Editore 2013)  
a cura di Franco Gallo 

Da rumori e suoni organizzati, da musica di consumo e da sonorità intenzionali ben progettate, da scarti di Muzak a paesaggi sonori veri e propri, l’orecchio di Mori valorizza la varietà autosufficiente ed evocativa dello scenario uditivo e prova a immaginare una riorganizzazione dello spazio percettivo intorno al fatto sonoro in sé e per sé. L’esecuzione capitale della poesia, la sua lettura ad alta voce come fatto sociale, diventa a sua volta un altro di questi eventi sonori, cancellazione intenzionale dell’autosufficienza del testo poetico, sua reinvenzione come spartito e suo affidamento allo strumento profondamente onirico del corpo e del risuonarvi profondo, oltre la coscienza, della stimolazione acustica.

Alberto Mori, poeta performer e artista, sperimenta una personale attività di ricerca nella poesia, utilizzando di volta in volta altre forme d’arte e di comunicazione: dalla poesia sonora e visiva, alla performance, dall’installazione al video ed alla fotografia. La produzione video e performativa è consultabile nell’archivio multimediale dell’ Associazione Careof / Organization for Contemporary Art di Milano. Negli ultimi anni più volte finalista del premio di poesia “L. Montano” della rivista Anterem di Verona. Dal 1986 ha all’attivo numerose pubblicazioni. Nel 2001 Iperpoesie (Save AS Editorial) e nel 2006 Utópos (Peccata Minuta) sono stati tradotti in Spagna. Per Fara Editore sono stati editi Raccolta (2008) Fashion (2009) Objects (2010) Financial (2011) Piano (2012) Esecuzioni (2013).


Website: www.albertomoripoeta.com

Per informazioni sul libro:  
www.faraeditore.it/html/siacosache/esecuzioni.html

Infomail per l'evento: centropoesiacr@libero.it

sabato 23 novembre 2013

Marco Scalabrino a Trapani 18 dic

Mercoledì 18 dicembre 2013, alle ore 17.30,
presso la Sala Torre Arsa
della Biblioteca Fardelliana,
saranno presentati

Parleremo dell’arte
che è più buona degli uomini
Saggi di poesia dialettale siciliana voll. 1 e 2


con prefazione di Pietro Civitareale
CFR Edizioni – Piateda (SO) 2013

La S.V. è invitata a partecipare



Introdurrà:

Margherita Giacalone
Direttore della Biblioteca Fardelliana


Interverranno:

Giuseppe Alletto
Pittore, autore della immagine di copertina

Gianmario Lucini
Editore

Marco Scalabrino


Relazionerà

Vincenzo Vitale
già Docente di Lettere Classiche






Letture a cura di



Alberto Noto e Maria Pia Virgilio





Per informazioni:



Biblioteca Fardelliana

Largo San Giacomo

Trapani

tel. 092321506

William Stabile in Labyrinthi. Vol. 3 Antologia poetica a cura di Ivan Pozzoni

recensione di Vincenzo D'Alessio


Impressa sui bianchi fogli di carta, a giugno di quest’anno, il nero inchiostro delle parole ha dato vita alla “monumentale” (cito il curatore) Antologia Labyrinthi. Vol 3 che nelle intenzioni del curatore (ed editore) Ivan Pozzoni dovrebbe essere: “nuova forma di resistenza etica / estetica interessata a combattere vecchie e nuove forme di dominanza, naviga, come la Nave dei folli di Bosch” (dall’introduzione).
Le intenzioni sono forti e complesse al tempo stesso. In qualche modo richiamano alla mente i movimenti letterari (vedi il Futurismo e il Dadaismo) apparsi agli inizi del secolo appena trascorso che preannunciavano purtroppo le grandi tragedie che hanno fatto dichiarare quel secolo “Il secolo breve”. Due dolorosissime guerre mondiali con la scomparsa di tante voci singole: voci di poeti, scrittori, esseri umani.
Il curatore, proprio mentre contrappone gli intenti di quest’opera ai tempi attuali, evidenzia i tratti labirintici del tempo della parola e la necessità della memoria: la parola muta, invecchia, risorge, si frammenta, si rinnova, proprio come gli esseri umani che la utilizzano: “Labyrinthi si reinventa manuale di astrofisica, orientato a disvelare ogni tentativo d’essere 'voce' nell’accecante orizzonte artistico attuale, senza emarginazioni aristocratiche, o manuale d’archeologia, indirizzato a dissotterrare istantanei messaggi d’esistenza, come se fossero stati affidati a graffiti sui muri dei bordelli di Pompei o a commenti artigianali sui bordi di vasi etruschi” (dall’introduzione). Senza questi “segni” lasciati da altri uomini prima di noi non saremmo quello che oggi siamo nella scrittura, nella letteratura, nella Poesia, nel teatro, nella Storia dell’Arte.
Il messaggio della parola giunge dal passato a rafforzare il presente e a scandagliare il futuro. L’uomo è l’essere vivente che dalla nascita della scrittura ha teso a “memorizzare” luoghi, eventi, sogni, grandi dolori, traducendoli nei Miti, nei Poemi, nella Storia. La Poesia è stata ed è l’ancella per eccellenza del Tempo, intesa come lotta tra il Divenire e il Nulla al quale ogni essere vivente è destinato. Ogni voce poetica che emerge dal Caos dell’evoluzione è un lampo nel buio dei secoli; il tuono che ne deriva si scarica al suolo e feconda di elettrodi la terra.
Ogni forma di aggregazione è positiva, perché somma nel coro la specificità di ogni voce. Anche questa “Antologia Poetica” contribuisce alla costruzione di quella “weltanschauung artistica (…) intenta a sollecitare (…) la fabbricazione di sistemi di valore idonei a rifondare un dialegesthai comune” (dall’introduzione).
Una voce emergente per la sua poetica sincera e innovativa, utilizzata già nei primi versi comparsi nella raccolta: Contrappunti e tre poesie creole (Fara Editore 2006) è quella di William Stabile. Nell’esergo che introduce la raccolta “Pantheon” contenuta nell’Antologia di cui parliamo si legge: “A Dirk e Lapo. Al loro immenso contributo all’umanità”. L’ironia costruttiva dei versi parte dalla contrapposizione della grande ricchezza e dell’immensa povertà. Seguono nella poesia eponima i distici legati tra loro dall’appartenere al mondo luccicante della moda, dei profumi, della pelletteria, dell’abbigliamento, della quotidianità come i rasoi da barba.
Una costruzione mastodontica strato su strato che regge agli urti del tempo e agli squilibri dei mercati mondiali. Un gigante immenso che raggiunge vette inimmaginabili, algide, frequentate solo da ricchi rampolli discendenti di abili famiglie. Rivolgendo lo sguardo attento al percorso poetico di Stabile , la poesia Contrappunto apparsa nella prima raccolta e ripresa dal poeta inglese William Woll, si fa percepire la forza del cambiamento: il poeta è il cambiamento non soltanto con i suoi versi ma con la sua reale esistenza:

There are moments, precise moments in my evenings
In which I case to be a man:
I traverse season in a few minutes;
I shed thoughts in spirals, lines of certainty, half-truths,
So the wheat sheds its husk
At the first biting wind of September
 

( Counterpoint )

Tornano alla mente le belle pagine di George Orwell, dell’attualissimo romanzo 1984 (Mondadori) scritto nel 1948, dove antropologicamente prendono corpo i messaggi che i versi di William Stabile ci inviano: “Le masse non si ribellano mai in maniera spontanea, e non si ribellano perché oppresse. In realtà, fino a quando non si consente loro di poter fare confronti, non acquistano neanche coscienza di essere oppresse” (pag. 214).

Riporto il contributo di cui parlo nei versi del Nostro tratti dalla poesia Il caimano (pag. 83): “(…) Alle 4am se ne sta sulle rive del letto / Disteso lungo a mo’ di un caimano / Le zampe piegate sotto il corpo inerme / stringendo la sua vittima, / l’unica possibile./ (…) Nel cuore un punto-e-virgola / duro come d’anacardio.”
Gente che si nutre dei sacrifici degli altri, delle loro esistenze, svuotandole dei valori etici, costringendoli ad essere una massa incosciente: unica vittima. Poi questi stessi “caimani” offrono denaro per diverse cause proprio come il frutto scelto metaforicamente nei versi citati: l’anacardio: molle all’esterno, come falso frutto, duro all’interno come pietra. Esempi che anche il neo papa Francesco, nei suoi incontri con le immense masse di fedeli ha voluto esorcizzare dal falso bene che procurano alla Chiesa.
Il poeta seduto sulla luna (pag. 84) apre con un motivo classico, quello della Batracomiomachia leopardiana, profondamente ironico, tristemente moderno, dove i due ragazzi intenti a scrutare lo stagno metaforicamente tentano di scrutare l’irraggiungibile fondo dell’esistenza. L’anafora “di sera vorrei” si pone ad indicare la solidità delle scelte attuali verificate poi nella vecchiaia. Il dialogo con l’intera umanità si accende e continua, perché il poeta vorrebbe essere ascoltato, quasi che il rimorso potesse raggiungerlo per non aver adempiuto al compito al quale Madre Natura l’ha destinato: “Noi: Parlamentari dello Stagno.”
Innata è la forza del viaggio, proprio come una meteora che attraversa il cielo di molte realtà, in William Stabile. Ci sorprende quel suo costruire tessera dopo tessera, verso dopo verso, il complesso mosaico della poetica irriverente, esacerbato dalla lotta impari e stupenda intrapresa contro il gigante che domina il nostro mondo: “Il grande fratello”. Il poeta è qui, in questi versi che formano la chiusa della poesia Il poeta seduto sulla luna: “Chi bacerà i tuoi labbroni da negro? (…) / Forse il ragazzo che tra le canne si confonde / mentre orina alla luce / della luna.”

giovedì 21 novembre 2013

È uscita la ristampa de La neve opera vincitrice Faraexcelsior e non solo






kairos
Potete ordinare i nostri libri per mail a info@faraeditore.it o allo 0541.22596 fax 0541-22249 con lo sconto del 15% (più 3 euro spese per l'Italia) inseriremo nel plico il bollettino di c/c postale già compilato o, se preferite fare un bonifico, vi indicheremo le coordinate.
Filia premio Minerva
Recensioni e segnalazioni
 
 


Francesco Filia La neve

€ 11,00 pp. 56 (Sia cosa che # 95)
ISBN 978 88 97441 175
copertina di Elvira Pagliuca (Studio KalEidon)
opera vincitrice del concorso Faraexcelsior 2012
Primo premio al Civetta di Minerva 2013
Finalista al Pontedilegnopoesia 2013

La neve, quella vera, non l’abbiamo mai vista se non nella bocca a nord del vulcano / nei pochi giorni di cristallo dell’inverno come una minaccia / che ricorda quel che non abbiamo temuto abbastanza / ma il gelo, quello sì, è dentro di noi fino alle ossa / e lo sentiamo che morde le giunture e crepa le ossa / fino al midollo. Ce ne accorgiamo dai sorrisi tirati / dei passanti, dai gesti circospetti di chi vive per strada / dalle urla dei ragazzi impresse nell’aria, dal nostro esitare. / E non ci sono di conforto i nostri sogni agitati in piena estate / lo scambiare la notte per il giorno o il ricordo di una madre / il tepore della sua ombra. E se anche qualcuno di noi / si chiede qual è il respiro di queste strade, del loro teso / vibrare, della luce che apre spazio tra palazzi e i nostri / incerti passi affrettati rimarrà come un brusio di fondo / tra risate e un colpo di clacson. Tra misericordia / e cielo non c’è più tempo per esitare. L’assedio / è dentro le case. È tra la mano e il buio di stanze abbandonate / e non serve ritrarsi di scatto, anche le mura sapranno chi siamo / scrutando la paura nei nostri occhi e allora potremo solo obbedire / ascoltando il silenzio che si insinua tra il vocio e il magma di piazze / e strade, che invade portoni e giardini a mezzacosta, che copre / frammenti di dialoghi affamati di bocche e cuori e allora, tra vestiti / gettati e l’odore di arance cadute, saremo veri e senza età / come chi dovrà morire sul serio.

Francesco Filia vive e insegna a Napoli, dov’è nato nel 1973. È stato vincitore della sezione inediti del premio Dario Bellezza (edizione 2001) e finalista di altri premi, tra cui il Città di Tortona, per l’opera prima, 2008. Sue poesie sono apparse su varie riviste blog e riviste on-line (La Clessidra, Capoverso, La Mosca di Milano, Poesia, Nazioneindiana, VDBD, Poiein, Poetrydream, Poetry Wave, Sagarana, Sinestesie, ecc.) e, tra le altre, nelle antologie Subway. Poeti italiani Underground (a cura di Davide Rondoni e con introduzione di Milo De Angelis, Net, 2006) e Il miele del silenzio (a cura di Giancarlo Pontiggia, Interlinea, 2009). Ha pubblicato il poema in frammenti Il margine di una città, con prefazione di Raffaele Piazza e dieci tavole di Pasquale Coppola (Il Laboratorio, 2008). Collobora con nellocchiodelpavone.blogspot.it

lunedì 11 novembre 2013

L'inizio della storia

pubblicata su Il fiacre n. 9 aprile 2009





Gli impeti religiosi di Gabriele Rossetti
di Stefano Vitale


Mario Fresa con il manoscritto del Salterio
"Il Tempo, ovvero Dio e l'Uomo"
di Gabriele Rossetti


Memore di una sua personale e strenua ricerca storica, Mario Fresa ha riportato alla luce un prezioso manoscritto di Gabriele Rossetti (Vasto, 1783-Londra 1854), straordinaria quanto controversa figura di scrittore dalle molteplici sfaccettature. Poeta e librettista, carbonaro e rivoluzionario, studioso dell’opera di Dante, esule prima a Malta e poi a Londra, Rossetti si segnalò costantemente, oltre che per la sua vivace e originale produzione letteraria ed esegetica, anche per il suo continuo, inesausto, coraggioso impegno civile: un impegno che, inevitabilmente, doveva alienargli il favore dei potenti del suo tempo. Ed è proprio il tempo il protagonista dell’opera di cui Mario Fresa ha scoperto il manoscritto autografo e che è stata recentemente ripubblicata in edizione critica – curata dallo stesso Fresa - presso la casa editrice Carabba con il sostegno del Centro Europeo di Studi rossettiani. Il titolo del poema è, appunto, Il Tempo, ovvero Dio e l’Uomo (1843); esso costituisce la seconda redazione, ampliata e modificata in vari passaggi, del Salterio Iddio e l’Uomo (pubblicato dieci anni prima, nel 1833).
Operando con la consumata disinvoltura del ricercatore, e col rigore filologico che da sempre contraddistingue il suo lavoro, Fresa ha gettato nuova luce sulla genesi di questo complesso e controverso componimento rossettiano.
Significativa, pertanto, è la pubblicazione di questo poema politico-religioso, che il Rossetti definisce Salterio, alludendo alle forme poetiche dei Salmi biblici. L’edizione critica del poema è corredata, in appendice, da un prezioso apparato testuale che riporta le varianti intercorse tra le due redazioni dell’opera, e che testimonia il ricchissimo, addirittura tormentato, lavoro di riscrittura del Salterio da parte di Rossetti.
Così scrive Fresa nella sua densa introduzione: «l’opera si presenta armonicamente organizzata attorno ad alcune dominanti che riprendono molti tra i principali motivi caratteristici dell’arte e del pensiero di Rossetti: l’eroica visione dell’azione politica, intesa come la concreta realizzazione di un imperscrutabile, sovrastante disegno divino; i vibranti, inesausti accenti libertari; il senso religioso, avvertito panteisticamente come presenza coincidente con la realtà e come fase che s’invera nello stesso processo storico» .
Dunque, la parola poetica è avvertita da Rossetti come il mezzo più nobile e più alto per dar voce e nome a un sentimento senza tempo, capace di risvegliare la vibrazione del mistero ch’è legato al senso dell’esistenza dell’uomo, al suo finale ed enigmatico destino: ed è così che «l’individuo non si esaurisce nel limite della realtà naturale, ma è per costituzione ad Deus creatus, cioè ordinato ad essere toccato dall’incontro con Dio e immesso nella partecipazione del Dio vivente». (Marta Cerviso).
La poesia di Rossetti non ama nascondersi dietro giri di parole, ma sa piegarli ad un più vasto disegno meta-temporale: senza smentire, infatti, la sua indole avventurosa e temeraria,  il Vastese sa costruire, sin dall’incipit dell’opera, una poesia forte, energica, addirittura abrasiva, che sembra animosamente emergere dalle profondità di un mare ora tranquillo, ora sconvolto da ondate improvvise e violentissime. E ancora una volta si rivela la duplicità anfibia di questa eccezionale figura di poeta e di patriota: da un lato, egli appare come un rovente e appassionato cantore colmo di fiammante e virulento drammatismo; da un altro lato, poi, egli aspira alla costituzione di una finale armonia, di una sublime concordia universale che stringa e che leghi amorosamente tutti gli uomini, come fratelli. Mario Fresa osserva: «in tale prospettiva, il dono della poesia diventa, nel sogno rossettiano, il fondamento essenziale per una nuova speranza che possa garantire, alle vicine e alle future generazioni, la continuità dei più alti valori etici dell’uomo, riaffermando e ribadendo, contro la scura voragine di un presente minato dall’arroganza e dal male, la volontà di seguitare fermamente a credere nell’unità risolutrice della Storia e dello Spirito».
Ed ecco apparire, allora, oltre l’opaco sipario dell’apparenza e della inarrestabile vanità delle umane azioni, l’estremo baluginare dello Spirito di Dio, la sua immanente presenza che riordina e che armonizza, che riassume e che traccia le finali coordinate del tempo umano; e proprio in virtù di questo immenso baluginare divino, la materia e il divenire trovano, infine, sintesi e compiutezza, senso e disciplina, coerenza e luminosità.
«L'opera – rileva Maria Petrella - porta avanti una visione del mondo e del tempo che non è politica, bensì metafisica, sciolta dal reale, quasi totalmente irrelata rispetto alle congiunture storico-politiche. Il verso, un senario organizzato in ottave, ma anche le frequenti metafore e le citazioni bibliche danno forma alla dimensione sacrale dell'opera e le conferiscono uno stile che si allinea perfettamente al resto della produzione rossettiana e che si configura come combattivo, energico, vibrante e tragico».
Una poesia fiammeggiante, insomma, di ardentissima irruenza e di commovente passionalità: essa si muove costantemente nell’ansia turbinosa di un andamento ritmico potente e incessante, che si dirige nel vortice di un movimento ciclico, solenne e inevitabile: un movimento affannoso che denuncia il senso acuto di una mancanza, e che infine potrà raggiungere la sua agognata interezza soltanto per il tramite di una rinnovante rigenerazione dei popoli oppressi, nobilitati dall’ideale di un comune riscatto, di una superiore concordia universale.
Animosa e delicata insieme, sempre temibile e terribile nelle sue invettive e nei suoi febbrili vaticini contro i tiranni d’Italia, ma dolcissima e melodiosa nelle sue forme, la poesia di Rossetti diventa, allora, la voce stessa della speranza, presentandosi come l’eco anticipata di una futura, suprema beatitudine.



Gabriele Rossetti, Il Tempo, ovvero Dio e l’Uomo. Edizione critica, introduzione, commento e apparato critico delle varianti a cura di Mario Fresa, Casa Editrice Rocco Carabba, Lanciano, 2012, Collana «I Classici», pp. 350.

  


Alberto Mori et alii a Milano, 15 nov



Libreria Odradek Milano Via Principe Eugenio 28
Tel. 02 314948  www.odradek.it
 
Venerdì 15 novembre  alle ore 18

Tatiana Bertolini, Alberto Mori e Germana Pisa

presentano

Nelle pagine del tempo - Le parole salvate dai ricordi (EmmeTi edizioni)
Dizionario autobiografico e collettivo

 
La partecipazione è libera
 
Nelle pagine del tempo, le parole salvate dai ricordi
Dizionario autobiografico e collettivo  Pag. 436  Euro 22,00

Se, come recita il celebre adagio, verba volant et scripta manent, è anche vero che le parole, grazie al loro legame inscindibile con la cultura e con la mentalità dell’epoca nella quale nascono, si diffondono e vengono usate, posso riportarci alla pesantezza del nostro essere, al ricordo del tempo che fu, a quella “rosa che non colsi” nella quale si racchiude spesso il senso dell’esistenza. Così, mossi dall’intento impossibile di bloccare, grazie alleparole, il flusso incessante del tempo, i curatori del dizionario autobiografico e collettivo Nelle pagine del tempo, le parole salvate dai ricordi hanno raccontato e si sono raccontati attraversodecine di termini ormai dimenticati, desueti o addirittura scomparsi, anche se vi fuun tempo in cui scandivano la nostra quotidianità. Da “Abbacinare” a “Zolfanello”, da“Duplex” a “Yè-yè”, da “Mangiadischi” a “Réclame”, il filo delle parole nel tempo e delracconto autobiografico si dipana attraverso cinquant’anni di storia italiana ricordandocicome eravamo, come siamo adesso e come siamo cambiati passando nel giro di pochi decennidai ritmi ciclici del mondo contadino a quelli frenetici e lineari della condizione postmoderna.Ma in questa rassegna di parole dimenticate, ma ancora ricche di risonanze,così come nella disposizione d’animo dei curatori, non c’è spazio per la sterile nostalgia.Attraverso le loro vicende, infatti, il lettore si accosta a un mondo ormai lontano ma tutt’altroche trasfigurato dal ricordo, che riemerge in tutta la sua vividezza. Un’occasioneper riflettere, per sognare, per ricordare ma anche per lasciarsi coinvolgere nelle storie rare,bizzarre, spaventose, avvincenti e divertenti dei curatori, i quali, come dice il professorDuccio Demetrio nella sua prefazione, ci restituiscono le parole nel tempo “non nellapreziosità un po’ algida del lemma ormai perduto bensì nella vivacità del racconto breve,  madido di esperienza”.
 

La cooperativa editoriale EmmeTi

La cooperativa EmmeTi nasce per l’iniziativa di un gruppo di operatori culturali attivi nel campo editoriale, particolarmente interessati alla promozione presso il pubblico italianodella cultura dei Paesi dell’Europa orientale, della Russia e della Grecia, che condividonol’eredità dell’impero Bizantino e soprattutto l’identità religiosa ortodossa. Le collane diEmmeTi comprenderanno prosa, poesia, teatro e saggistica di autori provenienti dai Paesisuddetti, ma anche opere di studiosi provenienti da altri Paesi, il cui campo di interesseriguarda tali culture. La flessibilità offerta dalla forma della cooperativa consentirà a EmmeTidi ampliare a seconda delle esigenze la gamma dei propri collaboratori e di istituireproficui contatti con enti, organismi e istituzioni che possano favorirne gli obiettivi
culturali.
 
EmmeTi società cooperativa – Piazza Prealpi 3, 20155 Milano
edizioni.emmeti@gmail.com


lunedì 4 novembre 2013