cfr. www.faraeditore.it/html/eventi09.html#romagna
(cliccare sull'immagine per ingrandirla)
IN-CENSURATI
ENO' Wine Bar , via Roma 4
Taranto
Domenica 3 Maggio ore 19:00
Presentazione a cura di Aldo Perrone delle antologie poetiche:
Una piccola poesia, vol. II (Casa Editrice Kimerik)
Storie e versi (Fara Editore)
Ospiti della serata gli autori tarantini
presenti nelle due antologie.
Erminia Daeder, Alessandro Marti,
Rosalia D’Arcangelo, Gianni Cellamare,
Giuseppe D’Auria, Manuela Giacomelli,
Roberto Iannetti, Lucrezia Maggi,
Shambhu ( Roberto Signorella)
Reading di poesia a cura degli autori
Una piccola poesia Vol. II
Raccolta poetica corale ideata e curata da Lucrezia Maggi
(Casa Editrice Kimerik)
Può la poesia essere sollievo quando tutt’intorno ogni cosa appare ormai priva di colore?
Può la poesia contenere lo straripare emozionale delle nostre anime sature di urla troppo a lungo trattenute?
Una Piccola Poesia. Per i deboli, per gli affranti, per chi urla, per chi tace, per chi cerca risposte, per chi crede di averle trovate, per chi ama, per chi soffre. Per chi va ma, soprattutto, per chi resta…
… E i giorni e le vicende riemergono e la loro storia diventa verso, poema, aura densa e sublime. E così scorrono, sotto l’occhio del lettore, immagini, sequenze luoghi e azioni; proiezioni di anime sature di sentimenti, dolori e passioni.
"L’immediatezza della poesia sta nella sua freschezza di pensiero, nel suo ergersi semplice e nuda davanti agli uomini, come una ninfa non imbarazzata dagli sguardi, ma certa del suo messaggio di armonia.
In fondo, la funzione della poesia è quella di aprire a nuovi spazi inesplorati che, paradossalmente, spesso, sono i nostri spazi intimi."
(dalla postfazione di Gabriele D'Angeli)
«Ecco, “Una piccola poesia”, questa nostra seconda raccolta, amo immaginarla così: un’unica variopinta tela intessuta di “silenzi”… Mentre, tra le trame di essa, il tempo chiama a sommare tra “scalze parole”, un solitario vissuto.» (Lucrezia Maggi)
Dal 14 al 18 maggio , al Salone del libro di Torino
Nell'antologia sono pubblicati i testi di 22 poeti 8 dei quali tarantini
Storie e versi (Fara Editore)
Antologia del concorso Pubblica con noi 2008, antologia che raccoglie l’esito del concorso indetto, dalla casa editrice Fara di Rimini e che porta alla conoscenza del più vasto pubblico di lettori e radio ascoltatori (Radio Alma di Daniela Terrile) le poesie, le storie, i racconti di tanti autori dal racconto fantascientifico alla poesia d’amore, dal verso tornito e vigoroso alla novella di ambientazione storica, dai poemetti narrativi alle storie che mettono sagacemente alla berlina i rapporti interpersonali in questa nostra società apparentemente (veramente?) disgregata eppure consumisticamente omologata… una umanità che può trovare nella consapevolezza della sua crisi (e tutti gli autori qui presenti ne riverberano fra le righe o esplicitamente
i sintomi) le risorse necessarie a una rinascita etica ed estetica.
Per la sezione poesia sono state scelte per la pubblicazione le raccolte di Erminia Daeder, Stefano Leoni, Roberto Marino Masini, Sebastiano Adernò.Per la sezione racconto trovate le opere di Luigina Sgarro, Alessandra Carlini e Giuseppe Perciabosco.
A proposito della raccolta L’intrico e i serpenti di Erminia Daeder, Massimo Pasqualone nella sua postfazione scrive: “Nella raccolta sono dosate in modo sapiente le figure di suono e di significato, arricchita com’è da preziosi correlativi oggettivi di eliotiana memoria”.
Ogni verso è una provocazione all’inseguimento di una linfa che nasce dalla terra, dalla natura, dal sangue, e promana una forza negli eventi sul mare, nel vento, sull’ambiente,sulla umanità.
Il rancore sorge e si riversa nelle poesie contro “i serpenti” e contro “l’intrico” dell’esistenza. Versi scabri, nudi, arricchiti da una mano sapiente alla ricerca di una “fede”/ “ostia” d’immortalità.
Nei locali dell'Enò Wine Bar sarà esposta una selezione
di quadri dell'artista tarantina Seve Fontana
-Ingresso libero –
consumazione obbligatoria
www.caffeletterarioincensurati.wordpress.com
CASCINA MACONDO
Centro Nazionale per la Promozione della Lettura Creativa ad Alta Voce e POETICA HAIKU
Borgata Madonna della Rovere, 4 - 10020 Riva Presso Chieri - Torino - Italy
tel. 011-9468397 - cell. 328 42 62 517
info@cascinamacondo.com - www.cascinamacondo.com
BANDISCE
7° EDIZIONE - CONCORSO INTERNAZIONALE DI POESIA HAIKU IN LINGUA ITALIANA
possono partecipare: autori di ogni nazionalità e di ogni età
partecipazione: GRATUITA
sezioni: individuale (autori singoli) - collettiva (scuole e area handicap)
quantità: massimo tre haiku classici INEDITI (5-7-5 sillabe) in lingua italiana.
invio: solo attraverso la compilazione del modulo on line www.cascinamacondo.com (previa registrazione)
scadenza: 31 MAGGIO 2009
premiazione: domenica 22 NOVEMBRE 2009 a Cascina Macondo - cerimonia ufficiale
premi: 114 haiku classificati (57 sezione singola + 57 sezione collettiva) pubblicati in volume
1°- 2°- 3° PREMIO SEZIONE SINGOLA:
- preziosa ciotola Raku, attestato, libro degli haiku
- al PRIMO PREMIO anche un soggiorno di una settimana per 2 persone alle CINQUE TERRE ospiti in un villino del Villaggio La Francesca (Bonassola-La Spezia-Italia)
- al SECONDO PREMIO anche un soggiorno di una settimana per 2 persone presso la PENSIONE SIGNORINI (Castiglioncello-Livorno-Italia)
1°- 2°- 3° PREMIO SEZIONE COLLETTIVA:
- targa in ceramica Raku alla Scuola
- attestato e libro degli haiku all'alunno
- libro all'insegnante
AI PRIMI DIECI CLASSIFICATI DI OGNI SEZIONE ATTESTATO DI MERITO
nota 1: tutti gli haiku pervenuti sono visibili sul sito di cascina macondo
nota 2: il pubblico può votare gli haiku messi on line
(Il voto del pubblico è utile parametro di riferimento per dirimere i casi che hanno ottenuto parità di voto dalla giuria)
clicca qui per il bando completo IN 14 LINGUE (grazie per averlo stampato e appeso in qualche luogo)
http://my.cascinamacondo.com/site/bando.asp
giuria
Alessandra Gallo (scrittrice-poetessa-insegnante)
Annette Seimer (traduttrice)
Antonella Filippi (scrittrice-poetessa-Haijin)
Domenico Benedetto (fotografo)
Fabia Binci ( scrittrice-Haijin-insegnante)
Fabrizio Virgili (Haijin-insegnante)
Giorgio Gazzolo (Haijin)
Michele Bertolotto (web master-Haijin)
Pietro Tartamella (scrittore-poeta-Haijin-insegnante)
membri onorari della giuria
Ban'ya Natsuishi (Japan)
Danilo Manera (Italy)
David Cobb (UK)
Jim Kacian (USA)
Max Verhart (Holland)
Nico Orengo (Italy)
Visnja Mcmaster (Croatia)
Zinovy Vayman (Russia)
Sponsor e Patrocini
Regione Piemonte www.regione.piemonte.it
Comune di Riva Presso Chieri www.comune.rivapressochieri.to.it - Fondazione Italia-Giappone www.italiagiappone.it
Liceo Europeo Convitto Nazionale Umberto I www.cnuto.it/CNUTO/CNUTO/SitoPubblico/Sezioni/11
Villaggio La Francesca www.villaggilafrancesca.it - Pensione Signorini www.pensionesignorini.it
Cogest M&C-Business & Travel www.cogest.info - Edil.Dan.Pi. Costruzioni s.a.s www.edildanpi.it
Gruppo Piotto - Gruppo Haijin di Arenzano - Edizioni Angolo Manzoni www.angolo-manzoni.it
Deart Web Agency www.deart.org - Colombre Film www.colombre.it - Circolo dei Lettori www.circololettori.it
Aprile 29, 2009 in "Silenzi in forma di poesia", Poesia, Rassegna di poesia contemporanea, Reading, annunci, attualità | Tags: Direzione artistica e organizzativa di Bianca Madeccia, Silenzi in forma di poesia 2009
10 MAGGIO
POETI Matteo Fantuzzi, Annamaria Ferramosca, Leone D’Ambrosio, Marilena Renda, Tonino Vaan, Marina Pizzi, Caterina Vicino, Adriana Vitali Veronesi, Maria Armellino. ARTE IN TRANSITO happening di poesia, pittura e musica di Dale Zaccaria, Francesca De Angelis, Mario Romano (chitarra. CON LA COLLABORAZIONE DI Massimiliano Lanzidei di Anonima Scrittori DOVE Via della Mandolina, presso il bastione medievale detto “Torre Nuova”, ore 17.30, Sermoneta (LT), info: 347/1345391.
17 MAGGIO
POETI Giovanna Marmo, Michele Caccamo, Sara Davidovics, Mimmo Grasso e Davide Carnevale, Nina Maroccolo, Mauro Tiberi canta Dino Campana (voce e tamburo), Rita Pacilio in Jazz, Faraòn Meteosès, Luigi Pingitore. ARTE IN TRANSITO Angelo Tozzi (artista visivo). INTERFACCIA PERFORMATIVO T’ai Chi Ch’üan a cura di Luca Sperandio Murato (A.c.s.d. Asia). CON LA COLLABORAZIONE DI Roberto Ceccarini di Oboe Sommerso. DOVE Via della Mandolina, presso il bastione medievale detto “Torre Nuova”, ore 17.30, Sermoneta (LT), info: 347/1345391.
24 MAGGIO
POETI Maria Grazia Calandrone e Stefano Savi Scarponi, Lidia Riviello, Francesco Forlani, Andrea Breda Minello, Angelo Zabaglio e Marco Russo, Elmerindo Fiore, Sergio Zuccaro, Vincenzo Mastropirro e Antonino Maddonni, Roberto Ceccarini. ARTE IN TRANSITO Nicoletta Piazza (artista visiva). INTERFACCIA MUSICALE Vincenzo Mastropirro (flauto, voce, poesia), Antonino Maddonni (chitarra), Stefano Savi Scarponi (compositore) Marco Russo (tastiere). INTERFACCIA PERFORMATIVO T’ai Chi Ch’üan a cura di Luca Sperandio Murato (A.c.s.d. Asia). DOVE Via della Mandolina, presso il bastione medievale detto “Torre Nuova”, ore 17.30, Sermoneta (LT), info: 347/1345391.
A cura di BIANCA MADECCIA
e dell’Associazione culturale “ONDA DONNA”, info: 347/1345391.
“SILENZI IFDP” SU YOUTUBE
inEdition editrice, Bologna 2008, pp. 48, € 7
recensione di Sandra Di Vito
In una veste foscolianamente ridotta al minimo numerico di 18 componimenti è uscito Attese, preludio poetico di Francesco Piluso, giovane autore di Cosenza. Opera in limine tra passato, presente e futuro, tra memoria e sogno, lettura e scrittura, tra il buio dell'abisso e le promesse della luce, sembra già preannunciare, quasi un rito iniziatico, la stagione poetica che verrà. In questa esile ouverture traspare la sensibilità poetica e nello stesso tempo critica dell'autore, che pur consapevolmente sedotto dalla divina parola poetica, non cede fino in fondo al suo fascino, frenando l'impulso – che invece ottunde molta poesia contemporanea – all'autocompiacimento gratuito che porta spesso a pubblicare senza rigore e misura fiumi di parole traboccanti dall'anima in piena: «Intanto volutamente cedo/[so che non dovrei]/ al fascino della parola/ – è forse di Satana quella dell'uomo.»
Dovrebbe il poeta sciogliere le ambiguità del logos, ricondurlo al gioco linguistico primitivo «per ascoltare nei silenzi l'anima».
Come un ierofante in cerca del deus absconditus («Cerco Dio/ in una voce che non ha/ parole») il poeta ha raccolto qui i “vocalizzi” che la “mano sinistra” non è riuscita a cancellare.
Scavare abissi, selezionare, «scartare quelle parole che – come scrive Simone Weil – velano il modello», attendere la luce, piuttosto che cercarla narcisisticamente, diventa, quindi, un imperativo etico e poetico ineludibile, le vere armi di chi non la gloria poetica cerca, ma la luce.
La prima sezione del libro intitolata Aprile annuncia, anche foneticamente (con la prevalenza della sibilante), il tema dell'attesa, che dà il titolo al libro: «Cosa ci resta da pensare adesso/ che il sogno si è spento». Gettando un ponte tra scrittura e lettura la scelta del mese di aprile sembra contenere un'allusione al verso di Eliot: april is the cruellest month, l'incipit de La terra desolata; allusione per antitesi, perché qui aprile non è il mese della sepoltura dei morti, ma dell'attesa: «Continua a sperare e presto sarà luce». Nella seconda sezione del libro (intitolata Un titolo, una poesia) la poesia sembra officiata come un vero e proprio rito iniziatico, prima che il celebrante spicchi il volo nell'attesa dell'infinito: «nell'attesa che un colpo d'ali, un/ fremito di vento o un battito del cuore/ m'inizi finalmente al volo». Nella terza sezione Memoria (tre poesie dedicate al nonno), prevale il tema della separazione e dell'addio.
Aspettazione e adempimento si toccano nel sentimento della realtà che trionfa sui colori della scrittura (bianco e nero), sul tempo della memoria (la sera), e sull'attesa del sogno delle precedenti sezioni, nella suite finale del libro Presenza, dedicata a una presenza salvifica, non a caso femminile, principio di realtà per eccellenza: «Osmosi di vitalità,/ ami il giorno per la sua luce/ e la notte per la sua pace».
L'ultima sezione del libro lo suggella in un crescendo di vitalità, parola-chiave che dà il titolo alla prima lirica della sezione, in un'esplosione di colori, nel silenzio dell'anima, quando una parola di lei è una carezza dell'anima e il sorriso salva.
Hai nella gioia e nel colore del mondo
carpito il segreto dei giorni.
da ATTESE di Francesco Piluso
Pensiero in aprile
Cosa ci resta da pensare adesso
che l’ultimo sogno si è spento,
in polveri di libri e frammenti
di stelle ed altro, altro ancora.
Forse – se dubitare è lecito –
sopravvive soltanto un alito
di vento, così leggero da baciare
l’erba, così da accarezzare
la superficie dell’acqua,
mentre un sibilo mette
i brividi ai passi.
Continua a sperare e presto sarà luce.
Senso e misura
Nell’impudenza di Babele,
nell’oltraggio del volo d’Icaro,
nel viaggio senza fine di Odisseo,
nella iniqua discesa di Orfeo,
nel gesto incauto di Eva,
nell’estremo sacrificio di Abele
il senso e la misura dell’uomo.
Attesa
Non ti riconosci
nei miei occhi esitanti
ma cerchi ancora,
lontano dall’arrenderti,
di indugiare
nell’attesa ch’io ti riconosca...
Si é spenta nei tuoi occhi neri
la luce.
Luce
Come uomo incapace
di credere, mi assolvo
− ora che rivedo la luce −
per aver mancato alla promessa...
il voto fatto sull’orlo dell’abisso.
Prismi
Oltre l’orizzonte
dopo un lungo giorno d’estate
gocce di rugiada esplodono
appena oltre la pioggia
e il sole ne illumina ogni singolo prisma
nella tonalità dell’azzurro pastello del cielo.
Cuore
Ad ogni battito
ferma e riprende.
Vita che riluce
e fugge, tempo
che arde di sé
e svanisce.
Se parla Dio
Cerco il linguaggio di Dio
nella purezza di una voce
che non ha parole,
nel candore di un
vagito puerile,
nella disperata umanità
di un urlo livido di dolore,
nel frastuono dei silenzi d’anima.
Intanto volutamente cedo
[so che non dovrei]
al fascino della parola
− è forse di Satana quella dell’uomo −
ambigua e seducente
oscuro potere ed
infinita risorsa,
[so che dovrei]
smembrarla per guarirla,
sedurla affinché più
non seduca, ricondurre
a significante significato,
come i nomoteti dare i nomi
alle cose ed alle cose i nomi.
Cerco Dio
in una voce che non ha
parole.
1,2,3 e poi?
E poi ... seguiterò nel gioco fatuo
di aggiungere ad ogni numero
un numero nuovo, nell’inutile attesa
dell’infinito, o smetterò
di affidarmi alla logica matematica
per ascoltare nei silenzi l’anima,
nell’attesa che un colpo d’ali, un
fremito di vento o un battito del cuore
m’inizi finalmente al volo.
articolo pubblicato su “Solofra Oggi» del 4-4-09
su Antonio v., fra i tanti luoghi nel web, www.myspace.com/antodalessio
narrabilando.blogspot.com/2009/03/ad-antonio-dalessio.html
farapoesia.blogspot.com/2009/02/su-la-sede-dellestro-di-antonio.html
Leggere fa bene all’anima, agli occhi, alla lingua. Le poesie recitate ad alta voce danno il senso vero di quella parola “verbo” che abbiamo sentito sovente nella liturgia cristiana e in altre religioni. La raccolta di Gabriella Bianchi è la ricerca profonda del valore del “verbo” che diviene Poesia. La poetessa ha letto tanto, direi che il libro è stato il suo primo amante a dodici anni: “Leggevo Emily / e volavo al nord / fino alla casa / del reverendo Bronte” (pag. 73) e da allora non ha smesso di essere prigioniera di questo amore senza uguali: “Vivo tra boschi e libri / sapendo che i libri / sono figli dei boschi” (pag. 52).
Da questo amore è nata una poetessa che raccoglie lungo il suo cammino la trigonometria della composizione poetica: angoli di infanzia opposti ad angoli di violenza quotidiana vissuta in città; rette incamminate verso i meno abbienti e le risorse del pianeta opposte allo spreco della civiltà contemporanea: “Quando la generazione della play station / sarà matura” (pag.19); tangenti che intersecano universi di poesia appartenuti ad autori di grande rilievo e fatti propri generando la sostanza che lascia alla poetessa il diritto di affermare (“io resto nella trappola dei sogni / come una lepre, e scrivo sulla sabbia”, pag. 24).
Molteplici sono gli spunti di lettura e principalmente di riflessione. Tanti gli appigli a poeti che hanno segnato il Novecento non solo europeo: dall’amore per i gatti di Baudelaire, all’amore per l’umanità di Wislawa Szymborska nel suo discorso in occasione del Nobel per la poesia; dall’esule Sandro Penna, alla solitudine dell’imperatore Adriano. Proprio la solitudine, l’amore per la madre, hanno generato l’aratro che segna i solchi poetici di Bianchi: “Sento che posa una mano sulla spalla / materna e amica” (pag. 33), “dove la parola incide segni / come un rasoio / e la solitudine / ha forma di croce” (pag. 18).
Le certezze poetiche che trasmette questa raccolta sono nelle metafore, nel girotondo di chiuse poetiche che sanno di ninna nanna. Ma non è un piegarsi su sé stessi, anzi dai versi emerge una donna in tutta la sua bellezza interiore, priva di orpelli, sagace al punto giusto, ironica per difesa: “Il paradiso degli esuli è questo: / un cuore semplice (omissis) che racconta fiabe ai bambini / sotto una quercia amica” (pag. 16). Dove per bambini leggasi poeti, oggi più umiliati che mai dalle morti inutili, dalle guerre che durano anni ed anni, dai profughi senza vita lasciati nelle lande dei continenti; poeti che resistono come “gitani” di poveri condomini, senza la preoccupazione di essere sulle prime pagine dei quotidiani, nello specchio di Narciso che uccide i sogni dei bambini: la televisione.
Poetesse per scelta umana, dignitosamente umana: “Noi abbiamo tane minuscole / e disadorne / sia in vita che in morte” (pag. 80).
Aprile, 2009
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Art. 1 Le Edizioni Fara bandiscono la VIII edizione del concorso Pubblica con noi. Due le sezioni a tema libero: sez. A. racconto o raccolta di brevi racconti inediti; sez B. silloge poetica inedita. Art. 2 Le opere dovranno essere inviate entro il 30 aprile 2009 direttamente al nostro indirizzo elettronico info@faraeditore.it in un'unico file. Per info: 0541-22596. Art. 3 L'opera inviata (non più di una per autore) deve essere inedita (o comunque l'autore deve ancora detenerne i diritti; a tal fine l'autore deve dichiarare l'opera frutto della sua inventiva e di sua libera disponibilità) ed essere: per la sez A. tassativamente compresa fra un minimo di 10 cartelle (o 18.000 caratteri spazi inclusi) e un massimo di 25 cartelle (o 45.000 caratteri spazi inclusi); per la sez. B. comprendere un massimo di 30 poesie e non meno di 20 e non superare comunque il numero complessivo di 1200 versi (righe bianche incluse). Art. 4 È richiesta una tassa di lettura di € 25,00 da pagarsi al ricevimento dei libri: Colombe raggomitolate - Roulette balcanica - Messa a fuoco manuale, a cui alleghiamo bollettino di c/c postale (la tassa dà infatti diritto a ricevere i detti libri, solo in Italia e fino a esaurimento scorte). Art. 5 Il partecipante dovrà allegare o inserire nel messaggio di posta elettronica un breve curriculum vitae con dati anagrafici, indirizzo tradizionale, e-mail e recapito telefonico. Art. 6 Premi. I primi 3 classificati della sez A. e i primi 3 classificati della sez. B. verranno pubblicati congiuntamente in un libro a cura e a spese dell'editore, che si riserva gli interventi editoriali che riterrà opportuni. Gli autori pubblicati riceveranno 3 copie omaggio godendo dello sconto del 40% sulle altre copie della loro opera che volessero eventualmente acquistare (+ spese di spedizione). Art. 7 Ogni autore selezionato per la pubblicazione riceverà un accordo di edizione che gli lascia la libera disponibilità della sua opera previa citazione dell'edizione Fara. Non verrà dunque corrisposto alcun diritto d'autore. Art. 8 Il giudizio verrà operato insindacabilmente dall'editore ed eventualmente da giurati di sua fiducia. I risultati verranno comunicati ai partecipanti via posta elettronica (v. Art. 10). Art. 9 Qualora si ritenesse non soddisfacente la quantità e/o la qualità delle opere pervenute, la pubblicazione premio potrà non aver luogo. Art. 10 I risultati verranno comunicati ai partecipanti e agli organi di stampa presumibilmente entro il mese di giugno 2009 e saranno pubblicizzati nel nostro sito www.faraeditore.it e nel nostro bollettino culturale Faranews. Non è prevista una cerimonia di premiazione. Art. 11 La partecipazione al Concorso Pubblica con noi implica l'accettazione di tutte le norme indicate nel presente bando. Art. 12 Ai sensi della legge 96/675 i partecipanti al concorso consentono a Fara Editore il trattamento dei dati personali per comunicazioni e delle loro opere secondo quanto previsto dal presente bando. Resta inteso che potranno in ogni momento richiedere di essere cancellati dalla nostra banca dati. |
Cari Amici,
mi è stato chiesto dalla Provincia di Macerata di intervenire ad EXPODONNA
il 3 maggio alle ore 17.00 presso il Centro fiere di Villa Potenza, attraverso
la testimonianza relativa alla mia vita "artistica". Ho aderito anche perchè
nello spazio di 30 minuti a mia disposizione potrò finalmente soddisfare
qualche curiosità circa la mia poetica e soprattutto spiegare (cosa che a
mio avviso non si può del tutto) cosa è per me la poesia e perchè ci sono
approdata.
Quindi non mi resta che invitarvi sperando di ritrovarvi quel pomeriggio.
A presto, Colomba
P.S. Trovate i dettagli nel depliant qui sopra
scheda del libro qui
Laboratorio di Lettura e Scrittura Poetica di ARTEMIS
in collaborazione con
LIBRERIA MONDADORI
Promuove una serata di
Lettura dei testi dei frequentanti
e di altri amici poeti
leggeranno
Stefano Guglielmin, Stefania Bortoli, Gianluigi Cannella, Ivana Cenci, Erika Crosara , Annamaria Ghirardello, Giordano Montanaro, Emiliano Giubbilini, Roberto Cogo, Alessandra Conte, Giovanni Turra Zan.
Venerdì 24 Aprile, ore 20,30
LIBRERIA MONDADORI
(Piazza Erbe 9/A - Vicenza)
siamo lieti di informarvi di queste due serate speciali:
venerdì 15 maggio a Mantova si esibiscono Andrea Garbin, Alexandra Petrova, Fabio Barcellandi, Alessandro Assiri e Jack Hirschman. Musiche di Marco Remondini.
e sabato 16 maggio a Montichiari (BS) Alessandro Assiri, Andrea Garbin, con la presentazione di LATTICE e Alexandra Petrova con SOLO ALBERI.
Musiche di Tamer Abdalla e Mariachiara Salvi.
Saranno comunque presenti Fabio Barcellandi e Jack Hirschman.
Su internet:
http://laconfraternitadelluva.wordpress.com
http://www.myspace.com/andreagarbin
http://www.myspace.com/fabiobarcellandi
http://www.myspace.com/galeter
http://www.myspace.com/caffemodi
http://www.galeter.it
http://lettereanessuno.splinder.com
http://www.casadellapoesia.org
http://it.wikipedia.org/wiki/Alexandra_Petrova
http://it.wikipedia.org/wiki/Jack_Hirschman
schede dei libri qui e qui
recensione di Arianna Torelli pubblicata in «Zerosette – settimanale di Parma»
La raccolta poetica di Stefania Crozzoletti reca il titolo Prima vita e, a leggerla attentamente, pagina dopo pagina, è veramente difficile da inseguire. Una vita maturata in un campo di grano disteso al sole e alla nebbia, dove il raccolto punge le mani del raccoglitore, anche il più esperto. Uso questa metafora per rendere, in sintesi, al lettore (a me stesso) più semplice accostarsi alla profonda mimesi esistenziale che soggiace nell’interno del corpus della raccolta: filosofia ricca di sana ironia, per non arrecare troppi danni all’anima, di fronte alla durezza della realtà.
Due sezioni poetiche: la prima con il tema/titolo “(Non sono un) Poeta”, la seconda con il titolo “Dall’alto e dal basso”. Nella prima sezione sono racchiuse le emozioni primitive della “bambina lieve” (pag. 39) che ha dovuto chiudere in un “macigno” (figura retorica della difesa, ripetuta in molte composizioni) le sue debolezze, il suo essere veramente donna; in favore dello schermo protettivo utilizzato in difesa di una società disattenta al valore degli occhi “dei bambini tristi” (pag. 59). Come sono belli e semplici questi versi che annunciano certezze ma il mondo degli umani non raccoglie! Il poeta, non poeta, è una vecchia pazza ammalata di amore verso sé e verso la Vita.
L’ironia regge i versi: li racconta, li enfatizza, li armonizza, li lega, in una musicalità di vivaldiana stagione eroica. C’è una sana coscienza di “disincanto” di fronte alla incommensurabile forza della conoscenza dell’esistenza nella sua ontologia. Non esiste pensiero poetico, non esiste poema che abbracci interamente il mondo delle “sognerie” (pag. 60). Lo dice, la Nostra, in questi versi: “mescoliamo frasi anima ironia / dolore rabbia comprensione / e dal vulcano facciamo uscire / una piccola perla” (pag. 33). Veramente è una piccola perla questa raccolta, per molti versi difficile da incastonare nel mosaico della poesia contemporanea, con le sue anafore e la grandezza di un verso giambico, irriverente verso la facile vita, la facile divinità, l’impossibile prosieguo senza “rintocchi laboriosi del travaglio”. Scrivere e riscrivere limando. Leggere e rileggere questi componimenti per avvicinarsi alla poetessa “isola” delle isole del mondo.
“A tutti mentirò dicendo / che il tempo mi vuole bene” (pag. 62).
Sono certo che è difficile raggiungere nella vita quest’armonia poetica che consente, a chi scrive, di avvicinarsi alla fine dell’esistenza: “gioco a briscola col nulla” (pag. 64). Onestà dei sentimenti: “e in silenzio disintegrarmi / insieme al macigno che ho dentro” (pag. 68).
Aprile, 2009
1 - Il buon ladrone
Il labbro trema, Ti parlo senza voce.
Hai incrociato la miseria
la mia anima è un terra tribolata.
Tu solo mi abbracci, pietoso di sangue e chiodi
non ho più nome
raccattami come cosa ormai scordata,
prima che muoia dimmi la parola,
strozzata in gola, che lava.
2 - Il mal ladrone
Malvissuto, appeso alla sinistra
su questa forca infame
disprezzo la Tua viltà di agnello che non geme
porta blindata, non chiederò indulgenza
non metterò il collo sotto il giogo.
Il Tuo cielo, che non voglio,
cosa nasconde oltre, più dentro?
3 - Cristo
Nessuno di me più solo,
in quest’ora di sconforto
nel dolore senza misura del rifiuto.
Ridotto a orrore, vivo l’abbandono,
durezza del legno e della pietra.
Nella sera che incalza
del giorno rimane la reliquia,
non piangete su di me,
la morte non riempie l’orizzonte.
Libreria Chiari in Firenze
La Libreria Chiari è lieta di invitare la S.V.
Giovedì 9 Aprile alle ore 18.00 in Piazza Salvemini 18
alla presentazione del libro di Simone Molinaroli
Cani al guinzaglio nel ventre della Balena
Fara Editore
Presenta
Massimo Baldi
Sarà presente l’autore
per informazioni: salvemini@libreriachiari.it
tel. 055 2466302 - 243007
Festa di primavera sul monte Quarin, a Cormòns
tutto il monte in festa
si mangia, si balla, si beve
e si leggono le poesie
alle 17
alla stazione Ronc dei capucins, quasi a metà monte
su un bel prato in mezzo al bosco. Sentiero per tre minuti anche meno.
La festa rientra in un programma più ricco che dura tutto il mese: all'interno c'è un festival internazione jazz, ci sarà il poeta americano Jack Hirschman, mostre a tanto altro ancora
per promuovere il tutto verrà stamapata una brossura in 20 mila copie, in formato 10cmx20cm, con tutti gli appuntamenti, anche il nostro
più manifesti della rassegna
c'è già chi mi ha dato conferma (Guglielmin, Franzin, Crosara, Tomada…)
Farà parte del reading Stefano Schiraldi: nato a Trieste nel 1973, scrive canzoni, testo e musica, in italiano, da quando ha 8 anni. A 10 vince il primo premio (50 pacchetti di figurine) al festival del cantautore organizzato nella sua scuola elementare. Era l’unico in gara perché tutti gli altri partecipanti hanno portato cover e quindi ammessi solo come ospiti. Cantautore e cantastorie, con nelle vene anche l’elettricità del punk, Schiraldi fa parte, fin dalla sua prima edizione nel 2001, dello Pupkin Kabarett al teatro Miela di Trieste e da dicembre 2007 è ospite fisso.
Le sue canzoni si possono ascoltare qui:
www.myspace.com/sschiraldi
articolo di Matteo Fantuzzi pubblicato su «La Voce di Romagna» del 6-4-09
scheda del libro qui
Prima edizione pillole BUR Rizzoli, Milano, 2007
recensione di Caterina Camporesi
Non lascia adito al dubbio il titolo del libro che Daniele Piccini adeguatamente introduce e documenta nelle tredici sezioni dagli eloquenti testi poetici di lingue diverse, tempi e luoghi lontani. Tutto contribuisce a testimoniare la carica coesiva ed eversiva che la poesia possiede. Ciò avviene anche grazie allo strumento della lingua che, unendo il poeta alla società civile, costruisce vasi intercomunicanti che, alimentandosi reciprocamente, creano possibilità di trasformazione con ricaduta sia nella sfera soggettiva che collettiva. “La voce del poeta,” come afferma Octavio Paz, “è sempre sociale e comune anche nel caso del maggior ermetismo”. Già nei Salmi incontriamo il popolo di Israele ritrovare l’ unità e la forza del riscatto attraverso il canto poetico: “Là ci chiedevano parole di canto / coloro che ci avevano deportato, / canzoni di gioia, i nostri oppressori: / «Cantateci i canti di Sion!»”(p. 15). Ancora in epoca risorgimentale l’inno di Goffredo Mameli unisce il popolo nella lotta per la costruzione di un regno unitario: “Noi siamo da secoli / Calpesti, derisi, / Perché non siam popolo, / Perché siam divisi. / Raccoltaci un’unica / Bandiera, una speme; / Di fonderci insieme / Già l’ora suonò” (p. 58).
Anche il sogno democratico dell’America del Nord trova nei versi di Walt Whitman incitamento ed ottimismo e il linguaggio è strumento e contesto per dire le cose: “Io sono colui che percorre gli Stati con lingua fornita di / punte, interrogando chiunque incontro, / Chi sei tu che volevi ti si dicesse soltanto quello che già / sai? / Chi sei tu che volevi solo un libro che si aggiungesse ai tuoi / nonsensi?” ( p.168 ).
La poesia attinge nutrimento dalle fonti più nascoste e profonde della storicità così che può tornare allo stato originario e allo stesso tempo dire più di quel dice, poiché non solo accoglie il perso del passato, ma prefigura anche il futuro. Splendidi i versi di Clemente Rebora: “Tu uomo, di guerra / A chi ignora non dire; / Non dire la cosa, ove l’uomo / E la vita s’intendono ancora” (pag. 81).
L’immaginazione poetica, resistendo alla parola svilita del quotidiano, a quella banale della comunicazione di massa e a quella ambigua della politica, “tiene la storia in uno stato di veglia e di attesa”. Paola Masino lo dice al meglio: “Ci fu un tempo per tutta la paura, / per la speranza, / in quel notturno vento di temporale” (p. 98).
Più che sufficienti, quindi, le ragioni, per non lasciarsi irretire dal pessimismo del poeta Wystan Hugh Auden, allorquando deluso dalla politica dei suoi tempi, perentoriamente sostiene che “la poesia non fa succedere niente”.
Paradossalmente sembra che gli scienziati siano fautori più ottimisti circa le capacità di trasfigurazione che l’arte possiede, in particolare coloro in grado di coniugare creativamente due vertici: quello scientifico e quello filosofico.
Valgano per tutti i nomi di René Thom e Thomas Khun, quasi contemporanei, che considerano progresso non solo quello scientifico ma anche quello che riguarda la sfera del pensiero e del progresso umano.
Nulla di strano allora che nuove visioni del mondo scaturiscano dalla forza prorompente di una metafora o dalle infinite possibili combinazioni tra immaginazione, sogno, razionalità o quanto altro pertinente all’uomo.
Accanto a chi dice che la poesia non cambierà il mondo c’è anche chi afferma che “l’impegno poetico è l’impegno più politico che sia possibile ad un artista”, mettendo sulle spalle del poeta la responsabilità della dedizione totale al proprio compito.
Quando si parla di mutamento si fa necessariamente riferimento a due stati fra loro in conflitto, vale a dire, la stasi e il movimento il cui passaggio dall’uno all’altro subisce un limite, oltrepassa un ostacolo, tollera un processo di rottura, affinché l’avventura della conoscenza possa esplorare nuove terre.
La poesia sembra abitare i margini e solo da questo vertice può scorgere e cogliere il di qua e il di là.
Allorquando la nuova fase della storia si manifesta, spesso, insorgono disordine e confusione che preludono ad una sorta di rivoluzione il cui esito può approdare in trasformazioni di breve o lunga durata, profonde o superficiali.
Siamo grati a Daniele Piccini per averci fatto ripercorrere con questo prezioso libro tappe significative della storia dell’umanità e di avere chiuso la raccolta con i versi del poeta contemporaneo argentino, già in lotta con la dittatura militare del suo paese, Juan Gelman, il quale testimonia più di altri il travaglio della modernità con una parola potente di dolore, di umanità e di solidarietà senza confini tra vivi e morti: “adesso passano i compagni con la lingua serrata / passano fra i piedi e i sentieri dei piedi // passano cuciti alla luce / raspano il silenzio con un osso / l’osso sta scrivendo la parola «lottare» / l’osso è diventato un osso che scrive”.
Leggere Fashion è come ascoltare e vedere una cinepresa mentre avviene l'incontro con l'oggetto della passerella: luci, tagli di capi, movenze di tessuto e trasparenze, scintillii di polsi e caviglie, dissolvenze rapidissime che mozzano il fiato, che non si depositano nella memoria, perchè ogni momento è unico e separato da quello precedente e successivo – così che quello che riprende è folgorato da ogni singolo istante, dall'attimo catturato dall'obiettivo e che lo fagogita in quanto è ciò che è ripreso a catturare. Tutto è contemporaneamente eterno ed estremamente transitorio, l'oggetto che sfila riunisce in sé l'ordinario e lo straordinario, l'unicità della passerella rimanda alla riproducibilità (specchietto per le allodole, griffe).
Fashion è il ritratto parodico di una liturgia che si compie e consuma nella sfilata, ma sa anche trattenere e offrircene la quintessenza, come quando si spreme un frutto e poi se ne gusta il succo. Ecco, se da Musil in poi la qualità dell'uomo è quella di essere senza qualità, allora anche gli oggetti senza importanza acquistano valore a partire dall'apparenza (preferibilmente quella che suscita l'idea di relazione, cosa possibile se si dà il giusto peso e la giusta luce tanto alla superfice quanto alla forma).