venerdì 28 novembre 2008

Su Vorrei imprimere un vuoto nell'aria di Carlo Penati


recensione di Guido Passini pubblicata in respirandopoesia.altervista.org






http://www.faraeditore.it/html/siacosache/penati.html


Cenni biografici

Carlo Penati (Legnano 1954) è stato redattore del periodico di ricerche e analisi linguistiche «Pianura».
Nel giugno 2008 ha vinto il 29° Premio letterario internazionale “Città di Moncalieri” con la poesia Le ruote della luna. Pubblica nel 2008 con Fara Editore Vorrei imprimere un vuoto nell’aria.

Recensione

Ho incontrato questo autore all’incontro con Fara Editore presso la Fiera della Microeditoria di Chiari (BS) nei primi giorni di novembre, e devo ammettere che tra tutti gli autori presenti Carlo mi ha incuriosito da subito con la sua calma e compostezza. Ho ascoltato attentamente la lettura dei suoi versi e ho sentito l’aria imprimersi di introspezione. Così spinto dalla curiosità ho deciso di acquistare il libro e ho atteso l’attimo giusto per leggerlo. Questo perché credo che ogni libro vada gustato con lo stato d’animo, con lo spirito giusto, solo così posso sperare di arrivare il più vicino possibile al pensiero dell’autore.
Concordo con il prefatore del libro quando dice che Carlo Penati cura le proprie poesie secondo una tradizione novecentesca, con un linguaggio scorrevole e ricco di situazioni che riportano emozioni.
Vorrei imprimere un vuoto nell’aria è suddiviso in tre sezioni sequenziali: La notte, l’abisso e l’ascesa. Il ruolo predominante infine credo l’abbia la quarta e ultima sezione: il tutto.
Questa sezione credo sia un insieme di poesie che rafforza e ripresenta al suo interno lo stesso ciclo che compiono le altre tre.
Ho parlato prima di introspezione per il costante pensiero che ogni poeta pur trattando svariati temi alla fine dei giochi parla sempre di sé stesso, di come vive determinate emozioni, di come vive determinati eventi, di come vive ogni paesaggio che gli si pone dinanzi agli occhi, ma soprattutto perché in questo libro ho letto la vita, il percorso spazio temporale del viaggio di Carlo.
La scelta dell’autore di affrontare ognuna delle quattro sezioni con una poesia che ha per figura principale il volo rafforza il mio pensiero. Così nella prima sezione La notte si decolla da Linate ed i suoni che ne susseguono sono tutti lievi (silenzio, sussurri, risonanze, pause, gemiti, pensieri neri, città che dorme, dal profondo nulla) alternati da altri più assordanti (ferraglie di treni, le urla, voci lamentose dell’anima), quasi che Carlo fosse alla ricerca della pace, di sé stesso.
Buono anche il ruolo dei colori scelti per rappresentare questa sezione, si passa infatti dal buio della città alla luce vermiglia presente in alcune poesie. Questa sezione potrebbe rappresentare un distacco, un abbandonarsi, forse un attimo di solitudine o anche una brutta notizia. Si passa infatti alla seconda sezione dal titolo dalle svariate facce: l’abisso.
Anche in questa sezione la prima poesia è dedicata al volo, dove si evidenzia il proseguire del viaggio verso quello che secondo me è un viaggio nel dolore, nell’affrontare un qualcosa che lacera la propria anima. Ci sono infatti riflessioni sul proprio stato d’animo e sull’affrontare i ricordi, cosi riaffiorano le frasi: la vita ha perso il fine, quando il corpo non ti vuol più seguire, parole inutili. Per poi tornare a quelli che mi sono sembrati attimi d’amore, e faccio riferimento a Codice d’amore, ricercati, ma che al momento sembrano essere lontani dato che la poesia che segue rappresenta una lontananza, la tristezza. Insomma un viaggio alternato da attimi duri e attimi più leggeri, quelli che si possono considerare gli alti e i bassi della vita.
Affronto cosi la terza sezione Ascesa con il dubbio su dove l’autore andrà a concludere questo viaggio. La prima poesia questa volta rappresenta la risalita del viaggio, affrontata quasi con leggerezza dell’anima, quasi che il cammino della vita sia ultimato e non resti altro che dirigersi verso il cielo. Così ho intrapreso la poesia Post Scriptum, Il saluto, Bilancio. Tutto mi fa immaginare la fine del ciclo della vita come le parole dell’autore: cammino nella vita per trovare un senso, angeli irridenti ci osservano. Anche la poesia Il sonno mi ha dato l’idea di quanto l’autore, completato il proprio viaggio, sia giunto comunque ad una conclusione importante, a capire quello che forse è un forte significato della vita. L’ultima sezione Il tutto conclude con quelle che sono le riflessioni, le impressioni e le speranze dell’autore. Una poesia a favore della mia tesi è senz’altro quella che fa da chiusura a questo ottimo libro: Escaton.
Ho letto da qualche parte che Escaton è una parola greca che indica l’aspetto ultimo e perfetto della realtà. In tutto ciò che esiste c’è un ideale da raggiungere, non come qualcosa da conquistare da fuori, ma da conseguire da dentro, attraverso il cammino dell’esistenza che tutti noi suddividiamo in passato, presente e futuro. La realtà suddivisa in tre sezioni: il passato, che in genere reputiamo sorpassato, il presente che ci fa tanto litigare perché lo vogliamo possedere, il futuro cui demandiamo tutto ciò a cui aspiriamo. Il Vangelo ci annuncia che il movente della tensione escatologica, per cui ogni realtà sempre tende a perfezionarsi attraverso le varie forme che assume, è l’amore. L’unica via in cui il cammino verso la perfezione si attua in modo reale è quello dell’amore. Tutti temi che Carlo ha toccato e di cui ci ha reso partecipi, in questo suo viaggio. Un libro decisamente evolutivo dal punto di vista dell’osservarsi dentro e dirigere ogni lettore nel proprio cammino interiore.
Concludo questa recensione dicendo a Carlo che di sicuro è riuscito ad imprimere un emozione nel cuore di chi ha letto questo libro, cosa forse assai più ardua che imprimere l’aria. Lieto di averti letto.
Guido Passini (Amministratore)
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Non mi arrendo,
indosso nuove ali e ricomincio a volare

Pavia Strange Days (Tito Truglia)

Amara spesso l'ironia che adombra questi versi dal tratto minimalista: lo sguardo però più che sospeso nello scetticismo, sembra desiderare un senso (direi proprio un'etica, che è il senso del bene comune) che non sia il mero soddisfacimento di un bisogno “particulare”. La vesificazione è di tipo narrativo e ci pare un buon esempio di prosa-poetica o in qualche caso, di ballata sardonico-surreale (con l'inevitabile gusto malinconico).


IL GRANDE VUOTO
Annotazioni di poetica

“Amico, sono beat
Sono beato
Ho il beat...”

(Ed Sanders, Perduta perduta perduta)

A volte,
quando senti l’ispirazione bussare alla tua porta
ti senti felice al pensiero di ciò che sogni di realizzare
e allora ti prepari afferrando un giornale o una rivista
e prefiguri già la tensione dell’evento con la coscienza
che finalmente stia per succedere qualcosa nella tua
noiosa giornata…
Quindi, apri la porta,
ti slacci la cintura,
mandi giù i calzoni (o tiri su la gonna)
e ti siedi.
Senti un freddo
gelido sul fondo
ma fai finta di niente e aspetti…
Ti sforzi.
Spingi.
Continui a leggere il giornale
ma non succede ancora niente…
Hai finito di sfogliare e niente!

Allora ormai deluso ti rialzi.
Guardi, incredulo nel vuoto...
Ti ricomponi con indifferenza.
Stacchi lo sciacquone e riprendi
il tuo schifo di giornata.

(Già in Assalti Poetici, Pavia, 2008, revisited)




ALLA FINE DEL CONCERTO

Alla fine del concerto ho sentito il solito disagio
che non riesco mai a contenere a sufficienza.

Appena fuori dal teatro sono andato a cercare
il banco delle magliette. Quanto costano? Chiesi
con tono agitato. Quindici euro! Disse il tipo.
Ecco lì, una che mi piace (Nico).
Quanto costa? Chiesi nuovamente.
Quindici euro! Rispose,
affrettandosi con altri clienti.

Approfittando della breve disattenzione
io la sfilai dal banco con mano veloce
e con due passi d’istinto all’indietro
riuscii a confondermi tra la folla…

Da lontano vidi la faccia dell’ambulante cercare
incredulo il suo denaro e nel medesimo istante
mi accorsi che la mia strana agitazione
era svanita al gusto vittorioso dell’illegalità.

Mi avviai verso la Stazione Centrale
appena in tempo per salire sull’ultimo
treno in partenza per Pavia. Era l’una di notte.
Trovai posto in seconda classe. Dietro di me
sopraggiunse un signore il quale prima di chiudere
la porta dello scompartimento con fare molto apprensivo
esclamò mostrando una certa esperienza:
Meglio tenere gli occhi bene aperti,
questo treno di notte è davvero molto pericoloso…

(Già in Assalti Poetici, Pavia, 2008, revisited)



MI CHIAMO BUKOWSKY…
Annotazione di poetica n.1

Mi sono svegliato molto presto stamattina.
Era quasi buio. Mi sono svegliato molto presto
stamattina. E il sole accarezzava già il mondo.

Felici nell’aria si udivano i canti degli uccelli
e guardando in alto dissi: Vaffanculo!
Ascoltai in silenzio e dissi: Vaffanculo!

Intorno tutta la natura si apriva al nuovo giorno
e anch'io mi stavo preparando con un filo
di speranza nel cuore ma la mia donna dorme ancora,
pensai, guardando il letto vuoto.

Questa poesia s’intitola: Ho trentacinque anni
e me ne sono accorto stamattina quando all’alba
ho sentito un forte dolore al mio piede sinistro.

Così mi rifugiai zoppicando in cucina.
Mi preparai un bel caffè abbondante.
Lessi 2 racconti di zio Hunk e pensai:
Mi chiamo Bukowski e vaffanculo!

(Già in Assalti Poetici, Pavia, 2008, revisited)



ASSALTO SILENZIOSO

Era un pomeriggio di metà Aprile.

Si aggiravano con aria incredula
e terribilmente insicura. Ogni angolo
era preda dei loro corpi mollicci.
Grufolavano continuamente
e si muovevano con una strana sensibilità.
Non riuscivo a comprendere il motivo
per cui avevano bussato alla mia porta.
Il loro modo gentile di occupare il tempo
mi era insopportabile.
Sono riuscito a difendermi
coltivando un piccolo spazio mentale
e tenendo nell’ombra le mie poche emozioni.

Alcuni di loro però si sono sistemati
in fila sul marciapiede e ora controllano
fiduciosi l’uscita.

(Già in Assalti Poetici, Pavia, 2008, revisited)


ALTA VELOCITÀ

I vagoni
trasportavano merci d’ogni tipo
e correvano su rotaie costruite
con i corpi di migliaia di bambini…

Scavalcati dalle prime vetture, loro
si rialzavano veloci per andare a sdraiarsi
un centinaio di metri più avanti
affinché la locomotiva potesse proseguire
il suo folle cammino
verso il futuro…

(Già in Assalti Poetici, Pavia, 2008, revisited)




ETICA EPICA CINICA N.2

Un ragazzo e la sua fidanzata
passeggiavano frettolosamente
per le vie del centro quando sul lato destro
della via videro sdraiato sul pavé un gatto
grosso e ben curato e con l’aria stupida
del gatto che fa le fusa di fianco al focolare.

Sorpresa e quasi preoccupata
ma senza frenare l’andatura
e con una vocina ipocrita che
persino a lui che l’ama è sembrata
un po’ cretina, la ragazza gli fa:

“Oh povero gattino, non hai freddo?”
“Certo che ne ho brutta stronza…
Ma non vedi che non posso muovermi
che un’auto mi ha schiacciato una zampa?!”
Rispose lui,
ma lei non lo sentì, o fece finta,
e proseguì diritta per la sua…

(Inedito)



GIORNI FELICI

Avanzano lentamente la mamma,
la nonna, la carrozzina col bambino
e di fianco il barboncino…
D’un tratto la giovane si ferma incuriosita
davanti all’ennesima vetrina

e prima di entrare nel negozio
affida con dolcezza i piccoli alla nonna
felice finalmente di dividere il suo affetto
un po’ al bambino e un po’ al barboncino
che scodinzola lì vicino...

All’improvviso un cucciolo di alano
appare a lato minaccioso…
Ma il barboncino per nulla
intimorito dalla razza superiore
esplode il suo coraggio inaspettato
e il fanciullo pure scoppiettando
nella sua furia difensiva
non vuole essere da meno e:
Ghrrrr… Bauhh… Bauhh…

La mamma riconoscendone la voce
s’affrettò alla cassa
molto spaventata.

(Inedito)


TERRORE A SAN MICHELE

Lui le diede un ultimo bacio
sulla guancia tumefatta e continuò
a picchiarla con ferocia.

Il pavé di piazza San Michele
sembrava una tavolozza cinerina
con tutto il sangue che schizzava dalle ferite.

Lei non reagiva né tentava di ripararsi.
Subiva passivamente i colpi dell’uomo
che giungevano pesanti e violenti.
La testa sanguinava copiosamente
e le labbra erano gonfie e irriconoscibili.
Sul corpo affondavano i calci
brutali e ossessivi.

(Inedito)


JOE PARKER

Joe Parker
era finalmente pronto per lo scontro finale.
La mafia Xnova era riuscita a imporre
il suo controllo su tutto il Continente e teneva
in pugno l’intera popolazione con particolari
strumenti elettronici che ricordavano i televisori
del secondo millennio.
Con questi sofisticati microcircuiti
è stato condizionato l’apparato emozionale
di miliardi di persone separandoli
in 27 grandi gruppi sociali.

Fin dalla tenera infanzia
trascorsa nel monastero buddista di Palo Alto
Joe Parker era stato programmato per la battaglia finale.

Lo scontro si preannunciava decisivo per le sorti
del Sistema e lui lo stava preparando accuratamente
nel quartier generale della Buona Coscienza.

Joe contava sui T.S.O.L. un reparto di biosoldati
esperti negli scontri sulla lunga distanza. Ma
la sua carta vincente era costituita dagli Psyco-Ran,
un’arma elettromagnetica di nuova generazione
che incideva mortalmente sui collegamenti
nervosi dei nemici individuati attraverso
sensori chimiconeuronali.

Capirete che la vittoria era del tutto assicurata,
bisognava solo riuscire ad allineare
il nemico su un unico fronte ad una distanza
non superiore a diecimila chilometri.

(Inedito)


CÉLINE F.

“…
e vado cercando ciò che non si può trovare,
e vedo ferma la cosa in movimento,
e il gorgo profondo…”

(Jordi de Sant Jordi, L’amoroso cerchio, XV)


Céline F. correva verso il ponte.
Era un grigio tramonto di una giornata invernale.
La strada era completamente deserta
ma lei si guardava nervosamente attorno.

Correva con le braccia aperte
e con addosso un leggerissimo vestito.
La pelle bianca brillava sul nero dell’asfalto.
I suoi capelli aggrediti dall’umidità
sembravano spighe in piena tempesta..
Il semaforo intermittente risuonava
nel vuoto con la sua luce giallastra.
Lei attraversò la strada
e scomparve…

(Già in Assalti Poetici, Pavia, 2008, revisited)



NOTE PER IL PROSSIMO VIAGGIO
Poesia dedicata a Giorgio Piovano

“Scrivo poesia perché Walt Whitman diede al mondo il permesso di parlare schietto.”
(A. Ginsberg, Improvvisazione a Beijing)


Dove sei poesia balbuziente di un bimbo
che piscia su una telescrivente.? Dove sei?
Dove sei grande fannullone beatnik?
Dove sei Ginsberg?
Fai sentire la tua voce, inalbera la tua poesia,
noi siamo prigionieri del vuoto
e non abbiamo più le parole per agire.
Dove sei? Dove sono
le barbe illuminate di Marx ed Hengels?
Dove sei Nietzsche? Ritorna dalla tua follia,
rischiara dal passato quest’inutile ritorno.
Dove sei piccolo buddha di provincia…
Dove sei Giovanni Falcone, unico
uomo d’onore che abbia mai avuto la Sicilia.

Dove sei Gregory Corso che hai esclamato:
Oh macellaio la braciola non è il maiale!
Dove sei Publio Virgilio Marone, poeta già
prima di Cristo e già moderno critico del nuovo.
Dove sei… Guido, i’ vorrei che tu e Lapo ed io…
Dove sei Lorenzo, magnifico
rompiscatole del silenzio comune.
Dove sei Umberto, primo del 1°
e del 2° re del gregge.
Dove sei Anna Pinchetti, ti ho rubato
l’inchiostro ma possiamo dividere
se ti va…

(Già in Assalti Petici, Pavia, 2008, revisited)


Tito Truglia. Nato a Vallefiorita (CZ) si è laureato in filosofia all’Università di Pavia, città dove attualmente vive e lavora. Fondatore di numerose fanzines di poesia underground, ha partecipato ad alcune antologie e a numerosi readings. Suoi testi sono stati pubblicati su alcune riviste letterarie e su diversi siti internet. Ha pubblicato Diavuli e Santi una raccolta di testi in dialetto calabrese a cura di Crocetti Editore (MI). Assalti Poetici per le Edizioni O.M.P.Farepoesia. È da sempre impegnato in una continua attività di ideazione e organizzazione di eventi e situazioni artistico-culturali. Svolge saltuariamente anche l’attività di libraio volante e indipendente.

Su A ogni cosa il suo nome


Le Voci della Luna Poesia, 2008, pp. 80, € 10,00
collana diretta da Fabrizio Bianchi, volume curato da Stefano Guglielmin

nota di lettura di AR

Francesco Tomada
è un vero poeta: ha una voce riconoscibile; un modo di porre le cose che le rende vivide, reali, condivisibili; sa comunicare messaggi che emozionano e mostrano i fatti della vita sotto un'angolatura mobile e quindi densa di significati. Questa raccolta ci offre una notevole sintesi (una recente selezione di sue poesie è pure inserita nell'antologia dall'Adige all'Isonzo. Poeti a Nord-Est) della poetica tomadiana, e già la bella prefazione di Fabiano Alborghetti ce ne fa pregustare l'intensità: «Per Tomada la lingua non è un attrezzo, non è uno strumento. Essa è la struttura stessa, la materia di cui siamo fatti. (…) Ogni parola nasce dall'ascolto e solo dopo cade nella pagina che le darà il suo nuovo corpo.» (p. 5)
I libro è diviso in quattro sezioni. Qui sotto proponiamo una poesia per ciascuna sezione. Si noterà come sia intensa, al di sotto di un dettato semplice e quasi dimesso, la quantità di energia “verbale” che sfolgora in queste poesie capaci di incurvare lo spazio tempo, di proiettarlo “oltre”.

da “Altri luoghi”

vi. Nell'armadio

Tutti i biglietti che lascio nelle tasche
delle giacche ai cambi di stagione
sono indirizzi numeri di telefono
e dirsi ecco dov'erano finiti
sono persone da aggiungere alle tante
che ho cercato nei posti sbagliati
proprio quando ne avevo bisogno
proprio mentre le stavo perdendo
(p. 18)


da “Io vivo qui”

viii. Un cortile

Guarda che basse le rondini adesso
più basse dei tetti
i loro cerchi danno al cortile il senso
di un piccolo cielo

è come ci insegnavano alla scuola elementare
di sera volano vicine alla terra con gli occhi
semichiusi e il becco spalancato
così ingoiano insetti e respirano aria

io so che il cibo gli serve per vivere
però mi chiedo com'è
il sapore del vento
(p. 34)


da “In suo nome”

(parla lei)

Un giorno voglio crocifiggerti sul letto con le frasi
che non ho saputo pronunciare, o meglio trasformarmi
in uno specchio d'anima che ti torna addosso tutte le parole
con cui tu mi hai ferita come quando da bambini
con qualcosa che riflette
ci si punta l'uno contro l'altro dentro gli occhi il sole


da “Tre diviso due”

vii.

Il tuo seno mi riempie giusto il cavo della mano

oggi ho le dita tagliate e piene di schegge di legno
e c'è un complimento che mi spaventa
e non posso dirti: il tuo corpo ha
la forma del mio dolore


giovedì 27 novembre 2008

Salvatore Della Capa a Bologna 29 nov

Libreria Modo Infoshop
via Mascarella 24/b
40126 Bologna


Venerdì 28 novembre 2008

ore 21.30


Presentazione Interno, Esterno di Salvatore Della Capa
ne parlano con l'autore Gianfranco Fabbri e Guido Monti
al flauto Ece Dogrucu



Su L’enigma della macchina per cucire di Domenico Cipriano

Ediz. L’Arca Felice, Salerno 2008

recensione di Vincenzo D'Alessio

La voce narrante del solista del nostro Sud, Domenico Cipriano, è riuscita a tracciare in questi anni un percorso non facile da seguire, foriero però di un’articolata essenza tautologica per le sfortunate vicende del meridione d’Italia. L’esordio poetico è stato il volume Il continente perso Fermenti, Roma, 2000 al quale sono seguite esperienze poetiche di varia natura, tutte articolate in perfetta armonia con il carattere “criptico” dell’Autore e un linguaggio altrettanto “solare” da rendere pienamente la vena poetica in tutta la sua energia.
Cipriano ci annuncia il futuro della nuova scrittura poetica, inscritta in un pentagramma di settime, quinte e sedicesime, tanto per restare in tema jazz, che viene dal Sud ma è pronta per scalare le vette della poetica nazionale, ascritta nelle belle pagine della buona letteratura contemporanea. Sono questi i prodromi che il Continente annunciato mostrava e la fede nella Poesia declamava quando scriveva: ”Cerco di dare volto agli oggetti / esposti, ai portafoto sulla credenza / a sedie e tavoli appena consegnati / attribuirgli un nome di possesso: / un’anima di riflesso.” (Il fauno, ediz. 2002).
In questo scrivere per “fare” il Nostro si avvicina all’idea di Poesia che Gianni Celati indicava nel maggio 2000 su un quotidiano provinciale: ”La poesia è l’arte delle parole che trovano una strada solo per effetto dei loro ritmi e della loro grazia” («Il Corriere», Avellino). Così accade per questa breve plaquette di versi arricchita da una tavola originale dell’artista Prisco De Vivo. La parola cammina su strade aride, in momenti sempre troppo difficili, di fronte all’invadenza della violenza che uccide, che non permette la Giustizia e la Libertà a nessun italiano sincero. Seguiamo i versi di questa prima composizione: ”Abbiamo una visione tumefatta delle cose / da qualsiasi lato giriamo la testa troviamo / aghi che ci pungolano gli occhi.”
Il poeta Cipriano diviene allora “il sarto” in nuce: l’arcolaio pronto a cucire il passato di una stupenda e poverissima civiltà contadina, con l’arido deserto delle megalopoli. Affiora la dolce prosodia che distingue la poetica di Cipriano: ”Rigiri / il bicchiere che profuma colmo di vino / e sorseggi la solitudine dell’uva, qui / dove la terra si contorce e la curva in lontananza / nasconde il fascio affiorato del faro.”
C’è tanta speranza. C’è la suprema lezione dell’Infinito leopardiano. Ci sono le note della terra e dell’anima stimmung alla quale il versificare del Nostro ci ha abituati.
Vorrei ricordare che quest’autore, nonostante la sua giovane età, è stato firmatario e ha condiviso le idee innovative del Manifesto dei Poeti Irpini, sottoscritto proprio nella sua realtà natale, dove si andavano forgiando le tumultuose anime poetiche di gran parte dei firmatari. Cipriano è nato poeta e l’altezza della sua maieutica è corrosiva, rilucente, metafisica. Questi versi lo dimostrano: ”Quanta dura scrittura scuce le mani / scortica mura atroci: amara impura / frase cercata oscura per la cura della / notte asfittica ricercata dalla veglia / sonnambula.”
Auguriamoci che queste voci del Sud continuino a vibrare nel coro della Poesia contemporanea.

Novembre 2008

Filastrocca del bene

di Alessandro Seri qui

Esercizio su Macbeth a Roma 29 nov


(cliccare sulla locandina per ingrandirla)

da Esercizio su Macbeth, di massimo sannelli, da Shakespeare


Io temo. Io temo proprio la tua indole:
c’è troppo latte di clemenza umana
in te, e così non prendi la via comoda.
Vorresti essere grande. No? E la voglia
non ti manca; ma vuoi che la tua gloria
sia tutta bianca. Vero? E con ardore
la vuoi, ma che sia santamente: onore,
ma onesto; sì, ma anche non onesto.
Vieni. Ti verso – io voglio – questo spirito
nell’orecchio e castigo con il ferro
il cuore che ti svia:
vi è un cerchio, il fato, una magia potente,
ti vogliono innalzare – non lo vedi?
E questo cerchio, vedi? – è solo oro.

L'Arca Felice

Desidero segnalare le bellissime plaquettes (con opere di artisti anche fuori testo) realizzate dalle Edizioni L'Arca Felice di Salerno. Particolarmente dedicate alla poesia le collane Coincidenze (pubblicate finora poesie di Maurizio Cucchi, Jules Laforgue, Mario Fresa, Antonio Spaguolo e Domenico Cipriano) e L'Ora di Barga (con plaquettes di Pino Corbo, Massimo Sannelli, Simone Vitale, Mario Fresa, Stefano Guglielmin).

Per proporre testi, materiali, recensioni e per collaborare, scrivere al seguente indirizzo: Associazione Culturale L'Arca Felice, Casella postale n. 232, Corso Garibaldi, 84100 Salerno Centrale.
L’Associazione L’Arca Felice non ha scopi di lucro. La sua sede legale è in via Medaglie d’Oro n. 38, 84132 Salerno.
I materiali inviati alla Redazione, anche se non pubblicati, non saranno restituiti.
Per contattare l'Associazione: info@arcafelice.com

mercoledì 26 novembre 2008

Su Il resto a voce di Colomba Di Pasquale

articolo pubblicato sul Corriere Adriatico
Edizione del 25 novembre 2008
(Ogni giorno dalle ore 14 potete trovare online il giornale in edicola)


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Per la poetessa Colomba Di Pasquale
Il resto a voce terzo successo


RECANATI - C'è un nuovo libro in uscita per la poetessa recanatese Colomba Di Pasquale: si tratta di una raccolta di poesie intitolata Il resto a voce, pubblicata da Fara Editore di Rimini, che ha già vinto il terzo premio per la silloge inedita del Premio L'Aquilaia a Salaiola di Arcidosso (Gr). Il resto a voce è il terzo libro della scrittrice, che dalla passione per la poesia sta ricavando notevoli soddisfazioni, se è vero che negli ultimi tempi è stata insignita di numerosi premi in giro per l'Italia. I versi di Colomba Di Pasquale affascinano e colpiscono, toccando i temi più insiti nell'animo umano: temi immortali quali l'amore, vissuto come opportunità di crescita, o il tempo. Un tempo – scrive Sebastiano Adernò nella prefazione del volume – come ci svela l'autrice, capace di sublimarsi nelle “istantanee / che arrestano le maree”. Prendiamo così consapevolezza che esistono epifanie, “episodi di luce”, capaci di fermare il moto e da ciò nasce in noi, l'esigenza di saperle cogliere. È una poesia solo apparentemente leggera, quella di Colomba Di Pasquale, ma profonda, viva, ricca di immagini e di colori. L'ossessione del tempo – scrive Maura Baldi nelle motivazioni che hanno spinto la giuria del Premio L'Aquilaia a scegliere l'autrice recanatese – si risolve nel breve accendersi e spegnersi di una sigaretta: la figura si materializza per un istante e svanisce rapida, allegra, come l'omino di fumo di Aldo Palazzeschi. Attraverso poche parole, ben calibrate, oculatamente semplici, Colomba Di Pasquale è capace di creare tutto un mondo che si trasforma, come in una continua metamorfosi: il letto diventa mare, le braccia sono remi, i volti sono strade da percorrere. La vivida sensualità è alleggerita dal ritmo lieve, dalla non facile ironia su se stessi. Eppure le immagini sono forti, i luoghi e gli oggetti, concreti: dal quotidiano (anche dal cartello di un divieto di sosta!) emerge la dimensione dell'eterno e del significato ultimo della poesia, che racconta la vita, riesce per un attimo a fermare il tempo. Colomba Di Pasquale è nata nel 1968 a Lilla, in Francia. Di origini abruzzesi, oggi insegna in una scuola primaria di Recanati, città nella quale vive da anni e che l'ha adottata. Presso Del Monte Editore ha pubblicato nel 2006 la sua prima raccolta, Viaggio tra le parole, e l'anno seguente è uscita Una vita altrove, edito da Nicola Calabria Editore. Quest'anno è stata anche inserita nell'antologia Il silenzio della poesia con la silloge Dei silenzi (e degli ascolti) uscito presso Fara Editore.





Ottavio Rossani sulla raccolta di Assiri e De Luca

Poesia
24/11/2008

POESIA DEL GIORNO: Alessandro Assiri e Chiara De Luca in un canzoniere a quattro mani

Scritto da: Ottavio Rossani alle 09:00

I libri scritti a quattro mani non mi hanno mai entusiasmato. E tanto meno le raccolte di poesia scritte da due persone che vogliono mostrare un'unità d'intenti, se non di ispirazione. Ho sempre pensato, e verificato dal vivo leggendo opere di questo genere, che di solito non c'è affatto unità di stile nei due autori e non c'è per niente quell'afflato che connota la poesia.
Questa premessa per dire che invece ora ho letto un libro che due scrittori, un uomo e una donna, nell'articolazione del dialogo tra loro, alternando i loro testi, danno una buona prova di poesia scritta appunto a quattro mani. Sto parlando del libro sui passi per non rimanere (Fara, 2008, pagg. 58, Euro 10,00) di Alessandro Assiri e Chiara De Luca, due poeti che finora avevano camminato divisi e avevano pubblicato raccolte che avevano ottenuto buona accoglienza critica. Di Alessandro Assiri va ricordato Il giardino dei pensieri recisi (LietoColle, 2007); di Chiara De Luca il poemettto La notte salva (Fara, 2008). In questo "dialogo" a due voci, lui nelle pagina pari, lei in quelle dispari, raggiungono un diapason comune che permette una lettura non solo gradevole ma ricca di sollecitazioni. I versi esprimono dubbi, incertezze, insicurezze, ma anche trasporto, passione, desideri, speranze. La maggiore intensità si trova nelle poesie d'amore, in cui i pensieri si intrecciano con le emozioni. Pubblico due quadri (tratti dalla seconda delle tre sezioni) che si richiamano e si completano.

A volte ti ricevo come una visita
inaspettata
quando metto in fila tutti i quasi
i magari storti di tutti gli altri versi
adesso che sei entrata nelle pagine
e debbo sporcarmi le mani
nell'aprirti per accoglierti adagio
Alessandro Assiri

Forse per aver svestito a lungo le parole
immobile spiato dietro vetri inesistenti
premuto forte porte aperte per scoprire
nessuno a sporcare il bianco dell'attesa
l'urgenza segna adesso l'andatura
di un dire che non ha più il tempo
di bussare
Chiara de Luca

Da sui passi per non rimanere (Fara, 2008)

Il titolo è derivato dal verso iniziale di Alessandro Assiri (“sono sui passi per non rimanere / come ieri, o era un altro magari”). Le sequenze del colloquio tra i due che si sono incontrati, capiti, avvicinati, e “confessati”, si sciolgono con dolcezza, ma anche con malinconia, verso una sintonia d'affetti e di pensieri. E tuttavia permangono le diversità: di caratteri e di proposte. Scrive Assiri nella sua premessa: “... stiamo diventando suoni che si dimenticano in fretta, parole che nessuno ricorda, ... come possiamo solo sperare di rimanere... È la velocità con cui si accede e si eccede a condannare le parole all'oblio...” e conclude che manca il luogo dove abitare con le proprie parole. E Chiara De Luca risponde nella sua premessa: “... La poesia ci ha fatto incontrare. La poesia ci fa comunicare. E ci sto bene. Ora siamo due... e poi saranno altri due. E poi altri ancora. Fiori che spuntano dagli interstizi dell'asfalto. Vite brevi, forse. Ma lampi. Luce”. E parlano di attese, bottiglie che arriveranno dal mare, di sillabe nel vento da rimettere insieme per ritriovare un senso, sia pure casuale, del tempo che corre e si disperde, di occhi che sanno guardare, ma anche di chimere, di distanze, di ritorni, di luce, di derive, di pensieri, di silenzio, di passi, di vento. Insomma, fanno riemergere da lontane memorie tutti gli elementi che fanno poesia e li alchimizzano per la loro euforia. La fusione, che non annulla le singole identità, funziona nell'invenzione poetica. o.ross.

Pubblicato il 24.11.08 09:00 | | Commenti(0) | Invia il post

martedì 25 novembre 2008

CON…VERSANDO il Mercoledì Letterario 26-11-08

prossima tappa mercoledì 26 Novembre ore 20,30
Locanda Borgo dè Paladino
Via Borgo dè Paladino, Montemiletto

con le opere del Poeta napoletano
Stelvio Di Spigno


Il salotto del mercoledì letterario Con…Versando organizzato presso i wine-bar del paese prosegue con tanto successo, il programma prevede un poeta campano al mese con l’intento di divulgare il verso, e soprattutto di far conoscere gli autori che operana con grande successo e impegno in Campania. Gli incontri di Con…Versando accompagnano l’ospite in un magico momento di confronto con il pubblico, tra poesia, teatro, musica, vino e ottimo cibo. L’appuntamento fissato per mercoledì 26 Novembre alle ore 20,30 presso la Locanda Borgo dè Paladino; prevede la presenza del poeta napoletano Stelvio Di Spigno. L’autore svolge attività di ricerca presso l’Università Orientale. Ha pubblicato Il mattino della scelta in Poesia contemporanea. Settimo quaderno italiano, a cura di F. Buffoni; il volume di versi Mattinale; il saggio Le “Memorie della mia vita” di Giacomo Leopardi; il volume di versi Formazione del Bianco. Collabora con “La provincia” e “La Gazzetta del Sud”. Le opere di Stelvio Di Spigno saranno introdotte dal poeta Domenico Cipriano ed accompagnate dagli attore Enzo Marangelo e Piera de Piano dello studio Teatro Hypokrites di Solofra, nell’atmosfera suggestiva delle note d’arpa di Verdiana Leone. La Kermesse ben riuscita, ha il pregevole intento di divulgare la poesia e di creare uno speciale connubio tra più arti nell’ambito della promozione enogastronomia e turistica dell’irpinia.
La sperimentazione prosegue di volta in volta, e l’auspicio da parte del sindaco Eugenio Abate e dei curatori della rassegna, il presidente delle Pari Opportunità Lucrezia Di Benedetto e la poetessa Antonietta Gnerre è di una maggiore attenzione verso tutte le forme di arte.
Con…Versando, attraverso la poesia per unire conoscenze, esperienze, nuovi orizzonti, superamento dei pregiudizi.
Con…Versando per recuperare quella dignità del confronto che rende ogni uomo libero.

Su Contrappunti e tre poesie creole


nota di lettura di Alberto Mori

Disteso a letto nella stanza ricoperta da sole foglie di banano dove si sente la notte del cielo tropicale, Paul Gauguin annusa la tiaré, la gardenia screziata dall’odore animale e vegetale infilata nei capelli della fragrante e misteriosa Teura, in uno dei tanti “contrappunti” visivi della sua vita in pittura, per far vibrare poi le crome intense delle sue marine. Anche William Stabile cerca la vita dell’isola: il femminino che conduce oltre la linea d’ombra a rifinire quel quadro dello spirito che la sua di terrestre restituisce e dove si ferma il mare, si resta anche nell’infermabile movimento amoroso; così andare poi in una città, dona l’afflato di traghettare e di sentire quelle amplitudines che i versi lavorano nei loro affronti/confronti con tutti i poeti che hanno sfogliato la rosa amorosa.
Proprio qui William Stabile sembra lasciare ad altri il timone della sua rotta.
L’infingersi nell’alterità vale il gioco, poichè quanto siamo è nell’evidenza della nostra esistenza. I contrappunti di Stabile nella variegatura creata creola dei punti di vista, sempre attentamente calibrati, attraversano molte strie per unica traccia fluente.
Indaco infranto nel cuore abbagliante.

Novembre 2008


Lettera da Liminamentis

Caro amico/ a,

Liminamentis editore, nata in Brianza nel 2007, è casa editrice culturale auto-finanziata, e sottostante all'ideologia editoriale dell'equo-solidarietà. Più che il ricavo, alla Liminamentis editore interessa che l'iniziativa editoriale e culturale continui a sussistere nel tempo; dall'idea del commercio equo solidale, l' "editoria equo solidale" di Liminamentis editore vorrebbe stampare solo ciò che vende, eventualmente ristampando, senza buttar via niente, senza sprecare cultura, con attenzione massima ai costi, lontano dall'etica dei ricavi, nel rispetto d'una stretta alleanza economico / creativa tra editore, curatori, e autori orientata a sfornar tesoretti da conservare nelle università, nelle librerie, nelle case, senza i fatui destini di maceri, magazzini e sottoscala librari. Liminamentis editore rifiuta logiche di marketing "a base ricavo", realizzando volumi sottocosto in modo da assicurare massima accessibilità economica e massima visibilità culturale (e concorsuale) a ricercatori, artisti, studiosi, coadiuvati, a volte, da ottimi docenti; secondo Liminamentis editore è l'unione solidale tra editore, curatori ed autori a fare mercato, non il mercato a realizzare editore, curatori ed autori. Nell'auspicio di una sorta di dialettica collaborativa tra autori ed editore, fondata su un accordo di mutuo soccorso, Liminamentis editore si impegna, con un minimo aiuto economico dell'autore, a non ricavare, mettendo, senza lucrare e senza fallire, ciascun autore nelle condizioni di accedere a servizi tipografici e distributivi altrimenti irraggiungibili.

Per esprimere un atto di solidarietà nei confronti della nostra iniziativa culturale, evitandoci di accumulare costose scorte di magazzino, con massimo entusiasmo ti chiediamo di investire, nelle festività natalizie, una modica cifra nell'acquisto di un nostro volumetto o di un volume in nostro conto vendita, da leggere e/o da regalare. Per Natale, un libro su ogni scrivania! I volumi sono:

1] I. Pozzoni - Underground (A&B Editrice), 10•.
2] I. Pozzoni - Riserva Indiana (A&B Editrice), 10•.
3] I. Pozzoni - Versi Introversi (Liminamentis Editore), 11•.
4] F. Bisconti / I. Pozzoni - Androgini (Liminamentis Editore), 8•.
5] I. Pozzoni (a cura di) - Grecità marginale e nascita della cultura occidentale (Liminamentis Editore), 15•.
6] I. Pozzoni - Lame da rasoi (Joker), 10•.

Per effettuare l'ordine, chiamami allo 3335382083, scrivimi ai due indirizzi l.panzeri@liminamentis.it e info@liminamentis.it , o contattami sul sito www.liminamentis.net . Cari saluti

Lorena Panzeri (Titolare Liminamentis Editore)


lunedì 24 novembre 2008

POLIEDRICA AUTUNNO 2008

MEGAforlì
MERCOLEDI’ 26 NOVEMBRE,
ORE 18.00, MenoUnoMega
POLIEDRICA AUTUNNO 2008.
LE POETESSE ROMAGNOLE: ANNALISA TEODORANI, DANIELA ROSETTI E LAURA TURCI

Mercoledi’ 26 novembre, ore 18.00, presso MenoUnoMega, Poliedrica autunno 2008: le poetesse romagnole. Andrea Brigliadori presenta Annalisa Teodorani, Daniela Rosetti e Laura Turci.

Tre donne riportano il dialetto romagnolo sotto la luce dei riflettori, con loro il dialetto torna alla ribalta a due o tre generazioni di distanza dalla grande fioritura di talenti quali Baldini, Guerra, Pedretti e, prima di loro, il grande Spallicci.
Quando oramai non ci si aspettava più nulla da quella che era generalmente considerata una lingua morente, ecco invece giungere imprevista questa nuova ondata di poetesse che scrivono in lingua "volgare". Pare quasi una vera e propria piccola rivolta contro una lingua italiana svuotata dai pathos, sempre più massificata e globalizzata. Un modo per opporsi alla lingua appiattita dei media, a cui viene contrapposta la lingua dei padri, o meglio dei nonni: sanguigna, essenziale, emozionale. Un linguaggio veloce, esplicito e diretto, che rivendica la propria esistenza e una propria peculiare modernità.

La forlivese Danila Rosetti, la meldolese Laura Turci e la santarcangiolese Annalisa Teodorani sono oggi le protagoniste di questo inatteso fenomeno.

Ufficio Stampa MEGAforlì
comunicazione@megaforli.com
Tel. 0543 370738
Fax 0543 29068

La Gru - Portale di poesia e realtà nov 08

www.lagru.org


Novembre 2008
Dopo Colli <> [di Giampiero Marano]
Per una rinascita della sinistra <> [di Fabio Monti]
Appartato e policentrico marchigiano <> [di Gianni D'Elia]
Una sinistra di poesia e realtà. Incontro con Nichi Vendola <> [di Davide Nota]

Su Il resto a voce di Colomba Di Pasquale

recensione di Narda Fattori

Parlare d’amore senza cadere nel sentimentalismo, e farlo per un intero libretto, costituisce, di per sé , una vittoria della poesia sulle emozioni liriche del nostro cervello. Dopo Dante, Petrarca, troviamo poche poesie sparse di autori vari; i modelli erano e sono irraggiungibili. Eppure abbiamo letto tutti con fervida adesione “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi” di Pavese, certe poesie di Neruda e di Garcia Lorca memorabili, e ricordo qualcosa di Prévert nella mia adolescenza.
Oggi è facile incontrare versi erotici patinati alla Valduga, non più e non soltanto il dilagare di un sentimento che nasce dal profondo e illumina il mondo. Sempre? A tutte le ore. Dice Colomba saggiamente e poeticamente: «Ci sono istantanee / che arrestano le maree.»
Accade. In amore accade che istanti ci trascinano fuori dal tempo e dal luogo e le epifanie diventano progetti concreti, sciame d’ore di condivisione, certezze nel sentire: «Sei la semina / e presto di te un dorato campo di grano /avrò fra le dita / come fili di seta / i tuoi fulgidi capelli.»
Diceva Alberoni poco più di un decennio fa che erano tutti splendenti gli amori al loro annunciarsi, poi era quotidiana fatica di tenersi prezioso quel ricordo per la mitezza dell’amore solido e solidale.
Colomba non dà voce alle istantanee del suo innamoramento, anzi traluce il suo trascorrere: «Raduni le foglie / cadute del nostro albero. / Poi mi narri i tuoi sogni, / in essi albergano / i passi / lenti e veloci (ben calibrato questo ossimoro) /delle esistenze di noi / leggere e intense.»
Anche quando esperienza e amarezza vorrebbe che non ci si abbandonasse nuovamente alle tempeste d’amore, fortunatamente non ci è concesso tirare i remi in barca, perché siamo fatti per incontrarci, per rischiare un flusso più veloce del sangue, per regalare e regalarci il sogno di una vita. Dice Colomba: «Il colore come sostanza, / la materia è vitale, ricordi?...» ; all’interno di questi due versi si coagula un mondo di esperienze compiute e da compiere, di forme nuove, di vita, appunto!
Qualche poesia cede alla forza dell’evento vissuto che trova forma e memoria e fa scaturire la consapevolezza della gratuità e della tempestività degli incontri, proprio come quando qualcuno trova un uscio lasciato per caso socchiuso entra e spalanca la porta e dal rettangolo entra aria nuova, luce, sole e sabbia di mare, salsedine e immensità rarefatte e/o concretissime: «Insaziabile pioggia / allaga le vesti / e l’anima / e i corpi / e i desideri / e questa primavera estiva. /…»
Eccolo l’amore spudorato e castissimo di Colomba Di Pasquale che nel titolo del volume riassume la dimensione carnale e sensuosa, dimensione necessaria all’amore: Il resto a voce. Lasciamo alla poetessa quel resto, a noi sono sufficienti alcune perle di preziosa poesia, forse il ricordo di una meraviglia vissuta, di attimi di fulgore, di interminati e interminabili segni del dono sulla nostra pelle, lo spazio chiaro all’interno del groviglio delle esperienze.
Una perla chiude il libro: «Alle volte amare / è rovesciare / un intero mare». E credo che questi pochi versi abbiamo la potenza semantica ed esperenziale dei “Tre fiammiferi” di Prévert.


Centofanti in Feaci Poesia


Per ogni voce che dentro l'ombra grida

(A Fabrizio Centofanti,
scritture in margine di Francesco Marotta)

1.
Parli dell'ombra. Della nostalgia di luce che dentro l'ombra grida. E racconti al silenzio tutte le parole del cammino. Come chi chiama accanto, ad ogni passo, l'assenza che non lascia impronte sul sentiero. E offri ali. Strappate al giorno in regole di pianto. Non per spiccare il volo oltre gli sguardi, ma perché siano un lascito d'amore, una memoria che dà riparo al cielo, alle sue acque.

2.
E' vero. Tu sei colui che accoglie ogni voce. Il sibilante afrore degli autunni e l'argilla dove maturano i volti segreti di un giardino. Il tuo nome è un sogno. Migrato un giorno al richiamo delle fonti per essere specchio delle nevi e del disgelo. Lavacro di occhi che affiorano dal fango. Ora è una vela che arde in lontananza. Come un faro che sul confine regge lumi ai morti. Il fuoco che stringi tra le labbra, chiede alle mani di disarmare il pane. Imparare ad allevare l'alba come un figlio.

3.
Vegliare il tempo è custodire l'unica dimora che si fa riva e porto. Il segno che contiene la cifra segreta del risveglio. La parola che strappa al corpo stimmate di attesa. Che regge al desiderio e si fa spasimo, come un muro che sbarra il passo al rigagnolo di muschi che l'assedia. Che lo piaga. Solo chi è senza cielo, pur possedendo le chiavi di ogni cielo, reca in sorte la fiaccola di un grido. La voce priva di alfabeto che sa nominare gli astri uno ad uno.

4.
Anche i tuoi angeli hanno mani impastate di cenere e deserto. Nelle pupille, il sangue di chi ha vegliato, nel chiostro di un ricordo, il fuoco di una domanda senza eco. Il rogo degli alberi e dei fiumi, dei giorni consegnati a una luce fraterna che non muta. Sono angeli naufraghi esercitati alla pietà di un grido. Figli delle notti dove anche l'orizzonte sembra straniero al cielo che lo cerca. Come una parola che si trascina, di dolore in dolore, fino alle labbra da cui si parte il vuoto che ferisce.

5.
Chi ti regalò l'inquietudine del verso col quale navighi sul filo degli abissi, se avevi con te, stretto dentro il palmo, il sigillo che ricolma lo sguardo di certezze? In quale mattino senza nome, abitato dal graffio inudibile dell'ombra, prese il largo il tuo canto che varca stagioni di ferite? Forse fu lo stigma vivente della pioggia, la preghiera nuda di un ramo che si offre all'abbraccio dell'acqua. Forse la speranza di seminare echi nelle terre ammutolite dell'esilio, essere voce che racconta il giorno alla pupilla cieca delle pietre. Tu che oggi ti accompagni a chi si lascia il lume di ogni morte trascorrere tra i pori, tu sai le rotte che guidano gli uccelli ai sacrari inviolati dell'aurora.

6.
Scrivi di Osip, e laceri la tela spiegata dei miei sensi. Ti apri un varco tra i silenzi e le piaghe di un'esistenza che puoi solo immaginare. Vieni a smarrirti nei solchi di una terra che dorme sotto il fuoco. Ti accolga l'abbraccio della lampada muta che accendo ogni notte sulla soglia. Ti accolga il vento che dalla soglia sussurra alla mia polvere. Che mi riporta le voci mai placate dei morti che gridano giustizia dal ciglio ferito dei miei occhi. Questa è la casa, qui è la tavola che invecchia e che rinasce a ogni pasto. La mensa di spighe acerbe imbandita dal transito degli anni. Guarda. Non si consuma l'olio, se arde nella coppa delle mani la luce fraterna degli sguardi.

Francesco Marotta


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Foto dell'incontro a Pero

Ecco alcune foto che mi ha gentilmente girato Nino Di Paolo relativo all'incontro con gli autori del 23 nov 2009 a Pero (v. qui). Cliccare sulle immagini per ingrandirle.


Nino Di Paolo, Natascia Ancarani, Barbara Rosenberg, Carlo Penati e Marco Bogliani


Carlo e pubblico


Marco e pubblico


Anna di Arci-Equinozio prepara il rinfresco


La bibliotecaria Anna







ALFABETICA 2008 - le parole che ci appartengono

Siete invitati
SABATO 6 DICEMBRE, ore 17,30
presso la BIBLIOTECA
PLANETTIANA; PALAZZO DELLA SIGNORIA di JESI
all'incontro di apertura
di
ALFABETICA 2008 - le parole che ci appartengono
incontri letterari
con i nuovi autori di lingua italiana

Alfabetica 2008 prevede 3
incontri:

Al 1° incontro, SABATO 6 dicembre, verrà presentata
l'antologia Alfabetica 2007, con
gli interventi e i brani degli
autori che hanno partecipato agli incontri dello scorso anno: Mia
Lecomte, Jarmila Ockayovà, Mihai Mircea Butcovan, Barbara Serdakowski,
Ron Kubati.

Sarà presente la scrittrice JARMILA OCKAYOVA’ (nata in
Slovacchia, vive a Reggio Emilia; ha pubblicato con Baldini&Castoldi
"Verrà la vita e avrà i tuoi occhi" (1995), "L'essenziale è invisibile
agli occhi" (1997), "Requiem per tre padri" (1998) e inoltre
"Appuntamento nel bosco" (EL 1998) e "Occhio a Pinocchio" (Cosmo
Jannone 2006).

Seguiranno altri due incontri,
venerdì 16 gennaio h. 18 alla Bibioteca la Fornace di Moie e venerdì 30
gennaio h. 18 alla Biblioteca Planettiana di Jesi,
nei quali si alterneranno gli autori di alfabetica 2008: Gabriella Ghermandi,
Gregorio Carbonero, Ali Cristina Farah e Julio Monteiro Martins

Schede sugli autori e
informazioni su Alfabetica sono disponibili
all'indirizzo: www.casaculture.it/ab/2008/p.html

altre informazioni possono essere richieste all'indirizzo: alfabetica@casaculture.it

ALFABETICA 2008 è promosso da
Comune di Jesi, assessorato alla Cultura
Comune di Maiolati Sponitini, assessorato alla Cultura
Biblioteca Planettiana di Jesi e Biblioteca La Fornace di Moie di Maiolati

da un'intervista a Jarmila Ockayovà:

" ... c'è l'umiltà nei confronti della lingua, che
per uno scrittore straniero non è solo uno strumento comunicativo o
espressivo, ma anche la conquista di una nuova dimensione, mentale e
psicologica. Conquista faticosissima; anche qui si può usare una
metafora per così dire acquatica: mentre lo scrittore che usa la
madrelingua lo fa da esploratore, slittando sulle onde del suo
oceano/immaginario - giacché tutto ciò che sta "sotto" a quelle onde lo
ha già acquisito, vissuto, da sempre - lo scrittore che adotta una
lingua nuova deve per forza farsi palombaro - calarsi nelle profondità
antropologiche e storiche della lingua, orientarsi tra anfratti
tortuosi di mille barriere coralline, ossia semantiche. E siccome la
"bombola d'ossigeno" che si porta sulle spalle è la sua cultura
d'origine, quelle immersioni diventano un'avventura affascinante ma
anche rischiosissima, in termini di identità, di possibili smarrimenti."

Nicola Napolitano ricordato a Formia 26 nov

“Cinque anni dopo”

Testimonianze per un uomo della nostra terra
Nicola Napolitano


Per volontà del figlio Giuseppe, erede del suo patrimonio letterario,
Nicola Napolitano viene ricordato a Formia il 26 novembre a 5 anni dalla scomparsa.
Alle ore 17, nell’aula magna del Liceo “Vitruvio”,
accolti dal preside Quirino Leccese, dall’Assessore formiano alla cultura, il dr. Amato LaMura e dal presidente dei Servizi bibliotecari del Sud Pontino, Giancarlo Cardillo, parleranno dell’opera e della figura umana del preside-poeta alcuni tra i tantissimi critici e scrittori che lo conobbero e lo stimarono.
Giorgio Agnisola (da Caserta), parlerà della produzione saggistica; Amerigo Iannacone (da Isernia), presenterà una “Autoantologia” poetica di Nicola Napolitano – opera postuma appena stampata con l’etichetta “la stanza del poeta” (la collana editoriale diretta appunto da Giuseppe Napolitano); Pasquale Cominale (di Sessa) parlerà del rapporto con Casale di Carinola, il paese di origine; Rodolfo Di Biasio del rapporto letteratura-educazione-scuola; Pasquale Maffeo infine traccerà un ritratto globale della produzione poetica.
Ci saranno ovviamente altri interventi e testimonianze da parte di coloro che nel tempo hanno avuto modo di frequentare Nicola Napolitano in ambito culturale e scolastico. Assente giustificato, Pier Giacomo Sottoriva ha inviato un messaggio di commossa partecipazione all’evento.


Notizie biografiche di Nicola Napolitano

Nicola Napolitano è nato a Casale di Carinola (CE) il 17 gennaio 1914, da Giuseppe e Carolina Rossi, una famiglia di agricoltori. Ha lavorato la terra fino a 22 anni. Lunghe le interruzioni nei suoi studi: per l’immatura morte del padre nel 1927, la chiamata alle armi per la campagna d’Africa nel ’35 (aveva appena ripreso a frequentare la scuola) e il richiamo per la seconda guerra mondiale 1940-’45. Militare a Creta all’armistizio dell’8 settembre ’43, è stato prigioniero dei Tedeschi in Grecia e successivamente in Germania. Frammentario e difficile il cammino per tornare a casa: lunga la permanenza al Nord, causa l’impossibilità di attraversare la “linea gotica”.
Ripresi finalmente gli studi, conseguita la Laurea in Lettere all’Università di Roma (il 3 agosto 1946), ha iniziato l’insegnamento a Castelforte nel ’47. Lo stesso anno sposò Carmelina Rotunno, dalla quale avrebbe avuto Giuseppe, Valerio e Carolina.
Dal ’60 al ’77 è stato preside dell'Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri “Filangieri” di Formia.
Tra i fondatori nel ’78 del Liceo Linguistico “Shakespeare” di Formia, da lui diretto fino all’83 e di cui è stato preside nel ’91-’92.
Fondatore e segretario della Sezione formiana della Association Européenne des Enseignants, dal ’62 al ’78 è stato anche componente del Comitato Centrale della stessa Associazione. Insieme agli amici del circolo letterario “I girasoli” è stato tra i fondatori del Premio letterario “Suio Terme” e componente della giuria.
Poesie e prose di Nicola Napolitano sono incluse in numerose antologie scolastiche, per tutte le scuole. Sue poesie sono anche state tradotte e pubblicate in Brasile, Stati Uniti, Svizzera, Francia, Grecia, Romania, Spagna. Tradotto in spagnolo, è presente anche nel sito www/eldigoras.com/pdi.
Oltre a numerosi e prestigiosi premi, ha ricevuto nel 1982 il Premio della Cultura dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Turbato dalla morte della moglie e di un figlio, fu rallegrato infine dalla nascita dell’attesa nipotina Gabriella, la prima che portasse il suo cognome. È morto a Formia, dove risiedeva dal 1957, il 26 novembre 2003.

Visitate il blog / Vizitu la blogon: http://amerigoiannacone.wordpress.com


Fonogrammi, #2: Marco Giovenale

sabato 29 novembre, ore 21:00, Roma

presso Il Cantiere, Via Gustavo Modena 92 (Trastevere)



Fonogrammi

-suono-voce-poesia-

ciclo di incontri a cura di CarneCeleste

incontro #2 :

Critica, criterio

ideazione di Marco Ariano e Marco Giovenale

Marco Giovenale – testi e lettura
Errico De Fabritiis – flauti
Angelo Olivieri – tromba

Stefania Nanni – fisarmonica

Roberta Bellatalla – contrabbasso

Marco Ariano – percussioni
Antonio Pulli – elettronica


[ le poesie lette da M.G. sono tratte da Criterio dei vetri, Oèdipus 2007 ]


*

il Cantiere è in Via Gustavo Modena 92, a Roma

ingresso a sottoscrizione

"SUONI" 23-30 nov

scritture contemporanee


Festival di poesia e musica
Dal 26 al 30 novembre 2008

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PROGRAMMA:

Mercoledì 26 novembre

Mediateca di San Lazzaro/spazio ragazzi
ore 10:00
Presentazione del libro "Incontriamoci all'Inferno - Parodia di fatti e personaggi della Divina Commedia di Dante Alighieri" di Cinzia Demi (ed. Pendragon), lezione-spettacolo a cura dell'autrice.
Incontro rivolto ai ragazzi scuole medie.

Palazzo Gnudi
Vernissage a cura della "Compagnia delle donne".
ore 19:30
Esposizione dei quadri di Nicola De Nigris.
ore 20:00
Reading "Gli uccelli e la neve" - canzoni e letture da Emily Dickinson e Daria Menicanti, Compagnia Filo di voci, interpreti Daniela Briganti e Pia Pellitti, supervisione di Milena Nicolini.
Ore 20:40
Concerto di dijeridoo di Gianni Placido.

Nel corso della serata interventi di moda con "I love shopping".

Giovedì 27 novembre

Melbookstore Bologna
ore 18:00
Presentazione del libro "Simmetrie" di Elio Pecora (ed. Mondadori), ne parlano con l'autore Gregorio Scalise e Stefano Suozzi.
ore 19:00
Presentazione della mostra "BEATS!" volti e testi della Beat Generation, di Gianni Placido.


Venerdì 28 novembre

Mediateca di San Lazzaro/spazio ragazzi
ore 10:00
Presentazione del libro "L'albergo delle fiabe e altri versi" di Elio Pecora (ed. Orecchio acerbo), interviene l'autore.
Incontro rivolto ai bambini delle scuole elementari.

Modo Infoshop Bologna
ore 21.30
Presentazione del libro di poesia "Interno, esterno" di Salvatore Della Capa (ed. L'arcolaio), ne parlano con l'autore Guido Monti e Gianfranco Fabbri, al flauto Ece Dogrucu.

Sabato 29 novembre

Palazzo della Provincia di Bologna/Sala dello Zodiaco
ore 17:30
Presentazione dell'antologia "Il corpo segreto – Corpo ed Eros nella poesia maschile" (ed. LietoColle), interventi di Luigi Cannillo (curatore), Ottavio Rossani (relatore). Letture di Stefano Massari, Gregorio Scalise, Elio Talon e altri autori antologizzati.

Mediateca di San Lazzaro/sala polivalente
ore 21:00
Concerto per voce e lira.
"I Fondamenti dell'Essere" di Patrizia Vicinelli interpretati da Mataro da Vergato.
ore 21:30
Risonanze
reading e performance di Luigi Cannillo, Adele Desideri, Nader Ghazvinizadeh e Nicola Benetti, Silvia Molesini, Ottavio Rossani, Giancarlo Sissa, Dale Zaccaria e Fabrizio Rufo
con interventi della calligrafa Barbara Calzolari (Gentle People).

Le tavole di Nicola Benetti, ispirate ai versi di Nader Ghazvinizadeh, resteranno in mostra fino al 6 dicembre nell'area della biblioteca.


Domenica 30 novembre
"SBAM! Apriamo le porte alla cultura"

Mediateca di San Lazzaro/sala polivalente
ore 15:00
Incontro conclusivo di discussione: "La poesia performativa, tra parola e suono", intervengono Andrea Orsi, Salvatore Ritrovato e Carlo Alberto Sitta.
ore 16:30
Ultrasuoni
Proiezioni video-poesia di Dome Bulfaro, Lorenzo Carlucci, Tiziana Cera Rosco, Caterina Davinio, Stefano Massari, Teatrino Clandestino.
ore 17:00
Risonanze
reading e performance di Silvia Avallone, Gianni Cascone e Andrea Orsi, Marinella Galletti e il duo Zanotti-Alberghini, Luca Paci, Francisca Paz Rojas, Rossella Renzi e Mirco Mungari, Elio Talon e Andrea Trombini.

TUTTI GLI EVENTI DI "SUONI" SONO GRATUITI

I luoghi del Festival
> Mediateca – Via Caselle, 22 – San Lazzaro di Savena (Bo)
> Sala dello Zodiaco – Provincia di Bologna – Via Zamboni, 13 – Bologna
> Melbookstore – Via Rizzoli, 18 – Bologna
> MODO infoshop Interno 4 – Via Mascarella, 24/b – Bologna
> Palazzo Gnudi – Via Riva Reno 75/3° - 77

Info
> www.dry-art.splinder.com
> suoni.dryart@gmail.com
> ph. +39.3332206226


Ideazione > Matteo Fantuzzi e Massimiliano Martines
Direzione Artistica > Massimiliano Martines
Consulenza > Guido Mattia Gallerani e Matteo Fantuzzi
Ufficio stampa > Davide Martini

Organizza
> Associazione Culturale dry_art

Collabora
> Compagnia delle donne

Con il contributo di
> Invito in Provincia - Provincia di Bologna
> Comune di San Lazzaro di Savena
> Coop Adriatica

Col patrocinio di
> Regione Emilia-Romagna
> Quartiere Santo Stefano – Comune di Bologna
> Centro di Poesia Contemporanea – Università di Bologna
> La Società di lettura


Associazione Culturale
dry_art
Via Fratelli Rosselli 16
40121 Bologna
www.dry-art.net

Concorso Letterario Nazionale “Città di Sortino” 30-4-09

Associazione Culturale Pentelite

XIV Mostra-Mercato dell’Editoria Siciliana
Sortino (SR) 02-03-04 ottobre 2009
Concorso Letterario Nazionale “Città di Sortino”

Nell’ambito della XIV Mostra-Mercato dell’Editoria Siciliana che si svolgerà in Sortino (SR) dal 02 al 04 ottobre 2009, l’associazione culturale PENTELITE, con il patrocinio del Comune di Sortino, indice per l’anno 2009 il concorso letterario nazionale “CITTÀ DI SORTINO”.

REGOLAMENTO

Art. 1) Il concorso è suddiviso in tre sezioni, è aperto a tutti per opere inedite, senza limiti di età.

A) Racconto breve, max 5 cartelle (12,000 battute circa), in lingua italiana, a tema libero, in cinque copie stampate di cui una sola firmata, completa delle generalità dell’Autore con scheda bio-bibliografica dello stesso.

B) Poesia in lingua italiana, (una sola poesia, a tema libero, compresa in una cartella)
in cinque copie stampate di cui una sola firmata, completa delle generalità dell’Autore
con scheda bio-bibliografica dello stesso.

C) Poesia in dialetto siciliano, (una sola poesia, a tema libero, compresa in una cartella)
in cinque copie stampate di cui una sola firmata, completa delle generalità dell’Autore
con scheda bio-bibliografica dello stesso.

Art. 2) Le opere dovranno essere inviate presso la tipografia Tumino, via Carlentini 3/A, 96010 SORTINO (SR), entro il 30 aprile 2009. Farà fede il timbro postale. Se si vuole partecipare a più sezioni, occorre spedire le opere in buste separate (una per ogni sezione). Ogni autore partecipando si assume la responsabilità sull’autenticità delle stesse.

Art. 3) Non è prevista alcuna tassa di lettura ma trattandosi di un concorso organizzato nell’ambito di una fiera del libro si chiede, allo scopo di incentivare l’editoria siciliana, che ogni concorrente acquisti un libro edito in Sicilia, inviando euro 15,00 insieme alla busta con il testo. Per quanti non avranno la possibilità di venire in Fiera a scegliere il libro, codesta organizzazione provvederà a selezionarne uno e a spedirlo al recapito del concorrente.

Art. 4) Il comitato di lettura formato dagli scrittori Morena Fanti, Salvo Zappulla, dalle prof.sse Teresa Gigliuto, Maria Lucia Riccioli e dal poeta Marco Scalabrino, selezionerà cinque opere finaliste per ogni sezione che verranno pubblicate nel libro “Pentelite” (insieme a scritti di autorevoli personaggi del mondo della cultura), giunto alla sua quattordicesima edizione, edito da un editore siciliano partecipante alla Fiera. La pubblicazione delle opere non comporta diritti d’autore in quanto Pentelite non viene messo in vendita ma dato in omaggio ai nostri collaboratori e a operatori culturali.

Art. 5) Le opere finaliste verranno affidate ad una giuria popolare di trenta lettori, i quali avranno il compito di votare le tre opere vincitrici. Il conteggio dei voti riportati (ogni lettore selezionerà un’opera) avverrà giorno 04 ottobre 2008, alle ore 19.00 nella Biblioteca del Comune di Sortino. Le buste consegnate dai trenta lettori verranno aperte in pubblico. Nome, cognome e professione dei trenta lettori verranno pubblicati nel volume “Pentelite”.

Art. 6) Il primo classificato per ogni sezione riceverà un premio in libri di Euro 50,00 più 5 copie di Pentelite. Tutti i finalisti riceveranno in omaggio 5 copie di Pentelite.
Ogni partecipante autorizza il trattamento dei propri dati personali ai sensi del Decreto Legislativo 30 giugno 2003 n. 196
Art. 7) Per ogni altro aspetto non contemplato nel bando fanno fede le vigenti norme di legge. Per ogni controversia legale è competente il Foro di Siracusa.

Per ulteriori informazioni telefonare al 3336981694 o scrivere al seguente indirizzo: salvozappulla1@virgilio.it

Il Segretario Il Presidente
Vito Tumino Salvo Zappulla

venerdì 21 novembre 2008

Covegno su Antonia Pozzi a Milano


Carissimi,
sul sito di Noidonne, al link:

www.noidonne.org/index.php?op=articolo&art=2312


ho dato informazioni in merito al Convegno sulla poetessa, intellettuale e fotografa Antonia Pozzi (1912 - 1938) che si terrà a Milano, presso l'Università degli Studi di Milano, il 24, 25 e 26 novembre 2008.

Un caro saluto

Luca Benassi

Su Manto di vita di Pietro Pancamo

LietoColle, collana Erato, 2005

nota di lettura di Alex Ramberti

Credo che un caratteristica preminente della poetica di Pietro Pancamo sia, come osserva Marisa Napoli nella Prefazione), un approccio esistenziale (leopardiano e pascoliano) alla materia vitale di cui i suoi versi sono espressione. C’è uno sguardo ironico è nostalgico che crea immagini vivide ed efficaci:
«Il giorno che saltella / lungo le impronte delle mie scarpe; / il giorno che saluta frantumato, / quasi appostato / fra le dita.» (p. 13); «A quest’ora / ogni paese / è un fagotto / di stelle e di buio./ … / Ma lo è pure questa via / (intirizzita di pioggia) / col suo buio / incatenato ai lampioni / … » (p. 16); «e s’afferra a quella luce / che sbrodola tra le persiane» (p. 18); «In cima alle acque / vediamo il tempo che si toglie le scarpe» (p. 21); «Guarda il cielo: / cade come un urlo di nebbia» (p. 26), «Le stelle digrignano il cielo.» (p. 28). Troviamo in questa raccolta esclamazioni metapoetiche («Eh, ironia / con te la disperazione / è filosofia!» p. 15) e sagaci appunti di tono aforistico («Ogni saluto è un commento / alla tristezza / di dover partire.» p. 17; «La morte (…) / … / è un cactus intento, ostaggio del deserto, / ad alzare le braccia» p. 20; «Ho fatto la mia vita con i piedi / senza nemmeno darle / una forma di sandalo» p. 33): Pancamo ci dona dei versi da ricordare, dei flash che indagano zone un po’ in ombra, magari inquietanti… quelle che ci danno una migliore consapevolezza di chi siamo.

giovedì 20 novembre 2008

Poesia e lingua a Genova (Sannelli legge Weil)

Università degli Studi di Genova
FACOLTÀ DI LINGUE E LETTERATURE STRANIERE
P.zza S.SABINA 2 - 16124 GENOVA

Giornata della poesia
Poesia e lingua

21 novembre 2008 – aula I ore 10.00

Francesco de Nicola - Presentazione

Massimo Sannelli legge Simone Weil 10.00

SIMONE WEIL *Le stelle*
Stelle di fuoco, che occupate i cieli
lontani, stelle mute e fredde, che girate
senza vedere, ci spogliate il cuore
dal tempo vecchio. Ci date al futuro
contro il nostro volere. Pianto e grido
non contano. Per obbligo
vi seguiremo, le braccia legate,
gli occhi rivolti al vostro lampo puro,
ma amaro. Noi tacciamo. Esitiamo
andando, e in un istante la vostra gloria è in cuore.
[traduzione di massimo sannelli]

Damiano Abeni legge John Ashbery 10.20

Massimo Bacigalupo introduce la poetessa Moira Egan 10.40

Olivier Bivort legge Henri Michaux 11.00

Alice Peretti legge Maya Angelou 11.20

Giorgetta Revelli legge La rivoluzione di Majakovskj 11.40

Pietro Marchesani legge Wislava Szymborska 12.00

Michaela Bürger legge Raoul Schrott 12.20

Rita Caprini legge Emily Dickinson 12.40

Pausa

Silvio Ferrari legge Abdulah Sidran 14.20

Chiara Vangelista legge Solano Trindade 14.40

Elisa Bricco legge Valérie Rouzeau 15.00

Joachim Gerdes legge Franzobel 15.20

Ida Merello e Damiano Sinfonico Jaccottet Traduttore/tradotto 15.40

Davide Finco legge Gustav Freuding 16.00

Stefano Verdino introduce il poeta Milo de Angelis 16.20