venerdì 31 ottobre 2008

VII edizione Premio "TERMOPILI D'ITALIA" 21-3-09

L'ASSOCIAZIONE CULTURALE "TERMOPILI D'ITALIA"
Via Nicchio snc -81020 Castel Morrone (Caserta) - 082 3390999
Organizza la VII edizione del Premio Nazionale di Poesia "TERMOPILI D'ITALIA" con il patrocinio: Amministrazione Provinciale di Caserta, Comune di Caiazzo, Comune di San Martino Valle Caudina, Istituto Italiano di Cultura di Napoli, Ente Parco Nazionale del Vesuvio, Fondazione "Giovanni Pascoli" Località Caprona di CASTELVECCHIO PASCOLI
(Lucca), Casa Museo Laboratorio della Civiltà Rurale - Castel Morrone
Poetilandia - Sito d'arte e di cultura on line (www.poetilandia.it), Ordine di San Fortunato - Sub-Priorato del Piemonte- Torino, A.I.D.O. REGIONALE CAMPANIA - Caserta, Biblioteca Parrocchiale "Giustino De Jacobis" - Castel Morrone, Associazione Culturale "Nuovo Mondo" - Roma, Associazione "Leparoleperte" - Caivano, Associazione "Liber@mente" - Caserta

Il premio vuole ricordare l'appellativo che Giuseppe Garibaldi diede dello
scontro di Morrone del 1\10\1860, allorquando Pilade Bronzetti, "novello
Leonida" difese la posizione assegnata "fino agli estremi" consentendo la
vittoria dei garibaldini nella battaglia del Volturno.


"PREMIO TERMOPILI D'ITALIA"

POESIA A TEMA LIBERO
Regolamento:
La partecipazione è consentita a tutti gli autori di ogni nazionalità,
razza, religione e sesso, i quali hanno l'obbligo di inviare liriche in
lingua italiana oppure dialetti d'Italia con relativa traduzione .
Possono partecipare al premio poesie sia edite che inedite senza alcuna
limitazione.

Il giudizio della Giuria è insindacabile.

Il Presidente Onorario del premio è l'on.Alessandro De Franciscis,
Presidente dell'Amministrazione Provinciale di Caserta

Ogni autore può inviare un numero di poesie a LIBERA scelta.
Di ogni poesia inviata al Premio ne sono richieste 5 (cinque) COPIE di cui
una sola con la firma, indirizzo e dati personali dell'autore con
indicazione della sezione.

À richiesto un contributo di partecipazione alle spese di organizzazione di
Euro 5 (Cinque) per ogni Poesia . La quota di partecipazione potrà essere
versata sul conto corrente postale numero 92402734 intestato ad
ASSOCIAZIONE CULTURALE TERMOPILI D'ITALIA - CASTEL MORRONE oppure contanti
nella busta delle liriche ;con bonifico sul conto corrente postale 92402734
codice IBAN IT-76-W07601-14900- 000092402734

Le liriche vanno indirizzate a:
PREMIO "TERMOPILI D'ITALIA"
Pres. FRANCESCA PRATA - VIA NICCHIO SNC 81020 CASTEL MORRONE (CE)
Le opere e le quote di partecipazione dovranno essere inviate
improrogabilmente entro il 21 MARZO 2009 - GIORNATA MONDIALE DELLA POESIA
I poeti diversamente abili, con invalidità riconosciuta superiore al 45%
partecipano al concorso SENZA VERSARE ALCUNA QUOTA DI ISCRIZIONE,allegando
alle poesie una copia del provvedimento che riconosce lo status.
I ragazzi che frequentano le Scuole Elementari e Medie partecipano senza
versare alcuna quota di iscrizione, allegando il certificato di frequenza .
Le Scuole possono inviare in unico plico le poesie degli alunni con relativo
unico attestato.

Le Giurie del Premio Termopili d'Italia seguiranno il seguente schema di lavoro.
Una Giuria tecnica, composta dai critici letterari Ing. Dr. GIORGIO AGNISOLA; DR. VINCENZO BATTARRA, prof. ALDO CERVO, prof. MADDALENA VILLANO; prof. GIUSEPPE PEPE ,Prof. LILIANA RIELLO ;dott. ROSSELLA TEMPESTA, poetessa, selezionerà un numero di poesie tra il 10 ed il 20 % del totale. Le liriche così scelte saranno consegnate alle Giurie per la selezione finale. Nel contempo alla lirica che riceverà maggiori voti sarà assegnato dalla Giuria Tecnica il Trofeo "CARDINALE LUIGI LAVITRANO.

TERMOPILI D'ITALIA

La Giuria del Premio Termopili d'Italia sarà composta da studenti che frequentano la Terza media, le Scuole medie Superiori e l'Università , in numero non inferiore a 10, i quali sceglieranno le dieci liriche da premiare

PREMI IN PALIO - QUADRI OFFERTI DAI MAESTRI

Il poeta che risulterà primo classificato al TERMOPILI D'ITALIA - avrà diritto al PERNOTTAMENTO E COLAZIONE GRATUITA PER DUE PERSONE C\O HOTEL CASERTA ANTICA - A CASERTAVECCHIA , se residente fuori Regione.
dal 2° al 10° Classificato - TARGA
Le targhe originali ed uniche rappresentano dal 1 al 10 classificato le contrade che compongono il Comune di Castel Morrone: SAN MAURO, TORONE, PIANELLI, BALZI, ANNUNZIATA, SANT'ANDREA, CASALE, GROTTOLE, LARGISI E GRADILLO.

"TERMOPILI D'ITALIA JUNIOR"
Tra tutte le poesie inviate dagli alunni delle scuole elementari e medie, saranno scelte le prime 6 classificate che riceveranno la TARGA TERMOPILI D'ITALIA JUNIOR per incentivare i giovani autori a proseguire sulla strada della poesia e della cultura .

PREMIO

Una Giuria popolare, presieduta dalla Prof. Donatella Solidone, , con non
meno di 25 membri sceglierà tra le liriche pervenute al concorso UNA SOLA
LIRICA, la quale sarà premiata con il trofeo.

PREMIO AD HONOREM "PILADE BRONZETTI"
L'Associazione Termopili d'Italia, assegna, ogni anno 3 premi ad honorem a
personaggi che si sono distinti nel mondo della Cultura, Letteratura,Musica,
Spettacolo, Arte, Medicina .

"TROFEO ARA MARTIS DEDICATO A MATTEO RENATO IMBRIANI"
Tra tutte le liriche che perverranno al Concorso, il Comune di SAN MARTINO
VALLE CAUDINA, ne sceglierà UNA al quale sarà conferito il Trofeo ARA MARTIS
La serata finale di premiazione dei poeti si terrà il giorno 4 Luglio 2009, alle ore 17,00 .
I Poeti premiati e segnalati verranno avvertiti telefonicamente o per
lettera.
Ogni autore è responsabile di quanto contenuto nei propri elaborati. Le
poesie non saranno in nessun caso restituite. Ai sensi dell'art. 10 della
legge n° 675 del 1996, si informa che i dati personali saranno utilizzati
unicamente ai fini del premio. Le opere pervenute non saranno restituite.

Il presidente dell'associazione

(Francesca Prata )

Castel Morrone 1\11\2008 Email :mic.marra@alice.it

HOTEL CASERTA ANTICA
VIA TIGLIO CASERTAVECCHIA-81020 CASERTA
TEL./FAX 0823371158-0823371333 -P.IVA 0163095061

IN OCCASIONE DEL CONCORSO PREMIO TERMOPILI D'ITALIA PER I POETI CHE
ALLOGGERANNO PRESSO LA STRUTTURA UNO SCONTO - 20% SULLE TARIFFE.

Poesie d'Autunno (Antonietta Gnerre)


È sempre bello leggere i versi di Antonietta Gnerre: hanno ritmo, offrono immagini nuove, parlano di sentimenti veri, riecheggiano una tradizione rinnovata, depurata e sobria, intrisa di una spiritualità che li fa davvero arrivare ad ogni lettore con parole concrete ed essenziali di sapore biblico: «Ammalata di lieto fine / mi nascondo in baratri di nafta / col metallo del tuo nome al collo».


1.

Respirare è il solo modo di guardare
tra queste schiume di polmoni paralleli
il tuo cuore seducente e misterioso.

Eppure il tuo amore è maturo nelle vigne
nel confine penetrato di questo ottobre
che mi diverte col girotondo della penna.

Tutto in amore sembra illogico e astrale

e per vederti ancora tra la gente devo morire
sotto i sogni di queste ombre di latifoglie.



2.

Nel cerchio dello stupore pungo
la mia vergogna con la rabbia
che increspa l’amore locomotore

di illusioni cifrate.
Ammalata di lieto fine
mi nascondo in baratri di nafta
col metallo del tuo nome al collo



3.

sezionata come cavia
ripercorro l’emisfero
delle tue parole

sussurrate

da un carico di luce
che io chiamo
poesia


4.

hanno il pelo lucido
le tue emozioni

si elevano
senza fare rumore

poi avanzano
discendono
scompaiono

nell’imbuto
appena un po’
più grande
del tuo amore



5.

sui rami polverosi
incarno il tuo nome
foglia della mia vita

folgorante grandezza
di luce impagliata
nel cortile
dell’universo

flusso

eterno nella calotta
dei mie desideri
sussurrati dal vento
che strappa l’oscurità
dalle ali di una farfalla


6.

moriremo
con le nostre ossa
di luna

in bicchieri di rifiuti
dove ci faranno compagnia

le tombe blu dell’eterno

tombe pronte ad ammirare
il viaggio dei nostri semi
in gabbie di vetro senza calendari



7.

ritornerò
da te

ricca di astri
da questo luogo
illuminato
di sbadigli e ferite

ritornerò
con la dolcezza
di una chioma d’albero

come fuoco vellutato
per ogni tuo respiro
che sussurra dalla terra
il mio nome di donna



8.

Mario

Io non resterò lontana dalla tua aria
ti imboccherò con coperte di calda lana
orlata di delizie azzurre e coralli rossi

Ti vestirò con abiti puliti sulla canoa dei sogni
e con pagine scritte e assottigliate dai minuti
conteremo dal tuo diario le stelle più belle

Tu vedrai fiorire ogni giorno il mio amore
dove l’architettura dei pioppi osserva per rinnovarsi
questo Sud dove riposano i minuti.



9.

(Amo immaginare)

Pronostico l’immaginazione
mentre pulisco un tegamino
o scrivo una poesia

come un osso divorato
da questo tempo rapido
frullato da un afa
mi pugnalo i Jeans
con le parole
che copio dal fango.



10.


Dormiremo senza alba
con le radici aperte
in ordine alfabetico
senza chiedere più nulla
ai nostri pensieri.

I treni riposeranno
per sempre come vasi
senza fiori

nel triangolo
di carta di queste case
che chiamiamo ancora paese.


giovedì 30 ottobre 2008

È uscito Il resto a voce


La nuova raccolta di Colomba Di Pasquale si è aggiudicata il III premio sez. Silloge inedita di poesie al VII Premio nazionale di poesia L’AQUILAIA - SALAIOLA di ARCIDOSSO (GR) 29.06.08

Con la seguente motivazione:

«È una poesia apparentemente leggera, quella di Colomba Di Pasquale, ma profonda, viva, ricca di immagini e di colori. L’ossessione del tempo si risolve nel breve accendersi e spegnersi di una sigaretta: la figura si materializza per un istante e svanisce rapida, allegra, come l’omino di fumo di Aldo Palazzeschi. Attraverso poche parole, ben calibrate, oculatamente semplici, Colomba Di Pasquale è capace di creare tutto un mondo che si trasforma, come in una continua metamorfosi: il letto diventa mare, le braccia sono remi, i volti sono strade da percorrere… La donna è pescatore, marinaio, minatore: e l’uomo si trasforma di volta in volta in mare, viscere della terra, isola, campo, grano, deserto, bosco. La vivida sensualità è alleggerita dal ritmo lieve, dalla non facile ironia su se stessi, Eppure le immagini sono forti, i luoghi e gli oggetti, concreti: dal quotidiano (anche dal cartello di un divieto di sosta!) emerge la dimensione dell’eterno e del significato ultimo della poesia, che racconta la vita, riesce per un attimo a fermare il tempo.» (Maura Baldi)

mercoledì 29 ottobre 2008

Antonietta Gnerre e la teologia di Mario Luzi 31-10-08




Marco Zavarini vince il Parole sparse

Segreteria Premi Letterari PAROLE SPARSE

V Premio Letterario Nazionale “Libri Editi”
CLASSIFICA FINALE

Sezione Poesia

1° classificato: Zavarini Marco con l’Opera L’analisi di infinite conseguenze (Fara Editore)

2° classificato: Matta Silvio con l’Opera “Potrà perdonarci l’amore” (Il Filo)

Segnalati: De Mas Fabio con l’Opera “Le emozioni d’un viandante” (L’Autore Libri Firenze); Guarino Marco con l’Opera “L’io, i miei occhi e il mondo” (Linee Infinite Edizioni); Maffiodo Franco con l’Opera “L’anidride e pochi spettri” (The Boopen Editore; Muti Corrado con l’Opera “L’eco dei miei passi” (Tabula Fati); Sommella Fabio con l’Opera “Frammenti e Percorsi” (The Boopen Editore); Tavcar Giovanni con l’Opera “Bisognerà presto voltare pagina” (Edizioni Eva).

Sezione Narrativa

1° classificato: Carulli Luca con l’Opera “La Terra dei Sogni” (Verdechiaro Edizioni)

2° classificato: Baldini Cinzia con l’Opera “Semplicemente Donna” (Linee Infinite Edizioni)

Segnalati: Bonelli Antonio con l’Opera “Racconto Esistenziale” (Il Filo); Di Dio Morgano Maricla con l’Opera “La coda del diavolo” (Ennepilibri); Di Stefano Adelaide con l’Opera “Fermo davanti al cielo” (Il Filo); Iago con l’Opera “Il mosaico” (Aletti Editore); Scarponi Annunziata con l’Opera “Per non morire” (Il Filo).

Premio Speciale della Giuria: Leoni Laura con l’Opera “Anatomia di una goccia” (Edizioni della Meridiana); Molinari Maurizio con l’Opera “Poemantikha” (L’Autore Libri Firenze); Rigoni Patrizia (a cura di) con l’Opera “Una Stanza di Parole” (Da donna a DONNA).

www.gruppoculturaleparolesparse.blogspot.com

lunedì 27 ottobre 2008

Ardea Montebelli in “Sguardi” Avvenire 19-10-08

rubrica a cura di Laura Bosio
edicola.avvenire.it


INTIMA VERITÀ
LAURA BOSIO

S
ulla copertina mi colpisce la fotografia di un eremo, quello di San Bartolomeo, in Abruzzo, sotto un grande soffitto naturale di roccia. E nel libretto,
Ma il cielo ci cattura, ne trovo altri, incastonati tra le pareti scoscese della stessa montagna, la Majella.
Ardea Montebelli li ha fotografati, in un severo e morbido bianco e nero, testimonianze di una esperienza religiosa piche millenaria, luoghi di una intimitcon il creato che favoriscono la ricerca della verit.­' Che cos’la verità?' chiese Pilato a Gesù (Gv 18,38)­ la domanda che apre la prefazione al volume di Paolo De Benedetti, che piavanti scrive:­ “La verità non­ è il prodotto del nostro pensiero…” la verità è ­una persona; non ­una scoperta dell’intelletto, ma il fidarsi di una voce­. A questa voce si affida Ardea Montebelli alternando nel suo libro immagini di eremi, citazioni bibliche e brevi componimenti poetici che tendono a un’unica meta:­ alla totalità di una Presenza che invade l’aria che respiro, la terra che calpesto, il cibo che mangio, il mio lavoro, i miei affetti, la mia stanchezza, che invade tutto e da tutto unite significato­. Si legge in una delle poesie:­ «Ci
abbrucia / ci consola / riconduce alla vita­.»



v. anche danielaterrile.wordpress.com


Person Laura Bosio
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Vincitori Premio Giorgi

CITTÁ DI SASSO MARCONI

PROVINCIA DI BOLOGNA
Piazza dei Martiri, 6 – 40037
www.comune.sassomarconi.bologna.it

PREMIO LETTERARIO NAZIONALE
RENATO GIORGI 2008
XIV Edizione

CERIMONIA DI PREMIAZIONE

Sabato 1 novembre 2008, ore 17.30
Bibliosasso – Città di Sasso Marconi
Piazza Martiri della Liberazione 2, Sasso Marconi
tell. 347 5124366 – 349 4295503


Sabato 1 novembre 2008, alle ore 17.30, presso la biblioteca di Sasso Marconi (BO), in Piazza dei Martiri della Liberazione 2, si svolgerà la cerimonia di premiazione della XIV edizione del premio letterario nazionale “Renato Giorgi”.

Organizzato dal Circolo culturale Le Voci della Luna e dalla Città di Sasso Marconi, con il patrocinio della Provincia di Bologna e la collaborazione di Arci Bologna, il Premio conferma ancora una volta la sua longevità e la sua importanza in campo locale e nazionale per l’attenzione verso la poesia italiana contemporanea.

Due le sezioni in cui è articolato il Premio: raccolta inedita di poesie e Cantiere, che si richiamano direttamente alla sensibilità letteraria di Renato Giorgi, apprezzato autore di poesie, romanzi e racconti. La prima sezione è dedicata esclusivamente a sillogi inedite, mentre Cantiere si rivolge a tutti coloro che stanno sviluppando una raccolta e che ne vogliono offrire al giudizio della giuria un estratto breve quanto significativo.

Quest’anno la palma per la migliore “silloge inedita di poesia” è andata al poeta Francesco Marotta, di Nocera Inferiore Salerno, ma da sempre residente in provincia di Milano, con Impronte sull’acqua.
Selezionata da una giuria di esperti tra le numerose opere in concorso, la raccolta di Marotta è stata pubblicata dalle edizioni Le voci della luna, casa editrice nata nel 2006 da una costola dell’omonimo Circolo culturale di Sasso Marconi che organizza il premio “Renato Giorgi”.

Per quanto riguarda la sezione Cantiere, essa è stata assegnata al giovane monzese Jacopo Galimberti. Al vincitore verrà consegnato un assegno di 300 €.
Alla cerimonia di premiazione saranno presenti Adriano Dallea (Assessore alla Cultura del Comune di Sasso Marconi), Cristiana Branchini (Presidente Circolo culturale “Le Voci della Luna”), Carmela Gardini (Segretario ANPI), i componenti il Comitato d’onore e le Giurie, la redazione della rivista Le voci della luna e della casa editrice omonima.

I testi vincitori delle due sezioni, verranno letti e interpretati da Chiara Cretella. Intermezzi musicali di Marco Fabbri alla fisarmonica e al bandoneon e Chiara Consani alla tastiera.


Con la cerimonia di premiazione si chiude dunque la XIV edizione del premio “Renato Giorgi”, che non si ferma qui. Il bando per la prossima edizione, la quindicesima, è già stato distribuito attraverso Internet a tutti gli abbonati alla rivista “Le voci della luna”.

Al termine della cerimonia verrà servito un piccolo buffet presso l'Isola del gusto – Tartufesta.



Per saperne di più…

È diventata ormai una tradizione consolidata quella di vedere premiati al “Renato Giorgi” autori che non provengono dall'Emilia-Romagna. Così nel 2000 è stato premiato Ivan Fedeli, di Ornago (MI) con Abiti comuni. A Fedeli, ora nella nella giuria del “Giorgi”, sono succeduti Paolo Arzuffi di Zanica (BG - 2001), con Solitudini possibili e Paola F. Febbraro di Roma (2002) con La rivoluzione è solo della terra, ora ripubblicato in un libro che raccoglie il meglio di questa poetessa prematuramente scomparsa. Il testimone è poi passato nel 2003 a un altro romano, Marco Giovenale, con Il segno meno, mentre nelle edizioni successive a vincere sono stati il teramano Raymond André con Le vetrate di Saint Denis (2004) e la catanese Maria Gabriella Canfarelli (2005) con Zona di ascolto. Nel 2006 il Premio arriva nel capoluogo emiliano con Elio Talon, poeta veneto da anni residente a Bologna, che vince con la raccolta Sideralia. Ma già l’anno successivo torna in Sicilia, perché ad aggiudicarselo è la ragusana Antonella Pizzo con In stasi irregolare.
Quest’anno il “Giorgi” torna in Lombardia premiando Impronte sull’acqua, raccolta poetica di grande profondità espressiva, firmata da Giovanni Marotta, che verrà pubblicata come di consuetudine dalle edizioni Le voci della luna Poesia.
Marotta è nato nel 1954 a Nocera, ma vive in provincia di Milano dove insegna filosofia e storia nei licei. Ha già al suo attivo varie pubblicazioni in solitaria e su importanti riviste di settore. Da segnalare l’e-book Hairesis per la Cepollaro E-dizioni del 2007.
Al secondo e terzo posto rispettivamente si sono piazzate due sillogi: confinando l’inverno, della bolognese Chiara De Luca, e tra quiete e movimento di Roberto Cogo (Schio, VC). Entrambe riceveranno un premio in denaro. La giuria ha deciso di segnalare anche i lavori dello svizzero-bolognese Lorenzo Buccella e del fiorentino Roberto Mosi.
Per la sezione “Cantiere” la giuria ha deciso di assegnare solo il primo premio che quest’anno va al ventisettenne di Monza, Jacopo Galimberti, che riceverà un assegno di 300 euro. La giuria ha altresì segnalato i testi della varesina Maria Ebe Argenti, della veneziana Fabia Ghenzovich, dell'udinese di adozione Vincenzo Della Mea, e del bolognese Gino Sarti.

Per ulteriori informazioni, tel. 347 5124366/349 4295503.

È possibile trovare notizie sul Circolo culturale “Le voci della luna” sul sito www.levocidellaluna.it

venerdì 24 ottobre 2008

Su Ma il cielo ci cattura di Ardea Montebelli

recensione di Carlo Ciappi (noto fotografo, organizzatore e presentatore di vari eventi artistici e culturali e curatore di recital di poesia) v. anche Progetto Babele

Viene da porsi molte domande nell’accingersi a parlare del libro di Ardea Montebelli che ha un titolo singolare: Ma il cielo ci cattura. La singolarità risiede nel fatto di quell’iniziare il discorso con quel “Ma”. Viene pure da domandarsi se quell’inizio sia una provocazione per incuriosire il potenziale lettore, quindi attirarlo, oppure qualcosa di altro. Non ho dubbi che sia la seconda l’ipotesi giusta, quel “ma” senza nessuna altra cosa prima suona come l’interruzione di qualcosa, come un ravvedimento, accorgersi di qualcosa e quindi porre un termine al vecchio per iniziare un nuovo percorso, un percorso che condurrà a qualcosa di ancora ignoto, di latente nel cuore dell’autrice.
Gli illustri prefatori di questo libro hanno ben inquadrato con preziose parole, puntualissimi riferimenti e con perfetti raffronti quando Montebelli ha cercato di fermare quel qualcosa di sé, un giorno, un giorno qualunque, ma sicuramente uno speciale in cui ha avvertito la necessità di portare avanti la sua ricerca verso la verità. Nel suo pezzo d’apertura, Paolo De Benedetti, parla di “via” e di tutte le insidie che essa comporta nel percorrere quella strada non certo facile, ma anche ci conforta con la definizione della poesia di questa Autrice: “di ansiosa serenità”, la propria e quella dei fruitori di quel messaggio intimo che, inevitabilmente, si instaura tra la poetessa e il lettore di questa verticalizzazione degli strumenti di avvicinamento: a cosa? Alla verità.
Allorché un uomo si accinge a scavare, a ricercare dappertutto e principalmente dentro di sé, si trova al buio, si trova nella condizione di inferiorità di fronte alla “Luce” che spera di trovare. Ecco allora che mi è balzato in mente L’Heremite, uno degli arcani maggiori dei tarocchi, dove il vecchio o il saggio, rappresentato dalle sembianze del vecchio, appunto, dove si pensa possa risiedere la saggezza e proprio per questo la dedizione alla ricerca di qualcosa che assomiglia molto, moltissimo all’oggetto della ricerca di Ardea Montebelli: la verità. Ma il vecchio saggio è rappresentato anche sorretto da un bastone, su di esso una lanterna per dissipare le tenebre della non conoscenza, per facilitare il cammino di avvicinamento a quel punto di infinitesimale grandezza che si intravede laggiù, forse è meglio dire: ci pare di intravedere in fondo alla strada che abbiamo scelto di intraprendere, ognuno di noi che, coinvolti dall’autrice, percorriamo il riflessivo cammino insieme a lei. Questa figura dell’Eremita è intesa come la chiave della conoscenza impenetrabile e della trasmutazione o ascensione nell’ordine spirituale, presupponendo una perfetta armonia di ogni suo elemento. Nei secoli scorsi era pure denominata Diogene, alludendo al filosofo anacoreta, che viveva in una botte e viaggiava per Atene con una candela in cerca dell’ ”Uomo”, colui che disprezzava le convenzioni e le vanità.
Ardea Montebelli scava spagiristicamente intorno a sé, scava ed analizza i detriti mossi, quello che rimane dell’uomo che ha subito una macerazione nell’athanor della ricerca intima, la più interiore, e tenta di avvicinarsi alla meta, all’apice della montagna perfettamente conscia di quel “per aspera ad astra” a cui ogni essere umano dovrebbe essere preparato. Ecco tornare l’immagine di Diogene che cerca l’Uomo, la poetessa si fa Diogene anch’essa per capire l’uomo, spuriarne il superfluo e raccogliere in unico gruppo le qualità nobili rimaste, materia essenziale per cominciare il lavoro di avvicinamento alla conoscenza, qualità primaria per svelare la verità.
Conforta questa mia convinzione la poesia che si trova a pagine 49 che recita: “…offre tracce di alleanze / a lungo contemplate / nelle oscure caverne dell’anima. …”. Questo concetto di caverna mi conduce all’idea platonica del mito della caverna la cui simbologia, sin dai tempi più remoti, è l’archetipo dell’utero materno, simbolo di rinascita e di iniziazione in numerosi popoli. Per Platone questo è il luogo della non conoscenza, di sofferenza e di punizione in cui le anime degli uomini sono imprigionate come in una caverna, appunto, dagli dei. Un falò, al centro dell’antro, proietta sulle pareti le ombre di quegli uomini che ivi risiedono fin da fanciulli, una sorta di sole invisibile indicante la strada che l’anima deve seguire per raggiungere il bene e il vero; la caverna e le ombre, quindi, rappresentano il mondo dell’apparenza da cui l’anima deve uscire per contemplare il vero mondo delle realtà, quelle vere, il mondo delle idee, di quella sorta di creatività che spinge alla ricerca, diuturno lavoro dell’Uomo di buona volontà che aspira all’alto.
Sono le parole la chiave per aprire le porte che la nostra poetessa si è prefissa di aprire, varcarne quelle soglie sarà sollievo e ristoro nell’avvicinamento alla meta. Si è sdoganata presto dai vincoli della caverna, a pagina 25 sella sua opera, ci parla del suo errare su tutti i possibili percorsi, senza bussola di conforto, solo cieli ed astri, monta lo sgomento dalle mille domande od una soltanto, punto ben identificato, ma misterioso e fragile. Sono le parole la chiave, quelle taciute e presenti in lei in attesa di essere pronte all’esternazione, sono quelle ascoltate nelle letture della Parola delle parole, sono quelle sprigionate dal proprio cuore e composte a caratteri piccoli nel grande libro che ci porge. Sono le parole a scandire il tempo, il tempo dei giorni negli eremi, lassù dove il cielo sembra essere più vicino, parole di riflessione e di memento, parole che incutono timore nel pensarle e poi nel pronunciarle, come fossero macigni da rimuove sul percorso intrapreso, da frantumare con minimo sforzo una volta saliti su un ulteriore gradino sul cammino della conoscenza.
È la bellezza, più volte punto di espressivo riferimento della nostra autrice, che spinge in alto verso quel cielo che ci cattura. E’ il cielo il simbolo attraverso il quale, fin dalla notte dei tempi, si ispira la storia dell’umanità, la credenza di un essere divino celeste, creatore della terra e regolatore supremo di tutte le cose. E’ il cielo la manifestazione diretta della potenza, dell’eternità, della sacralità e della trascendenza divina che si rivela direttamente nell’inaccessibilità, in quellla celeste ierofania inesauribile per l’uomo e il suo scarno sapere.
È la scrittura elegante, dovuta al rispetto del tema trattato, la massima espressione di Ardea Montebelli in questa opera, preziosa e chiara, intima e comprensibile ad altri nello stesso tempo; di scritture ne ha impiegati due tipi: quella della penna che sulla carta ha lasciato un testamento di quello che era e la speranza di quello a cui aspira, ed un’altra quella che la luce ha per lei scritto sulla pellicola contenuta nella sua fotocamera, compagna fedele ed àncora di conferme, nel suo peregrinare di eremo in eremo. Insieme a lei, quella fotocamera, ha interrogato pietre ed antri, amboni ed altari, luci filtranti e luci apparenti nell’ombra dello spirito. Anche per questa scrittura Montebelli si è avvalsa del metodo più complicato tecnicamente, ma atto a restituire una metonimia di rapporto con la luce variata, diffusa, modificata tramite l’impiego della pellicola all’infrarosso, croce e delizia di ogni fotografo, ma calzante sintassi nell’ulteriore modo espressivo dell’autrice, la fotografia, altro amore non celato di questa artista. Sono gli stupendi bagliori, la profondità del grigio dei cieli, nel portentoso linguaggio del bianco/nero, ad avvicinare l’essenza delle parole al sentire fotografico che usa gli stessi termini concettuali. Nulla si può svelare se non ricercato con forza e vigore, la forza dell’onesta volontà e la vigoria delle energie da dedicare alla ricerca, quella che passa dentro di noi, si deposita nell’anfora della nostra anima per poi versarla nel lago del nostro essere, depurato dalla ricerca e bonificato nella purezza delle acque prima palude ed ora fluente speranza.

EDIZIONI KOLIBRIS

...with a very special thanks to Luca Ariano, Gray Sutherland, Gaëlle Laurian, Imma Puig Cuyas, Alberto Romagnoli, Roberto Gotti, Claudio Tubertini, Susanna Bernabei, Alessandro Ramberti, Gianfranco Fabbri, Claudio Donadio, Giovanni Cavallo, Danni Antonello, Pierre Lepori, Françoise Wuilmart…
and all the friends of the editorial staff
Chiara

EDIZIONI KOLIBRIS

La Casa Editrice Kolibris nasce ufficialmente nell’ottobre del 2008, da un’idea di Chiara De Luca, che nel corso della sua attività di traduttrice, scrittrice e mediatrice culturale ha avvertito in modo sempre più prepotente l’esigenza di istituire uno spazio che favorisca gli scambi interculturali in una prospettiva internazionale, per rispondere al desiderio di ampliare gli orizzonti comunicativi e le possibilità espressive degli artisti dei singoli paesi che verranno ospitati nell’ambito di un piano editoriale in costante evoluzione.
[...] www.edizionikolibris.eu

Kolibris is being launched in October 2008, the brainchild of the Italian writer, translator and cultural operator Chiara De Luca. During her career, Ms De Luca has increasingly become aware of the need to set up a space for international cultural exchange that would provide wider horizons for writers from various countries to communicate across, and greater opportunities to share their creative work with others.
[...] www.edizionikolibris.eu

Les Éditions Kolibris sont nées au mois d’octobre 2008 d’une idée de Chiara De Luca qui, au cours de son activité de traductrice, écrivain et médiatrice culturelle, a ressenti l’exigence toujours plus forte de créer un espace qui puisse favoriser les échanges interculturels. Avec en toile de fond, l´envie d’élargir les horizons communicatifs et d´augmenter les possibilités expressives des artistes étrangers qui seront impliqués sur le plan éditorial en constante évolution.
[...] www.edizionikolibris.eu

Das Verlagshaus Kolibris wurde offiziell im Oktober 2008 nach einer Idee von Chiara De Luca gegründet, die im Laufe ihrer Tätigkeit als Übersetzerin, Schriftstellerin und Kulturarbeiterin immer stärker das Bedürfnis verspürte, einen Raum zu schaffen, der den interkulturellen Austausch mit internationaler Perspektive begünstigt, um den Wunsch zu erfüllen, die kommunikativen Horizonte und die Ausdrucksmöglichkeiten von Künstler aus den einzelnen Ländern zu erweitern, die im Rahmen eines Verlagsplans in kontinuierlicher Evolution zu Gast sind.
[...] www.edizionikolibris.eu

La Editorial Kolibris nace en octubre de 2008, a partir de una idea de Chiara De Luca, que en el transcurso de su actividad como traductora, escritora y operadora cultural, ha percibido de forma cada vez más imperativa, la exigencia de instaurar un espacio que favorezca intercambios culturales en un ámbito internacional, para responder al deseo de tender puentes de comunicación, así como favorecer la difusión de artistas de diversos países que serán integrados en un plan editorial en constante evolución.
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Chiara De Luca
Edizioni Kolibris
Via Pellegrino Matteucci 14
40137, Bologna
tel. 3349528275
tel2 3405662298
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Su Anna Basso


articolo di Gianni Giolo sul Gazzettino del 23-3-08





RISVEGLIO

Lento
scorre
il pensiero
sul tuo corpo:
di te non è rimasto
che sudore raggelato
e tanto freddo nell’anima;
vorrei che scendesse la neve
a coprire il mio amore ferito.

altre poesie di Anna Basso qui

giovedì 23 ottobre 2008

Sulla poetica di Simone Molinaroli

di Narda Fattori

La poesia di Molinaroli trae forza dal racconto che da usuale balza nel dramma, senza concederti uno spiraglio o appigli per quel balzo improvviso e inaspettato.
C'è un tratteggio amaro e amarognolo nel suo frasario sintetico e quasi filiforme nel dire, ma non nel trarre poesia (che esiste anche in una rapa, in chi la sa vedere, naturalmente).
Dice di noi che solo quando la trafittura è particolarmente dolorosa la avvertiamo (e aspettiamo che passi) mentre si scorre nei giorni senza rigare gli specchi.

L’ordine naturale delle cose (Domenico Lombardini)

Grande cura della scelta lessicale, una innata maestria nell'offrire allitterazioni che sostengono un messaggio ricco di sensi, una poetica "impegnata" che ci scuote dall'inerzia con forza parabolica e affermazioni solo apparentemente paradossali: «non c’è nulla di più di disonesto della spontaneità / e gettarsi – cupio dissolvi – nel vuoto di una creatività / che esibisce senza risolvere.»


abituazione

quello che c’è contorna e include;
poiché medium, fa velluto di tocchi;
la pelle assuefatta non sente, abituata.
le elitre, le graziose venature ambrate,
le fimbrie: pelle non sente
se non cute penetrata,
e pungiglione. il reticolo nocicettivo
non si cura di piccolezze, risolve
solo il dolore che serve, a suo gusto,
i tocchi giusti. dài a un cane dosi crescenti
di chinino o arsenico, non si è mai
troppo malati. la cecità è idiopatica. - lo sapevi?
il dolore non ha alcun meccanismo attenuativo,
come se ne valesse della vita - il soffrire.

intingeva copiosamente le dita nella cioccolata, il pollice, l'indice.
per compleanno ebbe tutto, anzi di più e più assai di quello che chiese,
a dir la verità senza troppa insistenza, ai genitori. per evitare traumi,
i responsabili del minore decisero di decuplicare gli sforzi, e spendere
oltre il dovuto. in Europa, ogni anno, trecentomila morti sul lavoro.

poiché neofiti, con zelo soldatesco agguantano il cellulare,
in cui consumo e socialità coatti collimano, entrambi beni
facilmente reperibili in commercio, la cui deperibilità
è parte integrante della transazione, economica e sociale.

non c’è nulla di più di disonesto della spontaneità;
e gettarsi – cupio dissolvi – nel vuoto di una creatività
che esibisce senza risolvere.

il fordismo come forma mentis è insensibilità al dolore dietro la serialità
della produzione: la macchina che produce potrà, mal che vada,
stillare olio lubrificante, non sangue.

è difficile dire con parole di figlio… Pasolini,
ingorgato nel gorgo uterino, non seppe che esibire,
e non risolse il rovello; lo raccolsero
smembrato, dilaniato da Kalì.

la pelle flaccida sotto il mento, occhi quasi obliterati
dallo sforzo di capire, le mani con palme rivolte
in alto, impotenti. e trent’anni sono pochi…

terzietà: uno sguardo – non so se indulgente.
sono spalle scoperte, mi dico, e ancora quello sguardo,
e una mano tenera e forte che tocca spalla e clavicola,
da dietro, e che dice – non risparmiarti, non temere.




Domenico Lombardini ha recentemente pubblicato la silloge Fuori dal senso ne Lo spirito della poesia, Fara 2008)

martedì 21 ottobre 2008

In Cammino con Gesù 30-10-08

ULTIMI GIORNI PER PARTECIPARE

al Concorso In Cammino con Gesù…

Vi invitiamo a partecipare e Vi preghiamo di diffondere a tutti i vostri
contatti la nostra iniziativa,

Carissimi saluti.

PARROCCHIA DI SAN MARTINO A VADO – DIOCESI DI FIESOLE

V RASSEGNA DI TESTIMONIANZE LETTERARIE
In Cammino con Gesù...

TESTIMONIANZE DI ESPERIENZE DI FEDE
IN FORMA DI RACCONTO O DI PREGHIERA


SEZIONE SITI INTERNET PARROCCHIALI
INVIA LA SEGNALAZIONE DEL SITO DELLA TUA PARROCCHIA !!

TEMA SPECIFICO: La famiglia che porta a Gesù

SCADENZA INVIO OPERE: 30/10/2008

PER INFORMAZIONI E BANDO: www.parrocchiastrada.net

lunedì 20 ottobre 2008

4 poesie di Stefania Crozzoletti

I versi di Stefania scorrono, suono veloci e apparentemente facili, ma poi lasciano un sedimento prezioso e corrosivo, simile a quello sguardo socratico sul mondo che ci aiuta ad accettarne l'assurdo, quel lato di dolore oscuro e inspiegabile che insidia da sempre la vita di ciascuno, quel lato che dà valore ad ogni gesto, ad ogni scelta, perché in fondo li rende quotidianamente eroici, se trovano quella misura etica e antropologica che il nucleo fondante e vero dell'uomo: «Il castello di carta è crollato / per fortuna / sono fatta di carne»


GENTILE PAZIENTE

“Gentile paziente,
alla fine di tutti i possibili sentieri
percorsi in lungo e in largo
terminato il lamento
appare chiaroscuro
che per scrivere deve vivere
e se deve
vivere
non Le è consentita la fuga”

Quindi amor mio
non cercherò un eremo dove chiudere le ali
per riposare finalmente
sfornando impeccabili torte di mele

Asciugo, amor mio,
le noiose lacrime
e annuncio agli indifferenti
che rimango qui
a scrollarmi la sabbia dalla pelle
a levarmi lo sporco dalle unghie
ad accogliere decifrando
i temporali emotivi
che spesso mi atterrano
e talvolta mi elevano

Mi siedo in prima fila
a guardar morire il malato terminale
e i dementi che lo prosciugano

Rimarrò anche
a sepoltura avvenuta
per vedere se nasce qualcosa
dalla terra e dalla cenere

Rimarrò
anche dopo
finché lo spettacolo sarà gratuito



PRANAYAMA PER DILETTANTI

C'è l'Universo
e ci sono i miei piedi
i miei polmoni
da riempire d'aria
e il diaframma
da abbassare e rialzare

Un passo
su una terra ospitale
un altro
il peggio è passato

mi basta ricordare di respirare
la parte migliore
del mondo

Mi salverò chiudendo le porte
ai rapaci
che ho nutrito fino a ieri


VECCHIA PAZZA

Vorrei essere stata
una bambina lieve
vorrei diventare
una vecchia pazza

Vorrei una vita in regressione
pensieri morbidi e tondi
che esplodono per diventare
disordinato pulviscolo
danzante
ilare
dispettoso
che solletica il naso di Dio

Uno starnuto cosmico
è il big bang
della mia età matura



WALL STREET

Il castello di carta è crollato
per fortuna
sono fatta di carne

Dio benedice le guerre
grazie al cielo custodisco
la mia idea di divino

Nevrosi divorano l'uomo
le mie le ho avute
metabolizzate
poi evacuate
al loro riaffiorare
mi metto l'armatura
resisto alla chiamata
del mondo occidentale



Stefania Crozzoletti è nata e vive a Isola della Scala (Verona). Laureata in Economia e Commercio, si occupa di studi e ricerche economiche. Sue poesie sono state pubblicate nelle antologie della Giulio Perrone Editore Pensieri d'Inchiostro III edizione e La notte. I grandi temi della poesia. La sua raccolta (Non sono un) poeta è stata segnalata nel concorso di Fara Editore Pubblica con noi 2008.

Alberto Mori presenta Distribuzione

Per il trigesimo di Antonio D'Alessio

articolo pubblica in «Solofra oggi», ottobre 2008
conenente alcuni versi di Antonio


Fariani a Chiari 7-9 nov



Nell'ambito della Rassegna della MicroEditoria Italiana di Chiari (BS) nella stupenda Villa Mazzotti troverete il banchetto delle nostre pubblicazione e potrete assistere ad incontri con nostri autori secondo il seguente programma:

Venerdì 7 nov alle ore 18 (attorno al banchetto Fara)

Incontro con gli autori raccolti in Dall'Adige all'Isonzo. Poeti a NordEst: una prestigiosa antologia di dieci fra le voci poetiche più significative (emergenti ed affermate) del territorio racchiuso fra i due fiumi. Prefazioni di Chiara De Luca e Massimo Sannelli; opere di Paolo Campoccia, Roberto Cogo, Alessandra Conte, Erika Crosara, Giovanni Fierro, Fabio Franzin, Stefano Guglielmin, Simone Lago, Francesco Tomada, Giovanni Turra Zan.

Sabato 8 nov dalle ore 15.30 (attorno al banchetto Fara) incontro con gli autori Marco Bogliani, Sonia Gardini, Simone Molinaroli, Luca Grazioli, Camilla Ugolini Mecca, William Stabile, Alberto Mori, Carlo Penati, Guido Passini, Daniela Giorgini e Corrado Giamboni.

Domenica 9 nov ore 15.00 Sullo stesso treno di Marco Bottoni, lettura teatrale (con attori e musica).

dalle ore 15.30 incontro su Lo spirito della poesia con gli autori Caterina Camporesi, Antonietta Gnerre, Morena Fanti, Adele Desideri, Ottavio Rossani; presenti anche con le loro opere Marco Bottoni, Stefano Bianchi, Nicola Di Paolo.


venerdì 17 ottobre 2008

XXII Premio Lorenzo Montano per l’opera edita

Sabato 18 ottobre, a partire dalle ore 18, presso lo Spazio Nervi della Biblioteca Civica di Verona (via Cappello) si svolgerà lo scrutinio per la proclamazione del “Supervincitore” del XXII Premio Lorenzo Montano per l’opera edita.

L’avvenimento è inserito in un programma che prevede, a partire dalle ore 14, letture dei poeti selezionati dalla giuria, musica, filosofia. Tutte le notizie nel sito www.anteremedizioni.it


Dueville con Viaggiatore virale 25 ott



v. anche qui

In cerca su Respirando poesia

Discussione: Alessandro Ramberti - In cerca
#15
Alessandro Ramberti - In cerca 13 ore, 59 minuti fa Karma: 0


www.faraeditore.it/html/collane/terremerse/incerca.html

Cenni biografici

Alessandro Ramberti è nato a Santarcangelo di Romagna il 10 giugno 1960. Ha vinto il premio l’Astrolabio con Racconti su un chicco di riso (Tacchi Editore, Pisa, 1991) e vari riconoscimenti per opere poetiche (recente la segnalazione al Premio Agostino Venanzio Reali 2004) e il II premio al Città di Mestre 2005 con la poesia Già c'è. Con la poesia Tracce indistruttibili ha vinto la prima edizione del concorso Versificando 2005 sez. poesia singola: in giuria Walter Mauro, Elena Clementelli, Aldo Mastropasqua, Elio Pecora, Silvio Ramat. Con la poesia Dietro le spalle ha vinto a fine 2005 il premio Ad un passo dalla poesia. Ha pubblicato con lo pseudonimo di Johan Thor Johansson La simmetria imperfetta. Blog personale farapoesia.blogspot.com

Recensione

La recensione di oggi è dedicata ad un autore molto speciale, in quanto è uno dei pochi editori che creda pienamente nella poesia, e dedica il suo tempo per riportarla a galla con manifestazioni e presentazioni varie sul territorio, ma soprattutto pubblicando la poesia. Questo autore è Alessandro Ramberti, titolare della “Fara Editore”, una delle più grandi Case Editrici della Romagna. Prima di passare alla recensione del suo libro “In cerca” vorrei spendere ancora due parole sulla persona di Alessandro Ramberti. Per quanti di voi lettori possiate conoscerlo e avere la fortuna di potervi parlare, posso senz’altro dire che le peculiarità di questo autore sono l’educazione, la calma e il forte senso di collaborazione e volontà.
Preso tra le mani, il libro si presenta in maniera composta, ordinata, ed elegante con il suo segnalibro in cotone color vinaccia che s’intona alla copertina rosata. Il titolo del libro “In cerca” rafforza le immagini di copertina, un insieme di ingranaggi (anche se questa è una mia interpretazione, in quanto potrebbero essere tranquillamente dei labirinti o simboli di carattere orientale) che esprimono la ricercatezza, la costruzione di questo libro. Elaborato negli anni, ritoccato in alcuni versi, come ci confida l’autore nella presentazione, si riesce a percorrere il cammino di Alessandro, alle domande che si pone al momento della stesura di un testo e soprattutto una continua ricerca del suono, della musicalità e lo scorrere della poesia. La ricerca di quel qualcosa che solo la poesia riesce ad esternare, la ricerca della propria anima, del proprio inconscio, del pensiero che di getto esce senza avvertimenti. Una ricerca vera dell’uomo, e soprattutto dell’essere uomo.
Ci sono testi brevi che racchiudono un essenza molto più ampia di quello che i versi stessi mostrano come la poesia “Non datur”. Nella poesia di Ramberti non si denota solo la ricerca di se stessi, ma anche quella della fede, un credo in cui riporre i propri pensieri, le proprie preoccupazioni, le vicissitudini della vita percorsa. Insomma credo di poter dire che “In cerca” è un libro che porta riflessione al lettore, che porta emozione, che infonde poesia in ogni verso e mostra molto sull’aspetto di Alessandro.
A mio avviso è un libro che lascia libera interpretazione ad ogni poesia in quanto l’autore ti porta nel suo interno ma non ti mostra la via d’uscita precisa, ma solo uno spunto per raggiungere quella che il lettore ritiene più consona allo stato d’animo del momento.
Personalmente da questo libro ho tratto molti spunti per scrivere poesia, e forse questo lo scopo principale di Alessandro? Potrebbe anche essere, riportandomi al pensiero iniziale di questa recensione, rispecchiando ancora di più il suo essere altruista e la serenità con cui sa apprezzare le piccole cose della vita.
Un libro che sa di filosofia orientale, non mi sarei stupito a trovare in alcuni testi vari haiku incastonati tra loro. Non so perché ma ho scelto di leggere questo libro con una musica new age da sottofondo, assaporandone intensità e pensiero.
Un libro che dona moralità e sagacia allo stesso tempo, letto con forte interesse. Complimenti all’autore che in questo caso rappresenta se stesso più che mai.
Guido Passini (Moderatore)
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Ultima modifica: 16/10/2008 21:30 Da Guido Passini.
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indosso nuove ali e ricomincio a volare
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giovedì 16 ottobre 2008

Su Mariella Cerutti Marocco

Cari amici,
vi segnalo una mia recensione sul nuovo libro di Mariella Cerutti Marocco sul mio blog POESIA poesia.corriere.it , che mi auguro leggiate e diffondiate in rete secondo le vostre possibilità, un caro saluto, Ottavio Rossani

Il libro d'ore di Rainer Maria Rilke

Servitium editrice, 2008
via Fontanella 14 - 24039 Sotto il Monte BG - tel. 035.791227 fax 035.4398011 - info@servitium.it

Trovo splendida questa nuova versione del classico rilkiano curata da Lorenzo Gobbi (bella e intensa anche la sua introduzione): avendo il tedesco a fronte se ne può apprezzare la fedeltà sintattica, la capacità di valorizzare in un godibilissimo italiano la multiforme bellezza di ritmo e di senso del testo orginale. Gobbi è un profondo conoscitore del Praghese di cui ha tradotto altre opere per Qiqajon (Bose), i Quaderni di Orfeo (Milano) e Il Filo di Partenope (Napoli), e ha scritto saggi e articoli sui grandi autori del Novecento (Hesse, Celan, Benn…) sui romantici tedeschi e molto altro ancora. Le sue vaste conoscenze gli consentono di produrre delle versioni fluenti, profonde e cristalline di cui diamo qui di seguito un breve assaggio:

«Sei così povero, come la forza di un seme / in una giovane ragazza, che lei nasconderebbe voloentieri, / e stringe i fianchi, così da soffocare / il respiro primo di quel suo diventar madre. // Sei povero, tu: come lo è la pioggia nella primavera / che felice cade sui tetti della città, / e come un desiderio, se un prigioniero lo alimenta / in una cella, sempre senza mondo. / O come i malati, che in un diverso modo si pongono / a giacere, e ne sono felici; come fiori tra i binari, / così tristemente poveri nel folle vento dei viaggi: / e come la mano in cui si piange – tu, così povero…» (p. 301)

Un libro da tenere sempre a portata di mano perché vi troviamo non sono immagini bellissime, ma tante chiavi per interpretare il mistero delle cose e della vita.

mercoledì 15 ottobre 2008

In vino veritas a Pero

presenti il 23 nov 08 Marco Bogliani, Carlo Penati e Oreste Bonvicini





Assessorato alla Cultura del Comune di Pero
Biblioteca Comunale


INCONTRI CON GLI AUTORI
Aperitivi letterari (in vino veritas)

PuntoPero
via Sempione, 70

domenica dalle ore 11,00


26 ottobre 2008 VERSO L’ORIENTE
studi storici e narrativa

Massimiliano Vaghi
Joseph-François Dupleix e la prima espansione europea in India. Le trone du Grand Mogol tremble au seul bruit de vôtre nom
Dario Padovan
Un racconto nepalese e Fotografie del viaggio

9 novembre 2008 LIRICA POETICA

Giovanni Formaggio
Dai campi della vita
Fabio Clerici
Dedicato a te


16 novembre 2008 “ … DENTRO E FUORI LE MURA …”

Biagio Gagliano
Orizzonte INPS
Rino Poli
Dentro le mura della fabbrica

23 novembre 2008 CENACOLO POETICO

Marco Bogliani
Nottambuli
Oreste Bonvicini
Il granaio di Nalut e Cibernetica
Carlo Penati
Vorrei imprimere un vuoto all’aria

30 novembre 2008 ACCADEMIA E DIVULGAZIONE

Prof. Paolo Mottana
Università Bicocca Milano

martedì 14 ottobre 2008

Precipitano risposte

Questi inediti di Caterina Camporesi hanno la consueta aspra e bellissima intensità, quella pregnanza che ce ne consiglia una lettura a voce alta e lenta per apprezzarne le ondate e i livelli di senso innescati da un ritmo franto che funge ossimoricamente da basso continuo e sostiene immagini originali e squarci intepretativi di forza assoluta.


s'azzannano l'un l'altro come sparvieri
nel pantheon ignoranti dell'io e del dio
duellando sulla vita e la morte

scalpitando su bordi di vulcano
con bocche vomitanti fuoco e cenere

squarci sghembi sull'abisso
negare per dire dire per negare

gonfio di vento s'affloscia il pensiero

febbraio 2009


*

precipitano risposte a domande
insolute
in bocche imbastite si ritirano

sovvertono semenze di senso
snodandosi in liturgici canti
per ondate di limbo

*
dovendosi salvare
riconvoca maree d’amore
nei solchi

nella tormenta
l’assenza si conquista
adagiandosi in porti inviolati

*
sanguinano gli strappi
uno in seguito all’altro
accorpano rossore pallore

non indietreggia lo spirito
insegue ancora
nel pieno che si vuota

*
il dono di un dolore
sotterrato nei corpi
ospitato in miraggi d’amore

in mutua sincronia
nasce il silenzio
rianima allucinazioni

*
se non ora…
mai
in assenza nasce il senso

alle frontiere
crepe
fronteggiano emozioni

*
venti del sud
rincorrono l’oscuro del nord
si fronteggiano

ricacciato l’impossibile
nell’inferno
rinasce il possibile

*
del nulla che mi manca
sei tu il tutto

Molinaroli su «La Nazione» del 4-10-08


scheda del libro qui






Dall'Adige all'Isonzo. Poeti a Nord-Est

sabato 11 ottobre 2008

6 poesie di Alfonso Maria Petrosino

La poetica di Alfonso Petrosino mi pare stia tra il postsperimentale con vaghi echi futuristi (e in questo senso c'è forse qualche somiglianza con Valerio Grutt) e un ironico postmoderno che rivela una notevole conoscenza della tradizione sagacemente sbeffeggiata ma con una rigorosa attenzione alle regole e alle rime (anche interne) e un uso magistrale degli enjambements e di molteplici figure retoriche. Questi testi sono tratti da Autostrada del sole in un giorno di eclisse (Edizioni OMP - FarePoesia): un libro ribollente (magari a volte gli effetti sono un po' sovrabbondanti ma la bravura dell'autore è tale che gli si perdona facilmente qualche eccesso) e briosamente intelligente perché toglie il velo a tanti aspetti della nostra quotidiana realtà – da leggere.


LA CINA SI AVVICINA

Il Presidente Ciampi ammaina
il tricolore e per ricordo
me lo consegna, ma sul bordo
c’è scritto Made in China.
E intanto una velina senza veli,
la mano destra sul seno sinistro,
in playback canta l’inno di Mameli
e l’onorevole Primo Ministro
all’orecchio mi dice senza peli
sulla lingua: “La Cina si avvicina.”

Versando lemon soda e gin
alla Gioconda di Da Vinci
le chiedo dove l’Est cominci,
ma lei dice: “Cin cin!”
Il giorno dopo, il thè con una ricca
ottuagenaria esule da Hong Kong
e una partita a tric e tac e cricca;
una fotografia di Mao Ze Dong
ci squadra dal comò di teak e ammicca,
come a dire: “La Cina si avvicina.”

Confondo il Götterdämmerung
con un’Apocalisse now
e il Tao tenendo al collo il tau
con yin e yang e Jung.
E faccio un sogno ricorrente e vago:
insieme a Giorgio sto nell’intestino
di un pollo – ma secondo lui è un drago;
prendo un laccio emostatico e il vaccino,
e stendo il braccio e lui mi fa con l’ago
un tatuaggio: La Cina si avvicina.

Un uomo ha appeso un dazebao
sul lato nord della Muraglia:
a chiare lettere si staglia
un ideogramma: CIAO!
con una splendida vernice nera.
Vado a mangiare insieme a lui e a Bruce Lee,
prendiamo gli involtini primavera
bucatini alla carbonara e muesli;
mangio il biscotto e il mio biglietto era:
“Amico mio, la Cina si avvicina.”


BIGLIETTO CON FIORI DI PLASTICA

a Pier Paola

Quando la mia pazzia mi spiazza,
quando mi sento solo e sottosuolo
e quando alla finestra l’usignolo
cinguetta un po’ di dodecafonia
e Mahler, male,
io vado dalla mia ragazza
che vive in via del tutto eccezionale.

E le porto un bouquet
di viole di plastica
che non appassirà
e facciamo quella cosa che
finisce per e
e inizia per a.

Ma prima alle pareti
per non essere indiscreti
mettiamo delle tavole di sughero.

E poi leggiamo un libro fatto solo
di pagine bianche,
bianche come un lenzuolo,
finché non mi ricordo e accorgo che anche
le lettere d’amore andranno al macero.


TUTTA COLPA DEI COMUNISTI

Ho deciso e sono serio,
dopo lunga riflessione,
che il mio solo desiderio
è di andare alla stazione

e pigliare al volo un treno,
ma davanti, e suicidarmi,
non piacendomi il veleno,
non avendo il porto d’armi.

Guardo i piedi della gente
che incontro in corso Cavour
canticchiando nella mente
Gaudeamus igitur.

Quando vedo la Minerva
con le braccia spalancate
mi domando a cosa serva
se post universitate

quella dea nessuno abbracci
preservandolo dal tedio.
Poi la guardo dritto in faccia
e le mostro il dito medio.

Non oblitero il biglietto
né verifico l’orario,
mi allontano un po’ e mi metto
di traverso su un binario

ed aspetto un paio di ore
in cui mi preparo la
scusa per il controllore
che vedrò nell’al di là.

Si avvicina un ubriacone
e interrompe i miei pensieri,
prende il vino nel cartone
ed un paio di bicchieri;

poi ne versa solo un po’,
finché sono mezzo pieni,
e dice: “Oggi non si può:
c’è lo sciopero dei treni.”


LA SECONDA SIGNORA PETROSINO

Be’, mi sveglio la mattina
e c’è un uomo accanto a me,
giù tua madre già cucina
una salsa all’anice
e tuo padre imbraccia le armi
come un ghibellino arterio.
Mi chiedi se voglio fermarmi,
amore, non puoi chiederlo sul serio.

Scopro che sulla Routard
c’è un elenco di film hot
tra cui la versione hard
della fredda Turandot
mentre un merlo fischia carmi
adattati per mélo.
Mi chiedi se voglio fermarmi,
amore, come puoi chiedermelo.

Tutti i giorni c’è il postino
ma per me non ha mai posta
e il becchino nel giardino
senza attendere risposta
mi fa incidere sui marmi
la città e il giorno in cui nacqui.
Mi chiedi se voglio fermarmi,
amore, ma chi mai si fermerà qui?

In salotto ho visto i quadri,
stampe di volatili,
quando sono entrati i ladri
li hanno abbandonati lì.
Quando suonano gli allarmi
è per puro caso random.
Mi chiedi se voglio fermarmi,
amore, dimmi che tu stai scherzando.

C’è la birra nella vasca
dove facevamo il bagno.
Ho un cappotto e nella tasca
mi si è trasferito un ragno.
Hanno preso i miei risparmi
e ora non ne voglio più.
Mi chiedi se voglio fermarmi,
amore, come puoi fermarti tu?


NELLA CANTINA DELLA CASA BIANCA

Nella cantina della Casa Bianca
ci sono molti puzzle senza pezzi:
un punching-ball e attrezzi di palestra
ed una bambola portafortuna,
il corpo intatto di un extraterrestre
e sassi provenienti dalla Luna
e imbalsamata una balena franca
e una fotografia di quella bianca.

Ci trovi un Golden Globe e un paio di Oscar
e fibre di carbonio e poliesteri,
l’elenco telefonico di Mosca,
lasciapassare degli Affari Esteri,
la penna dei trattati e l’uniposka
nero per non evidenziare ai posteri
i numeri di enormi conti in banca
ed una scheda elettorale bianca.

Nella cantina della Casa Bianca
ci sono bibbie senza il libro di Ester,
una videocassetta di Blockbuster,
probabilmente un vecchio western
apologia del generale Custer,
una cassa di whisky ed un winchester
a cui però il caricatore manca,
polvere nera e polverina bianca.

Spaghetti surgelati e carne kosher
e sedie elettriche e tori seduti
e la regina e il re di Bobby Fischer
e i suoi pedoni variamente astuti,
migliaia di bandiere a stelle e strisce
per le madri piangenti dei caduti,
e se l’esercito in battaglia arranca
una bandiera bianca.


ANGELICA CHE FUGGE

Leccagli il dorso e assumerai degli acidi
(le donne ormai sono soltanto un incipit)
e lascia pure che il ranocchio gracidi:
non basta un bacio a tramutarli in principi
e adesso un bacio è il massimo che dai

per ottenere invece cosa in cambio?
Non dico il sesso, so che cosa pensi,
il mio discorso adesso è ben più ampio;
tu eri un’eroina, in tutti i sensi,
e per te si curvavano i cucchiai.

Io ti ho inseguita a lungo e sono stanco:
ormai non mi diverte più la fuga.
Nella tua chioma un filo d’oro bianco
e accanto all’occhio timida una ruga;
Itaca quanto dista dal Catai?

Capisco l’amarezza, ma il rancore,
Angelica, potevi risparmiartelo
o mi dimostri che, fontane a parte,
drogate solo o magiche, l’amore
che finisce non è esistito mai.




Alfonso Maria Petrosino è nato a Salerno nel 1981 e si è laureato a Pavia in Filologia moderna; suoi testi sono apparsi sulle riviste Atelier, Poeti & poesia, L’immaginazione, il quotidiano La Repubblica e le antologie I poeti laureandi (Monboso editore, 2006), Nelle vene della terra (Premio Subway, Milano - Roma - Napoli, 2007), Oltrepoesia (Monboso editore, 2007) e Leggere variazioni di rotta - 20 poeti dal blog liberinversi (Le voci della luna, 2008). Autostrada del sole in un giorno di eclisse (Edizioni O.M.P. Farepoesia, 2008) è il suo primo libro.


venerdì 10 ottobre 2008

Nuove foto del premio Cluvium 2008

Ecco alcuni scatti della cerimonia di premiazione che ha avuto luogo a Calvanico il 27 settembre scorso, ringrazio Luisa Landi per avermele girate


Stefano Bianchi premiato dalla presidente dalla Proloco di Calvanico


Giuseppe Vetromile, 1° premio sez. poesia inedita


Emilia Dente, vincitrice sez. poesia d'amore


artigianato locale


Antonietta Langellotti, vincitrice sez. poesia in vernacolo


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