mercoledì 31 ottobre 2007

…/faranews 95


Ottobre 2007
Editoriale: I vincitori di Pubblica con noi 2007 e non solo

Questo numero diffonde il risulati della VI edizione del nostro concorso dedicato a raccolte di poesie e racconti (i vincitori saranno pubblicati prossimamente in un volume collettaneo per i nostri tipi). Per dettagli, giudizi critici dei giurati (che ringraziamo per l'ottimo e competente lavoro svolto) e notizie sui vincitori rimandiamo alla pagina dedicata.
Ma questo numero vi offre anche le nuove intrusive e un po' caustiche poesie di Mary Leela Peverelli, una selezione della suggestiva raccolta Lampioni di Domenico Cipriano, alcune variazioni poetiche di Enrica Musio molto liberamente ispirate ad alcuni versi di Corrado Benigni, e una profonda introduzione alla lectio divina di padre Bernardo Maria Gianni.

(Sperando che le nostre comunicazioni siano per Lei interessanti, in ogni momento Le sarà possibile chiedere di essere cancellato dalla nostra mailing: basta rispondere UTILIZZANDO LO STESSO INDIRIZZO DI POSTA che volete venga cancellato, scrivendo in oggetto: CANCELLAMI.)

Poesia di strada a Belforte 1-11 nov

News da Guido Monti

Con il suo Millenario inverno Guido Monti è tra i finalisti del premio Città di Orta S. Giulio 2007.
Inoltre mi scrive: «ho recensito franco loi con voci d'osteria sul web sul sito di gianfranco fabbri costruzione del verso non so se lo conosci
mi piacerebbe che tu e tutti coloro che sono interessati dessero un'occhiata»

Ovviamente il blog di Gianfranco lo conosco e ci si trovano parecchie cose interessanti, come quest'ultima di Monti.

Metafore tra poesia e teatro a Solofra nov-dic




“METAFORE” (performance tra poesia e teatro)

(a cura di Raffaele Barbieri, Domenico Cipriano, Enzo Marangelo)



Conferenza Stampa della rassegna di poesia e teatro: METAFORE
presso l’Azienda Agrituristica “TERRANOVA” di SOLOFRA (loc. Terranova – S. Agata irpina)

Sabato 3 novembre alle ore 11,00

Intervengono:
Gennaro Iannarone (già Presidente del Teatro Gesualdo)
Paolino Marotta (Dirigente scolastico)
Michele Vignola (vice-sindaco e ass. alla cultura Comune di Solofra)
Raffaele Barbieri (poeta, curatore rassegna Metafore)
Domenico Cipriano (poeta, curatore rassegna Metafore)
Enzo Marangelo (attore, curatore rassegna Metafore)
Maria Buonanno (Az. Agrituristica Terranova)

Modera: Stefania Marotti (giornalista de Il Mattino)

Questa nuova iniziativa di qualificato spessore culturale ha principalmente lo scopo di creare occasioni d’incontro e confronto sulla poesia di oggi, attraverso letture e rappresentazioni sceniche, veicolando la poesia e il lavoro dei poeti presso un pubblico eterogeneo a volte fuori dai circuiti usuali della letteratura.

Sono stati coinvolti molti autorevoli poeti campani, senza tralasciare la presenza di alcuni poeti irpini, inoltre sono state programmate delle rappresentazioni sceniche della poesia italiana ampiamente documentata, come l’omaggio ad Umberto Saba per i cinquant’anni della sua morte.

Per noi è importante la sua presenza anche per sostenerci in questa iniziativa che non si avvale di nessun contributo pubblico, pur offrendo la qualità dei contenuti culturali come dato caratteristico e imprescindibile.

Al termine saremo lieti di ospitarla per una degustazione dei prodotti tipici dell’Azienda Agrituristica TERRANOVA. È gradito un cenno di adesione per una migliore e puntuale accoglienza,

Maria Buonanno (Azienda Agrituristica Terranova)
Raffaele Barbieri, Domenico Cipriano, Enzo Marangelo (curatori della rassegna METAFORE)

info e contatti: prenotazione@agriterranova.it, tel./fax 0825 534235, cell. 346 8711020 (Maria Buonanno)

oppure: stradepoesia@yahoo.it / cell. 348 9229929 (Domenico Cipriano)

come raggiungerci:

USCITA SOLOFRA: c’è una rotonda, imboccare la seconda strada da destra, proseguire per 300 mt. e si trova una curva verso destra. Tenendo sempre la destra si passa al fianco del cimitero, dopo 200 metri c’è un incrocio. Girando a sinistra si prosegue per 1800 metri e sulla destra si trova una stradina brecciata in salita che porta all’agriturismo a 20 metri.

In allegato la Locandina con il programma della manifestazione (cliccare per ingrandirla)

9 novembre, venerdì, ore 21,00

Ricorrenze: Umberto Saba (1957-2007)
Introduce Pietro Pelosi
Letture a cura della Compagnia Hypokrites Teatro Studio

16 novembre, venerdì, ore 21,00
Stefania Buonofiglio, Gaetano Calabrese, Vincenzo D’alessio, Francesco Filia, Vincenzo M. Frungillo, Pietro Pelosi, Tina Rigione

23 novembre, venerdì, ore 21,00
Enrico Fagnano, Ugo Piscopo, Enzo Rega, Giuseppe Vetromile, Ciro Vitiello, Rosaria Zizzo

30 novembre, venerdì, ore 21,00
Cosimo Caputo, Stelvio Di Spigno, Antonietta Gnerre, Giuseppe Napolitano, Felice Piemontese, Francesco M. Tipaldi



7 dicembre, venerdì, ore 21,00
Alessandro Carandente, Antonio Cuccurullo, Gian Battista Nazzaro, Gerardo Pedicini, Rossella Tempesta, Raffaele Urraro, Vanina Zaccaria

14 dicembre, venerdì, ore 21,00

Passaggi Invisibili
Voce e ambientazione di Enzo Marangelo
Poesie di Raffaele Barbieri e Domenico Cipriano

Chiude le serate “il diario di bordo” di Luigi Grosso

tutti gli incontri si avranno presso

Agriturismo Terranova
Loc. Terranova – S. Agata Irpina
Solofra (Av)

ingresso libero

martedì 30 ottobre 2007

Video sui poeti a Pozzolo (giugno 2007)


Cari amici, poeti ed operatori,

vi giro il link al sito di Gianmario Lucini, POIEIN, che contiene molti filmati della giornata di Pozzolo girati direttamente da lui.

www.poiein.it/pozzolo/pozzolo.htm

Intanto, siamo in Tipografia con il volume degli Atti e stiamo organizzando la II edizione, su due giorni, presso il nuovissimo Palazzetto dello sport - un enorme spazio che useremo sia per gli stand che per gli eventi, in modo da non frammentare pubblico e interesse. Inoltre, la nuova sistemazione vanta anche un servizio bar e altro.

Mauro Ferrari

Vincitori Premio Giorgi 2007

I sei vincitori del premio “Renato Giorgi” 2007
Premiazione sabato 3 novembre 2007 nell’ambito di Tartufesta

La tredicesima edizione del premio nazionale di poesia “Renato Giorgi” 2007 ha ribadito la sua attitudine nazionale premiando, per le due sezioni in cui è diviso, sei autori provenienti da ogni parte d’Italia con una preponderanza femminile che rappresenta anch’essa un tratto distintivo di questo premio nelle sue ultime edizioni.

Nella Sezione A – da sempre dedicata alla selezione di sillogi inedite di poesia – è risultata vincitrice Antonella Pizzo. La Pizzo opera da Ragusa, sua residenza abituale e la sua vittoria sembra un po’ bissare quella del 2005, quando a vincere il “Giorgi” fu la catanese Maria Gabriella Canfarelli: un’altra poetessa siciliana, sintomo di un fermento per quanto riguarda la scrittura poetica che in quell’isola ha una radice profonda. Come da tradizione del “Giorgi”, il premio consiste nella pubblicazione in volume della silloge vincitrice. La pubblicazione è curata dalle edizioni “Le Voci della Luna”, giovane costola del Circolo culturale di Sasso Marconi che nel giro di due anni ha già raccolto ottimi riconoscimenti a livello nazionale. Come tradizione, 100 copie del volume verranno consegnate all’autore come segno tangibile della sua vittoria. La restante tiratura verrà distribuita e promossa mediante i tradizionali canali dell’editoria.
Da tutt’altra parte d’Italia proviene Iole Toini, precisamente dalla provincia di Bergamo. Come la Pizzo anche la Toini, piazzatasi al terzo posto in questa sezione, ha al suo attivo una consistente produzione letteraria di grande qualità. Ma anche per l’Emilia-Romagna non mancano le soddisfazioni, visto che il secondo posto della Sezione A è appannaggio di Giorgio Bonacini. Questo autore di grande esperienza ed invidiabile curriculum letterario, attivo da Correggio, cittadina resa famosa anche per essere stata la terra natale di Pier Vittorio Tondelli e di Ligabue, è l’unico uomo fra i sei premiati di quest’anno. Segnalati: Matteo Clò (Bologna), Nadia Minarelli (Anzola Emilia) e Maria Luisa Daniele Toffanin (Selvazzano).
Diciamo questo perché nella Sezione B “Cantiere” – così denominata perché ogni autore presenta un numero ristretto di testi in rappresentanza di un lavoro ancora tutto in fieri – la presenza femminile si fa totale. A vincere troviamo la goriziana Elisa Putin, che con i suoi versi discorsivi e musicali appare impegnata a costruire un ordine, a sperimentare una tecnica di protezione e difesa del proprio Io, mentre al secondo e al terzo posto si piazzano rispettivamente due autrici romane: Annamaria Ferramosca (dal ricco curriculum di pubblicazioni e premi ricevuti) e Carolina Siciliani (ancora inedita) estremamente diverse per stili se non anche per contenuti. Segnalati: Marta Niero (Venezia), Riccardo Melotti (Bologna), Silvia Monti (Monza) e Giuseppe Vetromile (Napoli).
Per quanto riguarda esperienza ed età dei vincitori, i giurati del premio “Giorgi” 2007 hanno perseguito inconsapevolmente (i testi vengono letti senza che si conoscano gli autori e i loro curriculum) nelle selezioni la strada dell’esperienza e di una forte maturità artistica. Nella Sezione A i vincitori oscillano tra i quaranta e i cinquant’anni e presentano tutti una bibliografia densa di titoli per case editrici di una certa rilevanza.
Nella Sezione B il ventaglio dell’età si fa ancora più ampio spaziando dai trentacinque ai sessant’anni così come il bagaglio di esperienze nel campo delle pubblicazioni.

Sabato 3 novembre, nel Teatro comunale “G. Marconi” di Sasso Marconi (piazza Martiri) alle ore 19.30 avrà luogo la cerimonia di premiazione. Saranno presenti l’Assessore alla cultura del Comune di Sasso Marconi, Adriano Dallea, e i membri della giuria composta dai poeti Gregorio Scalise, Fabrizio Bianchi, Mara Cini, Ivan Fedeli e Giovanna Passigato. Dopo la premiazione del “Renato Giorgi” 2007 sarà possibile assistere allo spettacolo, Il Signor G e le sue storie. Ingresso gratuito.

Info premio “Renato Giorgi” XIII edizione 347 5124366/3494295503


Brevi cenni sul Premio

Il premio “Giorgi” nasce a Sasso Marconi e nel corso degli anni ha visto aumentare l’attenzione riservatagli da poeti e critici di tutta Italia. Soprattutto per il suo essere indirizzato esclusivamente alla poesia inedita, quindi con un valore di termometro delle tendenze della poesia italiana. Il Premio, dedicato alla memoria di Renato Giorgi, composita figura di partigiano, scrittore e uomo politico, è realizzato con il contributo dall’amministrazione di Sasso Marconi e organizzato dal locale Circolo culturale “Le Voci della Luna” (oggi anche casa editrice) con la partecipazione della Provincia di Bologna e di Arci Bologna.


Come avviene la selezione della silloge

La selezione della silloge avviene attraverso il lavoro di una giuria che resta rigorosamente anonima ai partecipanti fino alla chiusura delle operazioni di voto. La giuria è composta da cinque esperti del settore che esprimono i loro pareri in modo autonomo li uni dagli altri, così da permettere una disanima il più possibile neutrale sulle opere a loro pervenute. Le opere inoltre vengono rese anonime dalla segreteria del Premio, in modo che i giurati siano il meno influenzati possibile dalla conoscenza dei vari partecipanti.
Durante la riunione di giuria, i cinque esperti esprimono i loro pareri e li mettono a confronto attraverso una discussione collegiale.



I libri del premio internazionale di poesia “Renato Giorgi”
ALBO D’ORO

A partire dal nuovo secolo l’organizzazione del premio “Renato Giorgi” ha deciso di premiare il vincitore della sezione principale, dedicata alla silloge inedita di poesie, con la pubblicazione in libro della raccolta. Il libro viene distribuito attraverso i consueti canali librari e ai critici letterari, ma cinquanta copie (oggi cento) sono offerte al poeta vincitore come riconoscimento fattivo del suo lavoro.
Il primo vincitore del premio “Renato Giorgi” a ottenere la pubblicazione è stato nel 2000 Ivan Fedeli, di Ornago (Mi), con la raccolta Abiti comuni. Nel 2001 è toccato a Paolo Arzuffi, di Zanica (Bg), con Solitudini possibili, mentre nel 2002 è stata una donna, Paola F. Febbraio di Roma, a vincere con la raccolta La rivoluzione è solo della terra. L’anno successivo un altro romano, Marco Giovenale, si aggiudica il “Giorgi” con la silloge Il segno meno. La notorietà del Premio si allarga a mano a mano per tutta la penisola italiana e porta la vittoria nel 2004 al teramano Raymond André con Le vetrate di Saint Denis, mentre nel 2005 tocca alla siciliana Maria L. Canfarelli, autrice di Zona di ascolto.
Con la dodicesima edizione del premio “Renato Giorgi” irrompe il NordEst, precisamente Caorle, dove è nato il vincitore Elio Talon che con la sua silloge Sideralia offre una interessante commistione linguistica fra dialetto veneto e italiano.

Nuovi poeti su figlidienneenne

Sono stati aggiunti nuovi file audio sul sito www.figlidienneenne.it

poesia:
- Fabiano Alborghetti
- Alessandro Ansuini
- Lorenzo Mari
- Silvia Molesini

fateci un salto e fate girare la voce
un saluto e buon lavoro
daniele ed andrea

Ho parlato con le finestre

nuova di Giovanni Aiello qui

lunedì 29 ottobre 2007

Premiati dal Sant’Elia Fiumerapido



Renato Greco, Valentino Ronchi, Francesco Franceschini
premiati a Sant’Elia Fiumerapido

Serata di cultura, con la presenza di poeti scrittori e autorità, oltre che di uno scelto pubblico, sabato 27 ottobre 2007, a Sant’Elia Fiumerapido (FR), per la manifestazione conclusiva conclusiva della decima edizione del Premio Nazionale di Poesia “Città di Sant’Elia Fiumerapido”.
Vince il poeta Renato Greco, di Modugno (BA), secondo premio a Valentino Ronchi di Milano, terzo premio a Francesco Franceschini di Terni.
Finalisti: Roberto Borghetti - Ancona, Giovanni Bottaro - Molino del Pallone (BO), Vincenzo Calò - Francavilla Fontana (BR), Lisa Carducci - Pechino (Cina), Domenico Corvaglia - Alliste (LE), Leone D’Ambrosio - Latina, Francesca Di Quilio - Roma, Emilia Fragomeni - Genova, Mariella Larenza - Caserta, Maria Chiara Mattacchione - Atina (FR), Ivano Mugnaini - Massarosa (LU), Camilla Panichi - Colle di Val d’Elsa (SI), Gianni Rescigno - S. Maria di Castellabate (SA), Valeria Serofilli - Pontasserchio di S. Giuliano Terme (PI).
Giuria composta da Amerigo Iannacone (Presidente), Carmine Brancaccio, Paolo De Paolis, Ida Di Ianni, Graziuccio Di Traglia, Valerio Magrelli.
Ha aperto la serata un breve saluto dell’Assessore alla Cultura Antonio Trelle, dopo di che ha parlato Paolo De Paolis, Prorettore dell’Università degli Studi di Cassino, che ha accennato all’importanza che ha assunto il Premio nel corso degli anni e il ru9olo dell’Università di Cassino che è stata la prima a dare una laurea honoris causa a Giuseppe Bonaviri, cui è andato il premio alla carriera. Ha quindi preso la parola Amerigo Iannacone, Presidente della Giuria, che tra l’altro ha rilevato la folta presenza di giovani fra i partecipanti, il che sfata il luogo comune secondo il quale i giovani sarebbero insensibili all’arte e alla poesia e ha presentato brevemente i vincitori.
Sono stati consegnati i premi ai finalisti e ai vincitori, che hanno letto le loro poesie, dopo di che il poeta Valerio Magrelli ha illustrato la figura dello scrittore Giuseppe Bonaviri.
Ha concluso, dopo un saluto dei poeti Giuseppe Napolitano e Gerardo Vacano, che erano fra il pubblico, il Sindaco di Sant’Elia, Dott. Fabio Violi.
Nato nel 1998, il Premio è andato crescendo negli anni sia per numero di partecipanti, sia in qualità, sia nell’immagine di serietà e nell’eco che ha avuto nella stampa. Nel corso di un decennio ha visto avvicendarsi poeti come Francesco Fiumara, Giuseppe Napolitano, Paolo Ruffilli, Giuseppe Vetromile, Gerardo Vacana, Benito Sablone, Umberto Vicaretti, Fryda Rota, Giovanna Bono Marchetti e, quest’anno, Renato Greco.
Il premio alla carriera, istituito nel 2005 è andato finora a Luciano Luisi, Pasquale Maffeo, Giuseppe Bonaviri.

Amerigo Iannacone

Visitate il blog:
http://amerigoiannacone.wordpress.com/

IL SEGRETO DELLE FRAGOLE 2008 a Lugano 24-11


Invito alla presentazione di

IL SEGRETO DELLE FRAGOLE 2008 (LietoColle Editore)
24 novembre 2007 ore 17.30
“Sala degli Specchi”, Villa Ciani - Lugano


alla presentazione interverranno:

L’On. Avv. Giovanna Masoni Brenni, Dicastero Cultura Città di Lugano

l’Editore Michelangelo Camelliti

I curatori, Giampiero Neri e Fabiano Alborghetti

Alberto Nessi

Fabio Pusterla: «Giochi senza frontiere»

Gilberto Isella: «LietoColle ed i poeti Svizzeri»

I poeti Svizzeri inclusi per una breve lettura


Coordinamento a cura di Diana Battaggia


Seguirà rinfresco

Sponsor della manifestazione: Grand Hotel Villa Castagnola, Lugano (www.villacastagnola.com)




Quando la poesia unisce Italia e Svizzera


L'edizione 2008 del "Segreto delle Fragole" raccoglie poeti di entrambi i paesi tra gli 86 rappresentati, tra cui 11 svizzeri.

E' un diario molto particolare, fatto per chi ama la poesia per davvero: “Il segreto delle Fragole” il “poetico diario” della Lietocolle arrivato alla settima edizione, non ha nulla della Smemoranda ma molto dei “libriccini da collezione” come la casa editrice nata in un paese in provincia di Lecco chiama i volumi delle sue collane.
Pregiato nella grafia, piacevole da leggere e da toccare e denso più di letteratura che di spazi per gli appunti giornalieri, "Il segreto delel Fragole" sembra inevitabilmente destinato a conservare ricordi poetici, in mezzo a molte esperienze poetiche: circa ottanta (quest'anno 86) sparse per i dodici mesi dell'anno.
L'edizione di quest'anno, curata dal milanese erbese di nascita Giampiero Neri (edito tra gli altri da Mondadori) e dal luganese Fabiano Alborghetti, ha poi per queste terre di confine un sapore particolare: perchè, tra i poeti provenienti da tutta Italia (il volume raduna 26 poeti noti e 60 emergenti, scelti attraverso un bando che si rinnova ogni anno sul sito Lietocolle) molti sono gli svizzeri di lingua italiana. 11 tra i più famosi (Alberto Nessi, Massimo Daviddi, Giorgio Orelli, Giovanni Orelli, Pierre Lepori, Annalisa Cima, Fabio Pusterla, Gilberto Isella, Aurelio Buletti, Pietro De Marchi, Antonio Rossi) e anche due tra i debuttanti, Davide Monopoli e Oliver Scharpf.
La copertina è a cura dell'artista ticinese Selim Abullah tra i cui lavori ricordiamo l'ultimo, un bronzo di grande formato per l'ingresso della banca RAFFEISEN di Mendrisio.
Sono tre le tappe per ora confermate del “tour” delle presentazioni ufficiali del poetico diario, tutte previste nell'autunno: e una di queste si svolge a Lugano. Più precisamente, la presentazione di Milano, alla Mondadori di via Marghera, si terrà il 27 Ottobre e sarà patrocinata dal consolato svizzero, quella di Lugano il 24 Novembre presso la villa Ciani, e quella di Roma, alla fiera PiùLibriPiùLiberii dal 6 al 9 Dicembre 2007.



Il Segreto delle Fragole - Poetico Diario 2008 (LietoColle Editore)
a cura di Giampiero Neri e Fabiano Alborghetti

1 intervento d’arte
copertina di Selim Abdullah

11 poeti svizzeri
Aurelio Buletti, Annalisa Cima, Massimo Daviddi, Pietro De Marchi, Gilberto Isella, Pierre Lepori, Alberto Nessi, Giovanni Orelli, Giorgio Orelli, Fabio Pusterla, Antonio Rossi

12 poeti italiani
Antonella Anedda, Lino Angiuli, Pier Luigi Bacchini, Ennio Cavalli, Marizio Cucchi, Gianni D’Elia, Tomaso Kemeny, Sergio Marzorati, Davide Rondoni, Tiziano Rossi, Francesco Scarabicchi, Cesare Viviani,

60 poeti emergenti
svizzeri ed italiani, selezionati per concorso su oltre 2900 invii.

365 GIORNI DI POESIA

sabato 27 ottobre 2007

Sagra a Calvanico, città del premio Cluvium 3-4 nov

La Pro Loco Calvanico, organizzatrice del Premio Naz.le Bienn.le di poesiaCluvium che vedrà la sua settima edizione a gennaio 2008, ha organizzato per sabato 3 e domenica 4 novembre 2007 la trentesima "Sagra della Castagna" con il Patrocinio dell' Amministrazione Comunale, della Comunità Montana "Zona Irno", l'Ente Provincia di Salerno, l'E.P.T. di Salerno, con produzione di castagne locali, caldarroste omaggio ai presenti in modo particolare agli anziani e ai bambini, vino gratis. Prodotti tipici con castagne: calzoncelli (dolci), cassata di castagna, crostate di castagna, cannoli con ricotta e castagne, torte di castagne, tronchetti di castagne; lagane di castagne, pasta con l'aggiunta di castagna grattugiata,
altre specialità, tutto a prezzi contenuti.
Alla manifestazione collaborano i bar, i commercianti, gli artigiani di Calvanico (SA) località turistico-culturale facilmente raggiungibile con il raccordo autostradale SA-AV uscendo presso l'Università degli Studi di Salerno e proseguendo verso l'interno per circa due chilometri.
L'Arte della Castagna è in voga a Calvanico dal X secolo della nostra era quando da questo frutto naturale si ricavava anche la farina in caso di carestia (vedi Codice Diplomatico dell'Abbazia di Cava de'Tirreni - Benedettina), e si adoperavano diversi modi di conservarla e utilizzarla, tra questi le castagne al miele (una delizia).

Vincenzo D'Alessio G.C.F.Guarini

Incontro con la nuova poesia forlivese 29-10


LUNEDI' 29 OTTOBRE

BIGMAMY TERRA DEL SOLE

Stefano Cattani, Stefano Leoni, Cristian Pretolani, Marco Viroli, Matteo Zattoni
... incontro con la nuova poesia forlivese.
SPECIAL GUEST: ANNA FACCIANI

Nel corso dell'incontro i poeti leggeranno loro composizioni edite e inedite, si confronteranno nella lettura con i loro poeti di riferimento e tenteranno di rispondere alle domande, alle curiosità e alle richieste di quanti interverranno all'incontro.

Il BIGmamy Concept Store di Terra del Sole è un contenitore, dove stili, prodotti e concetti si fondono con eventi musicali e culturali, dove è possibile degustare cibi e bevande locali e dal mondo e dove si può
acquistare tutto ciò che si vede... compresi i libri dei poeti!

L'evento, che avrà inizio alle 21 circa, è a ingresso gratuito.

BIGMAMY concept store
Via Mameli 12 - Terra del Sole (FC)
Info: 348 7849705
0543 767763
marcoviroli@marcoviroli.com

venerdì 26 ottobre 2007

Premio Cairoli 31 gen 08

Concorso Nazionale di Poesia "Daniela Cairoli " quinta edizione
Scadenza iscrizione: 31 gennaio 2008
• Organizzazione: Associazione Culturale Helianto, Associazione Per Un Mercoledì Diverso
• Indirizzo: spedire in busta chiusa le opere a Biblioteca Civica di Rovello Porro ;
• Piazza Porro, 19 ; 22070, Rovello Porro ( CO )
• Email: info@helianto.it
• Telefono: 02/96750321 - Biblioteca Civica.
• Sito internet: www.helianto.it ( dove è possibile scaricare il bando integrale e trovare notizie dei vincitori delle passate edizioni )
• Sezioni: poesia a tema libero.
• Opere ammesse: sono ammesse poesie in italiano o in vernacolo.
• N° Copie da spedire: 5 copie anonime e dattiloscritte per ciascuna poesia inviata.
• Quota di adesione: euro 5 a poesia, è possibile spedire fino a un massimo di 3 poesie. La quota è da versare su c/c postale 59238485, intestato all'Associazione "Per Un Mercoledì Diverso ", Causale del versamento: "Concorso di Poesia Daniela Cairoli".
• Copia del giustificativo attestante l'avvenuto versamento della quota, Scheda di adesione al concorso ( in alternativa, un foglio con i dati dell'autore), vanno spediti unitamente agli elaborati
• Premi: primo classificato: euro 300; secondo classificato: euro 150; terzo classificato: euro 100
• Premiazione: nel marzo 2008 presso il Centro Civico di Rovello Porro
• Notizie sul risultati: ai vincitori sarà data tempestiva comunicazione tramite telefono o mail.
• Giuria: Luigi Cannillo ( Presidente ); Claudio Pagelli; Giovanna Sommariva.
• Patrocinio: Comune di Rovello Porro
• Sponsors: Biblioteca Civica di Rovello Porro; Istituto Comprensivo di Rovellasca.
• Note: i fondi raccolti saranno devoluti in beneficenza.

Sulla poetica di William Stabile


di Vincenzo D'Alessio - G.C.F.Guarini -


La poesia di William Stabile, poesia di questo ventunesimo secolo appena iniziato, è viva, palpitante,incessante nel chiedersi il senso dell'esistere di fronte alla "politica mordace" capace di sedurre gli uomini. I poeti non sono raggiungibili da questo punto di vista. La maggior parte di loro sono "pessimisti" perché amano la vita. Vengono alla mente le parole del Nobel polacco Wislawa Szymborska, poetessa amante della vita e delle sue imperfezioni, mordace quanto basta per un mondo umano disattento: «Il poeta odierno è scettico e diffidente – anche e forse soprattutto – nei confronti di se stesso.»
Il sestetto, che ha come guida il titolo L'uomo o il disagio, costituisce dopo la raccolta Contrappunti e tre poesie creole l'ultima provocazione del guardiano della poesia che è Stabile: viaggiatore, economista, fine conoscitore, insistente nel plasmare di continuo la materia poetica che in sé aggiunge. Versi in continuo moto, in trasformazione, quasi irraggiungibili, nella molteplicità delle metafore che promuovono.
Il caimano è un rettile tipico dell'America, quindi un americano, disteso lungo «le rive del letto», sinestesia attenta delle origini del benessere che questa specie predilige, strigendo tra le zampe "Il cuscino nella sua smorfia di dolore»: analogia della parte molle, indifesa, denutrita, della nostra umanità. Una specie poco
incline alle mollezze, iperattiva, con una voracità immensa e un cuore duro, calcolatore, come l'albero d'anacardio che nasconde i suoi semi in frutti durissimi. L'economia del Potere dei secoli passati e di quelli che viviamo; l'emblema di una rapsodia verdedollaro.
La poesia del Nostro si nutre di anafore: «Mi piace la mia casa. / Mi piace perché c'hanno fatto / la casa i ragni». Ragni che nascono e crescono accanto ai «polipi della terra»: sinestesia velata di chi conquista accanto ai caimani l'economia che nutre, di chi sa procurarsi i giusti fili per arrampicarsi sui muri dei mercati mondiali.
I poeti però restano stelle, qualche volta si credono comete e soffrono di crisi di identità, perché ben altro è la realtà dell'esistere di fronte all'economia:

Allora triste, smette di sognare
affronta la realtà
e viene giù.
Le stelle più nobili a volte sono palme.


Ritorna la palma, l'albero solitario che indica, nel deserto, il punto del ristoro, l'ombra per redimere l'arsura della ricerca. Ritorna volutamente anche il mito del Re Travicello, nella Batracomiomachia ripresa dal Leopardi, nella poesia Il poeta seduto sulla luna, anziché Alla luna, che Stabile trasforma nella metafora
dell'indiscusso potere politico oscuro (di notte si svolgono le scene): trame di logge massoniche, di cartelli tra petrolieri, di razzismo sfrenato. Tutto verrà svelato dal «ragazzo che tra le canne si confonde / mentre orina alla luce / della luna.»
I politici ed il loro oscuro potere passeranno. La luna, la stupenda interlocutrice d'amore (che potrebbe anche chiamarsi Giulia), illumina la vera identità del poeta «il ragazzo» (l'umanità) che privo di inibizioni si piega e mimetizza tra le canne (palme), per i veri bisogni umani. L'erotismo chiude l'ultima parte della
ricerca del poeta che vive nel mondo, tra buio, luce e nell'intermezzo, con la sana ironia che sa cogliere la quotidianità e frantumarla in versi che disvelano la fatica del difficile viaggio dell'esistenza.

Voci dal mondo a Milano 31-10






Milano, Via Montevideo n° 9 cap. 20144 t/f 02. 89 42 30 50
e-mail: libreria@archivi900.com
web: www.archivi900.com

Mercoledì 31 Ottobre ore 18.30

APPUNTAMENTO DEL CICLO DI INCONTRI
“VOCI DAL MONDO”

Grecia: “l’amore, l’arcipelago e la prora delle sue schiume”

Concerto di musica e poesia greca

Interpretazione musicale, lettura e presentazione della poesia di
Odysseas Elitis, Ghiorgos Seferis, Ghiannis Ritsos e Manolis Anaghnostakis

Di e con:
Joannis Papazoglou, voce e musica
Isabella Vincentini, lettura e commento

giovedì 25 ottobre 2007

Hai labbra confinanti con la mia sete (Renzo Cremona)


«ho mangiato le tue parole / e / le ho fatte scendere al buio»: questi versi di Renzo Cremona (che come il sottoscritto è anche un cuorioso delle lingue) si segnalano per asciuttezza e per lo spazio che danno al silenzio lasciandovi vibrare e purificare suoni e singnificati. Se posso tentare delle somiglianze con poeti qui presenti (più di approccio “filosofico” alla parola poetica che di stile, avendo ciascuno di loro un modus scribendi ben riconoscibile) mi vengono in mente i nomi di Simone Lago, Diletta Saracino, Marco Zavarini, Lorenzo Mari, Cesare Iacono Isidoro…
Cremona ama anche il verso lungo che sconfina nella prosa o meglio in una poesia perfermativa e qui è ancora più evidente il fondo sapienziale della sua poetica.


posta.


perché nulla andasse perso
perché i giorni non corrodessero la memoria
ho mangiato le tue parole
e
le ho fatte scendere al buio.
dove il tuo inchiostro è diventato il mio sangue.

*

poeti.


radici eravamo che attingevano luminose
alle vene della terra,
fertili campi su cui la balbuzie diventava
sublime alfabeto.

eppure

parole ci furono cucite alla bocca
perché meglio brillasse
di un fulgore spento.
così ora le nostre labbra rabberciate
sono altari di silenzio,
intime urla
di un fiore
attorto allo stupore.

*

rituali.


hai labbra confinanti con la mia sete
e per bocca
un enigma
circoscritto da boschi selvatici.

vivendoti accanto
radici mi sono cresciute sotto i talloni
che ora abbracciano le tue
e ho come la sensazione
di sentire pronunciare il tuo sangue
nelle mie vene.

e questo

è quello che accade
quando sollevo il sudario
per vedere il tuo volto,
il momento in cui inciampo
nella coltre di nebbia
al di là dei sogni
in cui sono ricamati
i miei occhi
smarriti.

*

cassandra.


dicono che il miglior modo per non essere creduti sia
raccontare la verità.
ho provato a spiegare che il corridoio
che abbiamo imboccato
finisce su scale senza gradini,
ma non mi ha creduto nessuno.

così ho cominciato a dire le menzogne più cupe,
le assurdità più ridicole,
mi sono messa ad inventare
disgrazie inverosimili, così,
per gioco.
tanto valeva delirare fino all’estremo, a questo punto,
e ho detto che il carro del sole
non sarebbe più sorto.

come sempre accade
non fui creduta.

questa volta a ragione, però:
avevo inventato tutto.

ma c’è una cosa che mi getta nel dubbio: che oggi
tutti hanno preso a camminare
chini sul marciapiede e arrancando
cercano di indovinarne i confini.
dovunque
si accendono lampioni in pieno giorno,
si bloccano gli ascensori,
si guardano gli orologi:

sono ormai anni che è notte.

*


la vita che conosciamo è solita spiegarsi solo d’inverno, quando sembra un’impronta sulla superficie e il lago è gelato.
talvolta capita, però, che in alcuni punti il ghiaccio sia più sottile che altrove. e d’improvviso capiamo che la verità sta sul fondo.


Poligrafo con al suo attivo numerose pubblicazioni, Renzo Cremona è nato a Chioggia nel 1971. Tra le sue opere “Lettere dal Mattatoio”, “La Pergamena delle Mutazioni” e “Tutti senza nome”, vincitrici di premi nazionali e internazionali. In collaborazione con artisti provenienti da varie discipline Renzo Cremona, che ha preso parte alla XIII Edizione del Festival Internazionale della Poesia di Genova nel giugno 2007, è da tempo impegnato in reading e recital destinati a togliere dagli scaffali le parole scritte per avvicinarle ad un pubblico di appassionati sempre maggiore. 

Sono in corso le traduzioni delle sue opere in inglese, retoromancio, neogreco, portoghese, olandese, frisone ed esperanto.

martedì 23 ottobre 2007

io… mi stempero negli endecasillabi (Alessandro Salvi)

Queste poesie inedite di Alessandro Salvi sono intrise di una notevole disullusione appena lenita dall'uso di un linguaggio semplice e quotidiano (quasi fosse esso stesso disilluso) che ha però risvolti sorprendenti e tragicomici. Il poeta non disdegna l'uso della rima (non necessariamente a fine verso) e di scavalcamenti e altri artifici ”poetici” con cui pare appunto malinconicamente giocare, ma senza pretese (in quanto “tarlato” da uno spleen che i versi faticano a colmare): «c'è un lama inciso su un piatto di rame / da qualche parte c'è una porta aperta / e forse anche la ragazza che amo…»; «Ognuno mente come meglio sa / e manco n'è cosciente!?»; «ognuno fa quel che gli piace (… pare / sia il migliore dei modi per placare / il carnefice che in ognuno giace)».

ARS (IM)POETICA
a Lucio Massarotto

Se fossi un pastore tedesco
desidererei essere una chiave inglese:
un attrezzo o arnese atto a riparare
guasti e storture provocati da mani
poco attente, o inesperte. Non un
cane di razza, una qualsiasi razza di cane
fedele al proprio padrone, no
non mi va proprio.
Meglio riparare strutture che abbaiare
a delle persone senza conoscerle neppure.
Meglio un freddo attrezzo che un cane fedele
a una qualsiasi testa di cazzo.


AUTORITRATTO CON PIPPA
a Federica

Che malinconica notte m'aspetta
a casa mia mi trovo, sono solo,
sto cercando se c'ho 'na sigaretta
e una birra dopo l'altra mi scolo.

Afferro quanto di piu' personale
in mio possesso e mi scrollo di dosso
questo eccessivo peso, faccio sesso
con me medesimo: l'è naturale!

È il solo modo di sentirmi vivo:
scrivo, bevo, mi drogo, scopo, dormo...
se proprio devo dormo tutto il giorno,
mi fo una pippa e dico ultimativo:

di questa solitudine mi adorno
e della compagnia di un bel film porno.



SEGUIMI…

T'invito al rito supremo
e premo il grilletto estremo
del supplizio. Con sì lieto
abbandono m'abbandono
al gratificante vizio
di questo fuoco fantastico
entro il cui magico cerchio
io brucio.



***

c'è un lama inciso su un piatto di rame
da qualche parte c'è una porta aperta
e forse anche la ragazza che amo
nella mia stanza un pavone passeggia
dipinge l'aria
con ogni gesto rubato al silenzio
io intanto penso a qualcosa che ho visto
ma non ricordo bene cos'è stato
forse era un sogno
sta di fatto però che ultimamente
niente mi appare reale io sogno
eppur son sveglio
poi vaglio il peso e veglio fino a che
non m'addormento e nuovamente sogno


***

O di questo o di quello o di quell'altro
noi parliamo di qualcos'altro (sempre!).
Ognuno mente come meglio sa
e manco n'è cosciente!?
se parla lo fa solo per parlare
o perché vuole ottenere un favore.
Se ci penso sto male…
meglio allora non pensare e… tacere.


***

sono stanco perbacco sono stanco
di amari stenti stupidi lamenti
e decisioni da prender coi guanti
che sennò mi ritrovo sull'attenti
a rimordermi la lingua coi denti
… accidenti son proprio messo male
io… mi stempero negli endecasillabi
come sostanza liquefatta fatta-
si men che nulla… che sta per svanire…
quando stavo per dire la parola
che dalla nascita mi trovo sulla
sommità della mia lingua ma non
sono in grado di pronunciarla e… Basta
(ammutolisco e finisco il sonetto).


***

ENJOY THE SILENCE

E prima e dopo c'è solo il silenzio
l'unico in grado di dar voce… dire
l'inenarrabile rogo interiore
cui non riesce dar tregua né l'assenzio
né tantomeno queste mie parole.
Nella disparità di questa lotta
nessuno è vincitore né perdente
ognuno fa quel che gli piace (… pare
sia il migliore dei modi per placare
il carnefice che in ognuno giace).
Ho troppe cose da dire, mi dico,
troppe parole ho taciuto. Ripeto:
sbaglio sempre, non ne azzecco mai una…
Dentro lo specchio immortale io muoio.





Alessandro Salvi è nato nel 76, a Pola (Croazia), ma da sempre vive a Rovigno (Croazia). Ha pubblicato alcuni versi su «La Battana» (rivista trimestrale di cultura pubblicata dall'EDIT a Fiume), su «Niederngasse», «La ricognizione del dolore» (antologia poetica telematica curata da Pietro Pancamo) e altre pubblicazioni sia cartacee che telematiche. È stato segnalato e premiato ad alcuni concorsi.

Alessandro Salvi
via Riccardo Daveggia 32
52210 Rovinj – Rovigno
Hrvatska – Croazia

“CON GLI OCCHI DI IERI E DI OGGI” 9 feb 08



Per valorizzare la figura dell’anziano nella famiglia e nella società, creare un forte movimento di opinione intorno alla problematica che tra l’altro è di interesse internazionale e sicuramente di forte rilevanza sociale, anche quest’anno è stata organizzata l’edizione annuale del concorso internazionale di poesia “Con gli occhi di ieri e di oggi”; la settima in ordine di tempo.
Il concorso tende a: Costruire, attraverso i versi, momenti di incontro e di confronto tra generazioni diverse per educare i giovani a riflettere sulle esperienze degli anziani e a comunicarle.
Per un corso naturale della vita, tutta la popolazione è destinata ad invecchiare. Gli anziani sono oggi quello che i giovani saranno domani. Insegnare agli adolescenti ad avere rispetto degli anziani è un segno di grande civiltà, ma anche una trasmissione di valori autentici di vita.
In tale contesto il mondo dell’informazione può contribuire nella maggior parte dei casi a divulgare l’informazione affinché coloro che sono interessati, possono trovare spunto dal concorso di poesie per inculcare negli adolescenti quei principi sani di cui hanno bisogno per transitare nel mondo adulto; ma anche agli anziani di trasmettere attraverso i versi le loro esperienze di vita.
Aiutateci a costruire questo grande movimento di opinione allo scopo di “costruire, attraverso i versi, momenti di incontro e di confronto tra generazioni diverse per educare i giovani a riflettere sulle esperienze degli anziani e a comunicarle”, anche allo scopo di rappresentare ai giovani quale grande patrimonio informativo, oggi rappresenta un anziano. “Un anziano che muore è una biblioteca che va in fumo”.
Aiutateci a divulgare il bando di concorso attraverso i Vostri canali dell’informazione. Fate in modo che un numero maggiore di persone discutono la problematica, ed inviano le proprie poesie. Il concorso è gratuito.
Se lo gradite, mandate una E. Mail e riferite la Vostra opinione al riguardo, magari riferiteci anche in che modo viene recepito il bando di concorso; chiedeteci ulteriori informazioni al riguardo.
Fiducioso del Vostro interessamento, Vi ringrazio.
Antonio Izzo
www.associazionesanmichele.net
associazionesanmichele@virgilio.it

lunedì 22 ottobre 2007

Su Fiori di vetro di Antonietta Gnerre

recensione di Adele Cerreta apparsa su «Il Ponte» Settimanale cattolico dell'Irpinia il 6 ottobre 2007
scheda libro qui


cliccare sull'immagine per ingrandirla

altre recensioni
Vincenzo D'Alessio
Narda Fattori

L’uomo o il disagio (William Stabile)


«… se ne sta sulle rive del letto / distesolungo come un caimano.»
L'occhio di William Stabile (nella foto è a destra, a sinistra Vincenzo D'Alessio) è implacabile nel cogliere il potere simbolico delle piccole cose, dei fatti quotidiani che poi magari non sono neanche troppo piccoli, anzi riguardano ciascuno di noi che dovremme chiederci se abbiamo: «Nel cuore un puntoevirgola / duro come d’anacardio.»
Una poetica, la sua, che fa dell'(auto)ironia dei nostri tic, dei nostri complessi, delle nostre centripete difficoltà e limitatezze un po' il nerbo: «Mi piace la mia casa. / Mi piace perché c’hanno fatto / la casa i ragni. / (…) Oggi coltivo un ragnetto sulla mia spalla. / Gli insegno a contare al pallottoliere.»; «Sì, duro, assennato e sicuro / come il granchio sarò. // Il mio obiettivo: / la politica mordace della tua caviglia.»
Il tono è a volte salace e come si vede la apparente giocosità di certi versi non preclude una sotterranea critica alla crisi politico-sociale che stiamo vivendo.


Ai miei amici, che ai remi della galera hanno solcato un mare che non conoscevano, che non volevano conoscere. (Gianpiero Rugarli)

Sono un pessimista. Amo la vita. (W.S.)


Il caimano


Alla fine, al mattino
s’è deciso a venir giù.
È sceso da quell’area
confinata tra l’armadio ed il soffitto
nella quale si rifugia.
Alle 4 am se ne sta sulle rive del letto
distesolungo come un caimano.
Le zampe piegate sotto il corpo inerme
stringendo la sua vittima,
l’unica possibile.
Il cuscino ha il viso gonfio per la smorfia di dolore.
E lui, in segno di vittoria,
digrigna i denti
che luccicano ai primi raggi di sole
attraverso la stanza.
Un sorriso a 24 carati.

Ma…
è aggrinzito, rattrappito,
come straccio cotto al sole.
Ora vive le prossime duetre ore
aspettando che la pelle si stiri,
che perda quelle grinze quei solchi
come manica di camicia sull’asse.
Alle 7am con scatto d’alligatore
si tira fuori dal letto.
Nel cuore un puntoevirgola
duro come d’anacardio.


Nel mio studio coltivo ragni e stelle

Mi piace la mia casa.
Mi piace perché c’hanno fatto
la casa i ragni.
Fanno la fila fuori dalla porta
tutti i giorni per venire a lezione.
Ero incredulo all’inizio
ma un mattino aprii la porta
e una teoria in ordine composto
sfilò sotto i miei occhi - sgranati.
Oggi coltivo un ragnetto sulla mia spalla.
Gli insegno a contare al pallottoliere.
Lui inclina la testa gentilmente,
mi guarda con quegli occhietti da studente modello
e scorre il grano per un'addizione.
Con le sue zampette
questo assennato ballerino dei muri,
giglio fiorentino con la peluria frizzante sul dorso
di bollicine di spumante, conta.
Oh saggio polipo della terra, conta!
Polipo della terra, conta!

Mi piace la stella.
Mi piace perché è ingenua
quando si specchia nella vetrata della luna
e soffre di crisi d’identità:
si vede cometa, e a fine d’anno
uno spruzzo di champagne le bagna la coda.
Allora triste, smette di sognare
affronta la realtà
e viene giù.
Le stelle più nobili a volte sono palme.
Ma le nostre, quelle ordinarie,
quelle sono ragni.
Oh stella, stella,
eterno ragno del cielo, canta!
Eterno ragno del cielo, canta!


Mulino a vento

Con le tue pale contro il cielo
fai ciao ripetutamente
ed io non mi stanco di guardarti
e rimango incantato ai tuoi piedi
fisso come un bimbo.



Il poeta seduto sulla luna


Ah! Sì,
di sera
vorrei.
Noi ranι[o]cchiati sulla roccia,
le spalle alla boscaglia
il mio braccio intorno al collo
due amici a scrutare lo stagno.
Le pance debordanti sulla gambe,
e le gambe penzoloni dalla pietra –
due schiaccianoci pronti a scattare –
e noi a parlamentare coi vicini
degl’alt[r]i scranni,
sul processo di galvanizzazione
che ha reso elettrico il mondo.


Ah! Sì,
di sera
vorrei.
Noi: Parlamentari dello Stagno.
I nostri occhi liquidi,
ingollati di cachaça
facciamo la spola tra le sponde,
aspettando che l’ottico o
la luna per questa notte ci dia la prescrizione:
una bella montatura d’argento.
Chi bacerà i tuoi labbroni da negro?

(Un indice di luce colpisce un'ametista
e si spezza).
Forse il ragazzo che tra le canne si confonde
mentre orina alla luce
della luna.


Segno zodiacale: cancro
Alla mia Giulia

Duro, come il granchio
sarò.
Mentre l’onda intreccia il lenzuolo tra le gambe.
In allerta
me ne andrò
sul merletto ricamato della rena.
Sicuro
Me ne andrò
camminando di traverso sulla spiaggia.

Sì, come il granchio sarò.
Duro, testardo e sicuro.

Giulia, attenta !
Il granchio…
Fermo contro la luce della luna
con le chele suonerà per te conchiglie
come nacchere del mare.

Sì, duro, assennato e sicuro
come il granchio sarò.

Il mio obiettivo:
la politica mordace della tua caviglia.


Tre erotiche

Cetriolo

È inutile che fai il modesto,
sul bancone della frutta con la zucchina
sei il più osservato.
Attiri le signore dagli occhi di brama
e qualche volta ti guardo: lo confesso, sì!
Ti guardo – t’invidio: Ah!
(provocato in sospiro…
di sollievo).

Fico

Frutto regale e triste.
Dentro di te
le api pazze, ubriache
in girotondo
hanno ficcato le stelline ed il miele,
e adesso un dio ti offre a noi,
come goccioloni di lacrime
livide di vita.

Scrutinio

In strada, tra la gente che cammina
cerca il bersaglio nell’incrocio: x http://www.blogger.com/img/gl.link.gif
Ora [x] è sul divano...
e tra le gambe
accavallate: y
*******************************


Guglielmo (William) Stabile è nato a Milano nel 1973, ha vissuto a Lodi, Lanciano, Salerno. Si è laureato a Napoli. Dal ’98, a fasi alterne, vive a Londra studiando e facendo i lavori più disparati (al momento lavora per un’agenzia di stampa). Nel 2000, un lungo imbarco di lavoro su una nave lo ha portato in giro nei Caraibi. Nel 2003, durante un viaggio a Panama, inizia a scrivere al bancone di un bar della capitale sul cartoncino di un pacchetto di sigarette.
Sue poesie sono state lette alla Radio Italiana a Londra, pubblicate dalla rivista «Ellin Selae» in Italia e, tradotte da William Wall sulla rivista di poesia irlandese «SHOp».

3 nuove poesie de Leela Marampudi

qui

Concorso Verdurin 15-12

CLAN VERDURIN
San Pietro di Feletto (tv)

1° Concorso Nazionale di Poesia “Omaggio a Mario Luzi”
2° Concorso Nazionale di Poesia Religiosa “I versi di Dio”

IL Clan Verdurin, Associazione Culturale con sede a San Pietro di Feletto (TV), indice due concorsi: il primo per ricordare il poeta Mario Luzi, grande protagonista della poesia contemporanea, il secondo per promuovere e valorizzare i componimenti ispirati ai valori della spiritualità e della religiosità.

REGOLAMENTO:
Concorso “Omaggio a Mario Luzi”. Composizioni a tema libero
Concorso “I versi di Dio”. Composizioni a tema religioso.
Art. 1
Ogni autore potrà partecipare a uno o a entrambi i concorsi con una o fino a un massimo di tre composizioni per ciascun concorso.
Art. 2
Le composizioni, edite o inedite, dovranno essere in lingua italiana o in dialetto. Le composizioni in dialetto dovranno essere accompagnate dalla traduzione italiana, curata dallo stesso autore.
Art. 3
Ogni partecipante dovrà far pervenire, entro il 15 dicembre 2007 (fa fede il timbro postale), la composizione o le composizioni, ciascuna in cinque copie dattiloscritte al seguente indirizzo:
Clan Verdurin Segreteria concorsi – Via Pianale, 61 – 31020 San Pietro di Feletto (TV).
La busta sulla quale sarà indicata la denominazione del concorso scelto, dovrà contenere oltre alla/alle composizioni: i dati personali, una breve nota biografica dell’autore, la dichiarazione debitamente firmata, qui sotto riportata*. La busta dovrà essere chiusa.
Art. 4
Le composizioni inviate non saranno restituite. Le migliori potranno essere inserite in un’antologia pubblicata a cura del Clan Verdurin oppure utilizzate per scopi coerenti all’iniziativa.
*Il sottoscritto__________________ autorizza il trattamento dei dati personali ai sensi della disciplina generale di tutela della privacy (L.n.675/1996; D.Lgs. n. 196/2003). Firma_______________

GIURIA
La commissione giudicatrice sarà presieduta da Toni Toniato (critico) e sarà inoltre composta da mons. Piero Coda (teologo), Massimo Donà (filosofo), Giovanni Lugaresi (critico e giornalista), don Gianpiero Moret (direttore de L’Azione), Lionello Puppi (storico dell’arte), Paolo Ruffilli (poeta), Antonio Tarzia (direttore Ed. San Paolo) e Michele Zaggia (filosofo).
Segretario : Lorenzo Morao (storico).
La giuria selezionerà le composizioni e assegnerà i premi a giudizio insindacabile.

PREMI
Per ciascun concorso sarà assegnato un primo premio, consistente in un’opera d’arte (dipinto o scultura).
Potranno essere conferiti premi o riconoscimenti, anche offerti da enti pubblici o privati.

PREMIAZIONE
La cerimonia pubblica di premiazione si terrà il 22 febbraio 2008, al Ridotto del Teatro Accademia (Piazza Cima, 5 Conegliano Veneto – Treviso), con inizio alle ore 18.00
Ai vincitori sarà inviata tempestivamente lettera d’invito.


INFORMAZIONI:
Clan Verdurin – Via Pianale,61 – 31020 San Pietro di Feletto – Treviso. Tel. e fax: 0438/784090

venerdì 19 ottobre 2007

Su come a beato confine


(Book Editore, 2003)

di AR

La poesia di Stefano Guglielmin è filosofica, ma è poesia: la riflessione non plana nell'iperuranio, non si limita a indagare i limiti della conoscenza, ma riscalda come la brace sotto la cenere, a tratti ferisce (sia pure con discrezione), insomma provoca il lettore con domande pacate e tremende al tempo stesso, in questo libro compatto e cristallino: «io dovrebbe / dal suo esilio / piegare verso l'orizzonte / farsi cosa dai quattro cantoni / e / alla prima persona singolare / oscurare lo specchio». Questa è la poesia 1 che apre la prima sezione ed è seguita ovviamente dalla poesia 2: io dovrebbe / con la lingua mettere a fuoco / l'esatta dimensione del vuoto / e stare in bilico sul bordo / capro del suo piede». E già solo queste due poesie danno al lettore precisi azimut per orientarsi nel mondo del poeta, che ci ricorda per lucidità unita ad intelligenza emotiva quello di un Leopardi o di Rilke o di un Pessoa… Ovviamente Guglielmin ha un suo stile ben definito, fatto di versi esatti e brevi, apparentmente aritmici ma che, magari abbinati, si rivelano essere anche endecasillabi e setteneri: «io dovrebbe / mettersi tra parentesi / … / così che il centro sviando / riporti il pane in orlo» (p. 13).
Come si vede le parole vengono inserite in contesti insoliti (mettendo quasi in stallo la sintassi) e questo per ribadire la illimitata capacità metaforizzante del linguaggio, che non potrà mai incapsulare (fortunatamente) la realtà, ma rivelarcene ogni volta infinti aspetti: «io dovrebbe / scrivere d'altro / sapere / che tolto il tempo / l'anima diluvia, invia / le sue cose d'arca / ai pesci» (p. 15).
Il senso di tutto viene indagato con uno sguardo kirkegaardiano venato da una angoscia laica (ma credo che una certa inquietudine religiosa sia presente, pur in una sua versione non confessionale): «io trema nel risucchio / del sangue e s'ammoglia / per questo agli anni / come a radice / che l'anima abbia in ferro» (p. 26).
Del resto i titoli delle sezioni della prima parte (“io terza persona”) costituiscuno in nuce un itinerario mistico: “io dovrebbe”, “io fatica e migra”, “a nuovo rivo egli s'avvia”, “noi”. Dall'io al tu al noi.

La seconda parte, che consta di prose poetiche, si intitola “Dappertutto” e pare una analisi del momento storico che stiamo vivendo con tutte le sue esiziali contraddizioni, come quelle ricordate nell'ultima pagina: «metti che avesse covo in europa il terrorismo a milano per esempio a parigi e gli arabi dunque tirassero bombe dappertutto (…) e metti che il popolo locale gente qualunque scegliesse la montagna la guerra partigiana per vincere l'orrore immagina le parole che dovresti usare il tono della voce il viso per spiegare a tuo figlio tutto questo per dare tregua alla sua fame” (p. 60).
Ecco questa “ipotesi” si può applicare anche all'impotenza delle lettere, delle parole: in certe situazioni esse deveno andare ben oltre sé stesse, ben oltre i consueti campi semantici, oltre le stesse metafore, allegorie, analogie… questo è in fondo quanto la poesia tenta di fare e fa, se è poesia, e quella di Guglielmin lo è.

Su Roberto Mercadini


Stefano Guglielmin ha postato nel suo blog questa riflessione sulla poesia citando un passo di Roberto Mercadini tratto da AA.VV., FaraPoesia, FaraEditore (2005, pp. 184-185). Molto interessanti anche i commenti.

Mi è molto piaciuto questo passo di Roberto Mercadini, giovane poeta cesenate. Ve lo riporto, convinto che ne apprezzerete la profonda limpidezza.


«Se qualcuno mi chiedesse cos'è, per me, la poe­sia, ecco io, per essere onesto, dovrei rispondergli che la poesia, per me, è la realtà. Che la poesia è la realtà e tutto il resto un confuso agitarsi nel dormive­glia.
Voglio spiegarmi.
Qualche anno fa una ragazza mi portava a vede­re il mare. Se ne stava per un quarto d'ora buono ogni volta completamente rapita, incantata dallo spettacolo. Intanto io pensavo: "Dunque questo è il mare. Cioè acqua + acqua + acqua. Nient'altro che acqua. Un mucchio. Una montagna. Un mare, appunto. Dov'è la novità? Che c'è da guardare?" Era come se, al posto del mare, io vedessi un car­tello con su scritto "IL MARE" (spettacolo di nessun interesse).
Un giorno leggo una poesia di Amelia Rosselli. Parlava dell'acqua. Negli ultimi versi, del mare. Dice­va così:

Mare, ti hanno proclamato. Sei una grande bestia lunata. / Hai la sordità nel fondo tufo. Mare mare hai la gioia e la mi­sericordia / Con te. Sei un fiore trasparente una forte tomba.

Ecco, per la prima volta, io ho visto il mare. Ho avvertito la sua maestosità. Ho temuto la rapacità dell'abisso, che ingoia i naufraghi. Mi sono incantato per la grazia tremula che ha la superficie quando è lieve il vento. Nell'esperienza quotidiana spesso le cose si rattrappiscono fino a diventare parole. Nella poesia le parole scintillano, pulsano, fiammeggiano fino a diventare vere cose vive.»

Distanze Astrali a Trieste 25-10

ricevo da Patrizia Rigoni questa bellissima iniziativa: «la fotografia dello sfondo è una vera misurazione astrale di vent'anni fa, una scoperta sensazionale in termini scientifici, che verrà spiegata durante la serata…»


Su Specchio Poetico (Fichera e Padua)


recensione di Vincenzo D'Alessio G.C.F. Guarini (v. anche precedente articolo)

“La strada della cenere” di Paolo Fichera è una raccolta le cui composizioni si susseguono come in un racconto dell'Io, del sé, del mondo. Una strada che non esiste nella vera realtà del divenire
ma, come scrive Adriano Padua nella recensione finale alla raccolta (pag. 127): «La strada della cenere non c'è, non esiste, è data solo dal suo contenuto, dal corto-circuito che è la poesia, inanimata, ed ogni passo che segna la sua terra lascia una liquida traccia ed è un passo oltre, nell'inchiostro morto, nel sangue della vita.»
Lo stesso Fichera lo declama: «preghiera di sangue nel pensiero» (pag. 106).
Adriano Padua, nella sua raccolta “Romanzo”, invia un messaggio chiaro e significativo: «resistere…
nel trascrivere / questa storia negata» (pag. 133). Corpo e anima deflagrano in mille parole che si rincorrono nelle composizioni, dei versi, distinti con numeri cardinali. Un tempo che si scioglie e si ricompone, cerca una sintesi antipoetica all'essere/non essere. Un dilemma quanto mai antico e irrisolto che il Nostro attenta con: «le lingue ribelli / intrattabili»(pag. 170).

scheda libro qui

giovedì 18 ottobre 2007

Curvello tradotto da Marco Scalabrino


ringrazio Marco Scalabrino per avermi prosposto questo autore di afflato epico/ecologico da lui tradotto in modo eccellente.

O ACAMPAMENTO

Aricy Curvello

(Porto Trombetas, noroeste do Pará, Amazônia brasileira, 1975/1976)


1.

Barracões contra o rio,
o ermo contra as tabuas.
Nenhum sinal para fixar-te, nenhum, senão fluxo
e passagem,
o significado para as águas , a relva pisada
em volta das casas.
Nenhum céu, nenhum, tetos de alumínio e uma
Floresta de chagas.
Do que deixaste atrás e do que ainda virá de mais
longe sobre mais sombra,
chão noturno, mais noite que a noite,
mugem na Amazônia palavras sem poema
absurda coleção de pragas.
Onde a floresta começa, o Brasil acaba?


2.

o que é deus e o que é fera
andavam somados num calafrio
irradiação da manhã visível
o ar a ferocidade do ar
caem do céu antes da chuva
esse inarticulado grito
parece a voz da luz


3.

Siquer um povoado de moscas.
Um rasgão, no devastado, para se residir.
Para os lados e por detrás, floresta ainda. Adiante, para
a frente, na outra margem do rio. A pesar nos olhos e
além do som.
No princípio do mundo, a madeira atroz. Silêncio
da manhã nascendo em árvores.
Vinte casas interminadas, barracões de tábuas, um
embarcadouro de nada, e os sonhos passam. Abriam-se
cozinhas de gorduras, ossos, limites, instante
veloz, irreparável .
Sobre o rio a cor balançava ainda os caminhos
da luz . E a luz em vento de clorofila e galhos derrubados,
árvores porém verdes, vivas
ainda, ainda, e só tens um instante.
Só a rapidez no acampamento, contra a floresta e
o rio.


4.

Os verbos ardem.
Braços grimpam.
Não nomes, não rostos.
Não de nehuma aparência, como cimento
e tijolos, chegavam um povo de morenos e peixes de seda,
a fruta-pupunha, o verniz de tartarugas como crianças.
E a longa, longa exposição das coisas do suor,
do calor e do apetite. Um instante para o ruído e o brilho.
Verde arder e consumir-se.
( Nós nos alimentamos do que morre.)
Osso e envoltura, máscara e movimento,
trabalhar entre fumos e clangores, mundo verdeal
rangente na alfombra, oficina de barulhos e marcenaria
de pregos cantantes.
( Evoco o dia trabalhar, não
uma palavra cortada da vida.)


5.

A terra
verdesuja
na luz
limpíssima
daqueles dias
naqueles dias.
A verdeluz,
a luz que brilhava na luz, poder imponderável.
O que vejo: não mais verei. Ilhas sem mim.
E nada permanece muito, o fulgor
nos rios da claridade, no arquipélago dos lagos,
pássaros tucanos brilhando nos cimos, nos cimos do dia,
castanheiras, a jaquirana-bóia, mungubas, samaúmas.
Roçar de asas,
colorados estandartes em bandos de vôos se
levantavam.
Não. Não assassinar a luz. Não me disseram
a morte próxima da orquídea e do rato silvestre, aldeias
de ninhos. Abrem, rasgam, arrebentam a terra
para as florestas perecerem
sob as primeiras, primeiras estradas.
Os homens não buscam a luz do rio. Querem
apenas bauxita bauxita bauxita – e alumínio. O Governo
quer alumínio ferro ouro cobre cassiterita chumbo
níquel. Aqui, até aqui, o horror veio tecer diademas
de injúrias, meu salário.


6.

Era verde
e outras cores (queimadas) se acrescentaram.
Transitamos na opinião ilusória.
Acampados no provisório, sempre, sinais
imprestáveis e um tempo sem respostas, um tempo em
que se viaja sem bagagem. Para trás, apodrecer,
cadáveres.
Verde mover-se
no grande ir-se de tudo, no fruto
das casas de tábuas, nos galpões de sujos
instrumentos, núcleos esparsos de povo, nos povoados
perdidos. No vasto país que se descobre em barcos
de grosso casco e marcha lenta.
No tempo. No tempo o revelarás.
No tempo em que quase tudo é tarde.
No tempo, nessa paisagem além
da paisagem,
quando a imagem do tempo passar,
significados para as águas, relva pisada
em volta
das casas.




L’ACCAMPAMENTO

di Aricy Curvello

(Amazzonia, 1975/1976)

adattamento in Italiano di Marco Scalabrino


1.

Capannoni che sfidano il fiume,
avamposto che fronteggia le tavole.
Niente che possa fermarti, niente, eccetto il flusso
e il passaggio,
il senso delle acque, l’erba calpestata
intorno alle case.
Nessun cielo, nessuno, volte di alluminio e una
foresta di piaghe.
Ciò che si è lasciato dietro e ciò che verrà avanti
consiste d’ombra,
landa notturna, notte più che la stessa notte,
muggine d’Amazzonia parole senza poesia
assurda collezione di bestemmie.
Dove la foresta inizia, il Brasile finisce?

2.

Il divino e il terreno
avvinti in un fremito
l’iridescenza del mattino
il rigore dell’aria
cadono dal cielo prima della pioggia
questo disarticolato grido
pare la voce della luce.

3.

All’incirca un insediamento di mosche.
Uno squarcio, nella devastazione, ove stabilirsi.
Ai lati e alle spalle sempre foresta. E avanti
e oltre, nell’altra sponda del fiume. A scapito della visibilità
e del suono.

Il legno era al principio del mondo e il silenzio
del mattino vegliava il crescere degli alberi.
Venti case non ultimate, baracconi di tavole,
un misero approdo, e i sogni sbarcano,
in attimi veloci, inarrestabili,
unti di grasso, ossa, brecce.
Sopra il fiume il colore cullava ancora i passi
della luce. E la luce, il vento di clorofilla, i rami divelti,
gli alberi verdi, vivi
ovunque … tutto è un istante.
La frenesia dell’accampamento azzanna la foresta
e il fiume.

4.

Le parole tacciono.
Le braccia aggrediscono.
Nessun nome, nessun volto.
Nessuna diavoleria, come cemento e mattoni,
raggiungeva un popolo dalla pelle bruna, i pesci di seta,
la frutta-pupunha, le tartarughe come i bambini.
E la lunga, lunga esposizione al sudore,
al calore, alla fame. In un baleno fu rumore e fulgore.
Verde che arde e si consuma.
(Noi ci alimentiamo di quello che muore).
Ossa, muscoli, maschere, animato
trafficare tra fumi e fragori - che stridore
il mondo verdeggiante tutt’intorno! - e baccano d’officina,
chiodi saettanti.
(Giorni e giorni a lavorare e non
una parola strappata alla vita).

5.

La terra
verdastra
nella luce
limpidissima
di quei giorni
in quei giorni.
La luce verde,
riflessi di luce sfavillante, bellezza incomparabile.
Ciò che vedo mai più vedrò.

Ché niente è destinato a rimanere: lo splendore
sui fiumi trasparenti e sull’arcipelago dei laghi,
i passeri tucani che brillano sulle cime agli albori del giorno,
la jaquirana-bóia, le castanheiras, mungubas, samaúmas.
In un batter d’ali
colorati vessilli in gruppi spiccavano il volo.
No! Non uccidiamo la luce. Non mi diceste
della morte prossima dell’orchidea e del topo campagnolo, dei nidi
nelle campagne. Apriamo, squarciamo, stravolgiamo la terra
perché le foreste muoiano
e le strade, le strade avanzino.
Gli uomini non scorgono l’anima del fiume. Cercano
solo bauxite bauxite bauxite e alluminio. Il Governo
vuole alluminio ferro oro rame cassiterite piombo
nichel. Qui, proprio qui, nell’orrore che tesse diamanti
e ingiurie, il mio salario.

6.

Era verde
e altri colori (bruciati) si aggiunsero.
Transitiamo nella pia illusione.
Accampati nel provvisorio, tracce troppo
flebili di un tempo senza risposte, un tempo
nel quale si viaggia senza bagagli. All’indietro, imputridendo,
cadaveri.
Il verde avvolge
il grande andare di tutto, il profitto
delle case di tavola, i sudici locali
degli attrezzi, i nuclei sparsi di gente, i villaggi
sperduti, il vasto territorio che si scopre su barconi
grossi e lenti.
Il tempo. Il tempo lo rivelerà
Il tempo in cui quasi per ogni cosa è tardi.
Il tempo oltre l’orizzonte
di questo paesaggio,
quando il concetto del tempo sbiadirà …
il senso delle acque, l’erba calpestata intorno
alle case.

Siamo come estranei (Marco Milone)

C'è un tono elgiaco in questi versi di sostanza sapienziale che tendono al respiro lungo del microracconto rimemorante e si appigliano a nuclei di senso fondamentalmente gnomici: «non è possibile vivere all'infuori del tempo puro. Nessuno
si è mosso, nessuno è fuggito durante la bufera. Le sorgenti /si sono riscaldate nuovamente, solo per un istante».


Dove inizia lo spazio? Non durano
che per un secondo Come si muovono, come stanno
sempre legati al suono, ai capricci del letto

***

Devo resistere, devo sempre resistere
alla tua anima riflessa. Nessuno degli alberi del corpo, il significato
non è profondo. Il segmento e l'io, l'assenza
della libertà, i giorni che scompaiono. Non dire di sì
per compiacermi, dimentica la bellezza, dimentica i suoni

***

Troppo spesso m'insinuavo nelle mente altrui. Divorano
i segreti dei vivi, senza sapore Li mangio
e scompaiono alle mie spalle dolore, menzogne Le copro
non finiscono Vorrei ispirarmi, e mi ispiro
alle mie memorie, ai miei sogni. I mondi
li lascio agli stranieri, io
mi muovo nell'ombra come un falsario

***

Lo stesso luogo, una scala tra la nebbia Sospesa
tra la brezza dei nostri nomi. Percorre
le divisioni del passato, i ricordi giungono realizzati




Passi di memoria, i tuoi. Non mi vedi ridere da tempo, di certo
non da quando ci siamo ritrovati. Siamo come estranei, dobbiamo scoprirci ora
come prima, ricostruire i giorni perduti. Vorrei capire
l'importanza dell'assenza. Ormai sono lontano, non ritornerò


***

Non ho voglia di alzarmi adesso, non ho mai voluto
alzarmi. Sono felice dove sto, e per questo sono distante
dalle terre dove ho vissuto. Ho dimenticato dove si trovi, ricordo
un villaggio, strade dissolte, foglie
accasciate nel fango e cortecce denudate. Ricordo
che lì i giorni si assomigliano, e le pietre usate non lasciano ricordi

***

È svanito il tempo degli sbalzi di luce, adesso
non è possibile vivere all'infuori del tempo puro. Nessuno
si è mosso, nessuno è fuggito durante la bufera. Le sorgenti
si sono riscaldate nuovamente, solo per un istante

***

Vorrei mostrarti il tempo, pensare a te che ti allontani, la vita
senza di noi. Strani volti s’insinuano, colmano il vuoto
del tuo ricordo. Io non mi sento colpevole, tu
volevi apparire per sempre, ma sei morta. Sei morta


Marco Milone, poeta e scrittore, ha pubblicato l'antologia di racconti L'eterna condanna e altri racconti e le sillogi poetiche Geometria del silenzio, Sulle orme della speranza (Edizioni Progetto Cultura) e Nel labirinto del delirio (Zona). Ha svolto attività redazionali ed è stato redattore della rivista «Inguine magazine», e ha collaborato con le riviste «L'indice dei libri» e «Succo acido», e con le case editrici Comixcomunity e Coconino. È membro del comitato di lettura di “Il foglio edizioni”, collabora con “Due Punti edizioni” ed è stato caporedattore di «Cagliostro e-press» e delle riviste «Be side» e «Solaris». Ha curato mostre di fumetti e rassegne di cinema d'animazione.
Scrive sull'animazione, sull'arte, sul cinema e sui fumetti su Mellart.

Fotoracconto degli incontri a Venezia

nell'ambito del salone www.farepace.org v. qui il programma delle presentazioni organizzate da Fara


(da sinistra) Francesco Tomada, Giovanni Fierro, Stefano Guglielmin


Stefano Sanchini, Leela Marampudi e (primo a destra) Marco Zavarini


Stefano Sanchini al banchetto Fara


Francesco Tomada, Giovanni Fierro e Stefano Guglielmin


lettura di Chiara De Luca


Chiara De Luca e uditori


Emanuele Scataglini, Barbara Rosenberg e Massimiliano Parazzini


Alessandro Ramberti, Stefano Guglielmin e Italo Testa


Gli stessi in versione più allegra


Alessandro Ramberti, Alberto Rossini, Barbara Rosenberg e Stefano Sanchini


Alberto Rossini, Barbara Rosenberg, Massimiliano Parazzini e Stefano Sanchini